sabato 26 dicembre 2015

IL SENTIERO DEI PAPI



Su un sentiero ben tracciato, dei volontari hanno deposto un certo numero di lastre di marmo recanti ognuna una frase pronunciata da ognuno dei tre Papi saliti agli onori degli altari.
Questo sentiero consente di percorrere a mezza costa un lungo tratto a nord del paese partendo dalla località "San Cap", raggiungendo prima la chiesa di S. Rocco  e poi quella della Madonna delle Fontane, sempre con lo splendido panorama del paese sottostante e delle montagne che gli fanno corona. Volendo si potrebbe proseguire prendendo il sentiero alla sinistra del cancello, al di là del torrente leggermente in salita, non quello basso che porta in una proprietà privata, salire su fino ai tralicci e poi "spianare" fino alla "Piasa dei Termegn" fino a raggiungere località Merolta. Da lì si può scendere in paese sulla strada asfaltata che costeggia rio Merolta o proseguire per S. Antonio passando da "Ca de la ruèr".
Il primo tratto è adatto a tutti, il secondo a quelli con un po'di "gamba". Con un minimo sforzo si possono apprezzare le bellezze naturali di Caino, molte delle quali sono ancora nascoste ma che, si spera, vengano fatte presto conoscere.

mercoledì 9 dicembre 2015

NULLA CAMBIA PERCHÈ NOI POSSIAMO CAMBIARE

Se dovessimo disegnare un grafico in base all’indice di gradimento tra i Papi degli ultimi sessant’anni avremmo, alternativamente, un picco in su e uno in giù. I Papi che la nostra generazione ha conosciuto (Pio XII più per aver sentito dire) sono stati riconosciuti come pilastri della cristianità, tanto che tre di loro sono stati riconosciuti come santi: guarda caso due dal picco in su (Papa Giovanni e Giovanni Paolo II) e uno dal picco in giù (Paolo VI).
L’ultimo arrivato, si fa per dire, procede con passo spedito spiattellando al mondo i difetti del cristiano, religioso e laico, richiamando tutti a un comportamento ispirato dalla parola di Gesù, abbandonando l’attaccamento morboso a questo mondo governato dal demonio. Una profonda umiltà evangelica che professa la certezza della propria fede davanti al mondo come faro e non come pretesa di fare ombra ad altri.
Questo spirito ha fatto di Francesco un personaggio popolare, ascoltato e seguito in tutti i continenti, anche se con finalità diverse.
Ma è anche temuto da chi capisce che separando i difetti del cristiano, presenti in ogni uomo, rimane il messaggio cristiano in tutta la sua bellezza di “inno all’amore”, che nessun’altra religione possiede. Lo temono anche quei consacrati che non capiscono quanto sia importante l’esaltazione del peccato come “ERRORE” e temono che le chiese si svuotino per eccessiva rigidità o perché nel peccato sono coinvolti tanti sacerdoti.
Una cosa però pare certa: il Papa da solo non ce la può fare. Deve essere chiaro a tutto il mondo che la Chiesa è l’insieme di tutti i credenti che le danno credibilità attraverso la coerenza della propria fede, riconoscendo tutta l’autorità dottrinale al Pontefice al quale tutta la gerarchia deve obbedienza.
Se qualche cristiano ha percepito le parole del Papa come autorizzazione a gestire la propria vita come meglio crede, facendo riferimento solo alla misericordia di Dio senza passare dalla Chiesa, è caduto nel tranello di quelle forze che generano una morbosa attenzione mediatica sul Papa per strumentalizzarne il pensiero.
Per i cristiani c’è un Catechismo che non è cambiato. Non è necessario essere perfetti, perché solo Cristo è perfetto ed è morto per riscattare tutti i nostri peccati, ma è indispensabile saper riconoscere quando si sbaglia; sono questi cristiani che più di tutti devono fare un corpo solo con Francesco, perché sono gli unici che possono dimostrare di averlo capito. Verità e determinazione devono essere le qualità caratteristiche del cristiano di questi secoli: guardiamo e impariamo dagli “extracomunitari” perseguitati e ammazzati in giro per il mondo. Nessuna flessibilità è possibile sulle verità della fede dettate da tutti e dieci i Comandamenti e dalla nostra professione di fede, il Credo.
Sono certo che di cristiani veri ce ne siano ancora tanti, forse un po’ timidi, ma pronti ad essere testimoni della loro fede. Del resto la Chiesa, per espressa volontà di Gesù, non sarà mai sopraffatta da nessuno e continuerà ad esistere fino alla fine del mondo, sta agli uomini farla fiorire o farla appassire.

Non possiamo pensare che il dovere civile che porta molti di noi ad opporsi ai divieti che sistematicamente sviliscono le nostre tradizioni religiose, bastino a farci diventare cristiani: sarebbe un grande risultato civico se riuscissimo a mantenerle, ma fino a quando? Un amico mi ha fatto notare che è il cristiano che deve rappresentare il Crocifisso e se fanno togliere il simbolo sulle pareti, rimane quello vivente. Questa è la vera Chiesa dei credenti. Mi sono permesso solo di aggiungere però che la dignità di un uomo, anche se laico e non credente, si misura anche dalla cultura e dalla memoria storica che si lascia portar via da altre etnie. 

venerdì 27 novembre 2015

I TRASPORTI A CAINO


Le persone più anziane si ricordano certamente la strada impolverata che saliva da Brescia verso la Valle Sabbia, percorsa prevalentemente dai carri carichi di legna. Il transito delle persone, se il luogo da raggiungere non era abbastanza vicino da essere percorso in bicicletta, veniva assicurato dalla diligenza trainata dai cavalli. Negli anni 50 fece capolino a Caino la prima corriera a motore guidata da Pierino Azzani, precursore del servizio pubblico che per tanti anni sarà assicurato dai pullman della Sia; su quei mezzi hanno guidato gli autisti storici: Antonio De Giacomi, Mario Benini, Anni, Giuseppe De Giacomi (Frico), Silvio Lanzanova, Giorgio Giorgi.

Ora la gestione del servizio è passato a Brescia Trasporti che ha allungato il percorso fino a Roncadelle inserendolo nella rete cittadina col n° 7.

mercoledì 25 novembre 2015

LE IDEOLOGIE ESISTONO ANCORA?

Per occupare o conservare il potere, da vent'anni a questa parte, si è continuato a dire che le ideologie non esistono più. E forse come manifestazione del pensiero in forma tradizionale è proprio così. Infatti non c’è più la DC, il PCI, il PSI, il PSDI, PRI, il PLI, il MSI, il PSIUP poi PDUP, i VERDI, le cui sigle rappresentavano ognuna una differenziazione nell’area di appartenenza, sinistra, destra o centro. Con la cosiddetta seconda Repubblica si è voluto semplificare cercando di accorpare un centro-destra e un centro-sinistra per raggiungere il massimo risultato elettorale cooptando i leader delle rispettive correnti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: gli sgambetti e i veti incrociati nonché le differenziazioni sui problemi etici e sociali sono emersi in tutta la loro dimensione, a destra come a sinistra, creando difficoltà al governo di turno e una paralisi sulla via delle riforme.
Nell’attuale situazione in cui le Camere fanno di tutto per attirarsi l’antipatia degli elettori, l’unico partito che raccoglie consensi è quello che, tra i votanti rimasti, interpreta il malessere diffuso per le ingiustizie e per le umiliazioni che sono costretti a subire comuni, provincie e cittadini a fronte di una crisi economica ancora aperta e a un’organizzazione dell’accoglienza ai profughi e della sicurezza antiterroristica che l’Europa sta conducendo in modo abbastanza confuso.
Non importa se ai proclami giacobini non corrispondano idee e proposte; le persone lo voteranno per difendere il proprio orticello, per conservare quello che oggi hanno e domani potrebbero non avere più per non avere tenuto conto a sufficienza di quello che poteva accadere. Dalla parte opposta, una eccessiva elasticità nel considerare la libertà, consente ad ogni voce “fuori dal coro” di accasarsi con loro, formando insieme un impasto radical-socialista che mescola problemi politici con questioni etiche alle quali (questioni) si attengono con scrupoloso metodo, cercando di convincere il popolo ad accettarle.

Mi chiedo: assecondando una o l’altra parte non è forse scegliere un modo di essere? E cos'altro è un modo di essere se non il mattone di un’ideologia?

martedì 3 novembre 2015

... CHIEDO PERDONO ...

Sono vivo, quindi penso, e ragiono su quanto è accaduto nelle sacre stanze in Vaticano e in talune congregazioni religiose, tanto da indurre il Papa ha chiedere scusa per gli scandali che si sono succeduti negli ultimi tempi. So che posso apparire superficiale, ma questi primi pensieri, che non sono tratti dalle ragioni che hanno suscitato determinati fatti, oggi a noi sconosciute, sono un tentativo di capire parlando con la penna.
L’ultimo fatto accaduto ha portato addirittura all’arresto di un monsignore e della sua segretaria, accusati di aver sottratto informazioni riservate della Santa Sede consegnandole alla stampa. Pochi giorni fa un altro monsignore aveva dichiarato pubblicamente la sua omosessualità presentandosi in televisione col suo compagno, alla vigilia del Sinodo sulla famiglia.
Ancora prima, con Papa Benedetto XVI, c’era stata un’altra fuga di notizie riservate per mezzo del cameriere personale del Papa.
Come possono essere letti questi fatti?
L’arrivo provvidenziale di Papa Francesco ha portato scompiglio in tante stanze del “potere” curiale costringendo i vari prelati a confrontarsi sulla coerenza cristiana del loro ministero. Ha ricordato che il loro esempio è essenziale per tutto il modo cattolico e non può coesistere con un’aristocratica esistenza nei lussuosi e immensi appartamenti nei palazzi apostolici. A ciò aggiungasi la determinazione di Papa Francesco nel condannare una serie di comportamenti: l’abuso sui minori, la corruzione e la mafia.
Tutti i messaggi e le esortazioni inviati al mondo, ma in particolare al clero, evidentemente hanno dato fastidio e hanno generato una particolare resistenza da parte di chi si è sentito chiamare in causa. Forse, però, non hanno capito che ciò facendo andavano rafforzando nel popolo cristiano la figura profetica del Pontefice. Lo stesso tentativo di attribuirgli una malattia invalidante, platealmente smentita dagli stessi attori che sarebbero stati richiamati nella farsa, ha dimostrato una volta di più quanto sia incisiva l’azione semplice ed elementare del suo apostolato basato sull’amore verso gli “ultimi”. L’ostilità non viene solo dai “collaboratori”, viene anche da tutto quel mondo visceralmente anticlericale che vorrebbe ridurre al silenzio la voce del Papa, dei Vescovi e di tutti quei sacerdoti che gridano al mondo di convertirsi. Per quelle persone, compreso qualche giornalista che non si sforza minimamente di essere obiettivo, serve prendersela perfino con l’8 per mille, con caratteri cubitali in prima pagina o parlandone alla radio collegando l'argomento all’arresto dei “corvi”, anche se è un accordo con lo Stato italiano che non c’entra nulla.
Ogni occasione è buona per attaccare la Chiesa. Si vorrebbe che la Gerarchia Ecclesiastica fosse un ente a se stante (in parte hanno già raggiunto l’obiettivo col nostro beneplacito), scollegato dai fedeli, un tamburo da battere a piacimento senza che nessuno si opponga. Che caduta di stile! Quelle sono le stesse persone che sono “aperte” alle richieste dei musulmani che, guarda caso mantengono ben saldo il legame tra fede e politica: una contraddizione degna della loro malafede. Sono sempre loro che si oppongono al sostegno della scuola paritaria gestita dalle varie congregazioni cattoliche adducendo la scusa che la scuola pubblica ha bisogno di essere sostenuta e gli altri devono arrangiarsi. A parte il diritto di poter scegliere liberamente un metodo educativo, con un po’ di ragionevolezza potrebbero comprendere che, nelle attuali condizioni, senza la scuola paritaria il settore dell’istruzione andrebbe in fallimento.
Veniamo a noi: possiamo considerarci esenti da responsabilità dovute a questo stato di cose? Pensiamo davvero che l’ostilità che trova Papa Francesco sia tutta da addebitare alla Curia e agli anticlericali? Non ci siamo liberati troppo presto della “veste candida” del Battesimo? Per le nostre umane fragilità, non abbiamo abbandonato troppo presto la concezione di peccato inducendo il nostro “vicino” a considerare che qualsiasi comportamento è normale anche quando non lo è? Non ci stiamo dimenticando quello che stanno subendo i nostri fratelli cristiani nel mondo?
Il Papa con le parole “… certi sacerdoti quanto male hanno fatto alla Chiesa” è pienamente consapevole dell’opera di risanamento con la quale è chiamato a misurarsi, e quelli di noi che si sentono cristiani, anche se pieni di colpe e di difetti, non dovrebbero lasciarlo solo. Ciascuno dovrebbe fidarsi e trovare il coraggio per difendere il suo operato davanti a tutti. Che bell’esempio di coerenza sarebbe questa! Come fulgido esempio ci è rimasto solo lui: lasciamoci guidare alla ricostruzione morale dell’Italia e del mondo intero.

giovedì 29 ottobre 2015

PAESE VECCHIO

Quanto tempo e' passato da quando Caino era considerato un comune modello. Erano gli anni 70-80, e Caino, dal nulla che aveva, per opera di amministratori capaci usciti dalla scuola di formazione delle ACLI, fece nascere una Scuola Elementare nuova, recuperando in quella vecchia una sede municipale adeguata, una palestra, un campo di calcio, un campo di bocce, un campo da tennis in terra battuta, un sistema fognario con depuratore, un Centro Sociale con ambulatori medici, tre villaggi di case popolari.
Dove sono finite le energie degli amministratori che sono seguiti?
Sono venute a mancare le disponibilità economiche, e' vero, ma soprattutto sono mancate le idee. Solo la nuova captazione sorgiva nella Val Merolta ci ha evitato di fare la figura degli incapaci. La nuova amministrazione ha concentrato la sua attività iniziale sul Centro Sportivo, forse non la piu' urgente, ed ora si sta occupando dei rifiuti, vedremo il seguito.
Da anni Abbiamo acquistato l'immobile della Fucina; abbiamo speso molti soldi per mantenerlo in piedi, ma ancora non abbiamo deciso cosa farne.
Abbiamo fatto una strada di collegamento tra la "provinciale" e la strada di piano Rasile - Tolzana che a mio parere e' uno sfregio al territorio e si continua ad ignorare la possibilità di uno svincolo fuori dal centro abitato di Novale. Voci dicono che sia stata presa finalmente la decisione di procedere alla sistemazione della nostra splendida (e disastrata) scalinata ; non sarebbe una cattiva idea se si pensasse anche di erogare un contributo per pitturare quelle case lungo la strada che sembrano essere state abbandonate  durante la guerra del '15-'18.
Forse e' anche nostra, come cittadini, la colpa di avere un paese così trasandato; forse dovremmo parlare di piu di tutte queste cose, e non solo nelle segrete stanze, desiderando un paese bello anche a vedersi e non vecchio e rassegnato a farsi dirigere dal paese vicino.
Alle discussioni aggiungerei una valutazione sull'edificio privato (ormai rudere) di Via Folletto del quale ogni amministrazione si e' disinteressata, l'unica possibilità di allargare la minuscola piazza che i visitatori chiamano "slargo". Come mai comuni piccoli come il nostro (ad esempio  Vallio o Provaglio d'Iseo) giudicati a suo tempo concordemente dai passanti  "vecchi"  ora appaiono dei gioielli se confrontati a Caino?
L'ambiente naturale dove e' adagiato Il nostro paese e' uno dei più belli della provincia, tocca a tutti noi cercare di ridargli la dignità e il bell'aspetto di un tempo.   

martedì 20 ottobre 2015

IL GRANDE ACQUITRINO DI FACE BOOK


Molti ritengono che non sia possibile un confronto aperto e costruttivo su face book e, proprio per questo, se ne guarda bene dal partecipare alle discussioni. Una prima analisi può portare in effetti a questa conclusione; dovremmo pero' ricordare che i post sono scritti da noi, siamo noi che ci offriamo per quello che siamo e mi verrebbe da dire: siamo un piccolo specchio della società.
Face book e' come un grande acquitrino dove convivono silenziosi e composti uccelli acquatici e un gran numero di anatre starnazzanti. Si sono dati appuntamento senza un preciso legame, hanno seguito la corrente ed ora cercano di parlarsi. Ma parlare di cosa? Cosa li accomuna? In verità sono molte le cose di cui parlare che ci riguardano, solo che la partecipazione e' inversamente proporzionale alla distanza che c'è tra l'argomento e noi. Più e' lontano ( l'Europa, la politica, i profughi, ecc.) più la partecipazione e' accesa; se invece e' vicino (parrocchia, amministrazione comunale, confronto su problemi etici, ecc.), ecco che ce ne stiamo buoni a cuccia per essere certi di non urtare nessuno; non importa se ne sta parlando il Papa o il Presidente della Repubblica o il nobel della scienza, noi non c'entriamo. 
Per fortuna ci sono quegli "acquatici" composti che, pur coi loro limiti, mettono a disposizione il loro pensiero e si offrono al dialogo perché quelli che vi partecipano possano crescere insieme a loro nella speranza di un mondo migliore e nella condivisione delle tante difficoltà umane che spesso sono vicino a noi. Proprio la presenza vicino a noi di un drogato, un omosessuale, un alcolizzato, un divorziato, ecc. , dovrebbe indurci a confrontarci su questi stati per capire e comportarci in modo adeguato, specialmente in questo tempo in cui le "assemblee a tema" non vanno più di moda. 
Accompagnarsi alle "anatre starnazzanti" scoraggia chi si affaccia a face book, impedisce la formazione di una comune identità e ci fa credere che tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuto dai nostri genitori siano frutto della loro ingenuità, di quello che oggi viene chiamato "retaggio culturale".
Fino a quanto la paura di comprometterci impedirà a face book di essere uno strumento di elevazione culturale non e' dato di sapere, ma nella vita viene sempre un momento che ci costringe ad uscire dal "buco" e farci riconoscere per quello che siamo.

martedì 6 ottobre 2015

LEGGERE PER CREDERE

"Shantaram" di Gregory David Roberts - Neri Pozza Editore (anche in Biblioteca). 1175 pagine da divorare.

"Sei il mio sole anche di notte" di Amy Harmon (anche in Biblioteca) - Uno splendido romanzo d'amore che esalta l'amicizia vissuta ogni giorno. 

"Perché il rischio è bello" di Zenta Maurina Raudive - Per chi ama riflettere sulla vita tra i personaggi più famosi della letteratura e della musica.

"La congiura dei lunghi" di Noah Hawley - Un thriller piacevole per chi voglia farsi qualche domanda sulla propria esistenza.

"L'ultima canzone" di Nicholas Sparks - L'amore paterno vince la ribellione adolescenziale. Romanzo sentimentale.

"La principessa di ghiaccio" di Camilla Lackberg (Anche in biblioteca) - Assorbe talmente nella lettura che non si vorrebbe mai essere interrotti - Thriller avvincente.

"Il libro dell'incontro" Vittime e responsabili della lotta armata a cura di Bertagna, Ceretti e Mazzuccato - Solo per chi vuol conoscere l'intimo dell'uomo, come autore e come vittima della violenza. Buona base per uno studio sulla "Giustizia".

"Giovinezza, giovinezza ..." di Luigi Preti. Per capire come vissero i giovani il ventennio fascista: entusiasmo e delusione.

"Il ricatto" di John Grisham. Un avvincente romanzo di intrighi.

"Meno dodici" di Pierdante Piccioni e P. Sapegno. Aiuta a conoscere meglio se stessi e gli altri.

"L'uomo che inseguiva i desideri" di Phaedra Patrick. Un romanzo che dalla morte nel cuore di un uomo per la perdita della moglie, riscopre la gioia di vivere, attraverso rocamboleschi passaggi che lo strappano dalla routine. 

"Disonora il padre" di Enzo Biagi. Romanzo di uno che ha vissuto il "ventennio fascista" e ne fa un plastico molto interessante dei comportamenti umani di quel periodo. 

"Un lungo cammino" di Egle Zoffoli. Non solo un diario di una pellegrina a piedi ma la constatazione di quanto Dio sia vicino a ognuno di noi.

"L'estraneo" di Ursula Poznanski. Un triller curioso e un confronto psicologico di una coppia alla ricerca della verità.

"Follia profonda" di Wulf Dorn. Romanzo triller che ti tiene in lettura col fiato sospeso fino alla fine.

"Le chiavi del Regno" di Archibald J. Cronin. Un romanzo che mette a confronto un cristianesimo bigotto e carrierista con un autentica vita evangelica.

"Silenzio" di Shusaku Endo. Per salvare la propria vita o quella altrui è lecito abiurare? Storia di un gesuita in una nazione che perseguita i cristiani.

"Il bosco di Mila" di Irma Cantoni. Un thriller tutto bresciano e una spolverata di storia.

"Non vi ho dimenticati" di Alberto Israel. Testimonianze di un sopravvissuto ai lager nazisti. Se sopravvivere non servisse a testimoniare, tanto valeva lasciarsi morire.

"Dall'angoscia alla Grazia" di P. Casimiro Lorenzetti - Problemi morali dell'uomo di oggi. Parole semplici ma penetranti.

"Il signor Parroco ha dato di matto" di Jean Mercier - Per conoscere meglio la fatica di essere parroco.

"Gli ultimi giorni dei nostri padri" di Joel Dickter - Un romanzo che ti introduce nell'animo umano.

"L'arte di ascoltare i battiti del cuore" di Jan-Philipp Sendker - Romanzo che insegna ad usare tutti i sensi ed amare di più la vita.

"Affinchè nessuno muoia" di Frank G. Slaughter - Umanità e disumanità si intrecciano in questo romanzo che ti incolla alle pagine fino all'ultima riga.

"La verità sul caso Harry Quebert" di Joel Dicker - Un romanzo di 775 pagine intrigante fino alla fine.

"Il gioco del suggeritore" di Donato Carrisi - Un intricato romanzo di investigazione tra i numeri.

" Lacrime di sale" di Lidia Tilotta - Le lacrime dei soccorritori di Lampedusa e del dottor Pietro Bartolo.

"Vittoria sul buio" di Roger Bourgeon - La commiserazione dei "normali" che non è normale.

"Il barone" di Sveva Casati Modignani - Amore e intrigo in un romanzo piacevolissimo.

"L'oro del capitano Sharpe" di Bernard Cornwell - Romanzo basato su episodi storici della guerra tra Inghilterra e Francia del 1810.

"Terrore nel grattacielo di Robert Byrne - Storia avvincente in una torre di New York.

"La Forestiera" di Henry Denker - L'etica professionale che vorremmo applicata alla medicina. - Romanzo

"Una vita per l'altra" di Luigi Rainero Fassati - Un romanzo che narra il dramma e le emozioni di chi attende il trapianto di fegato.

"Affondate il Potemkin" di Mark Joseph - Storie di sommergibili ai giorni nostri che si studiano, ma da gioco può trasformarsi in tragedia.

" Rembrandt Van Rijn" di Hendrik Willem Van Loon - Un pittore incompreso visto da vicino.

"Processo a un medico" di Henry Denker - Quando il potere e l'arroganza può minare la dignità di un uomo della medicina.

"Hallo, dottore?" di Charles H. Knickerbocker - Un bel romanzo per conoscere le donne.

"La figlia della libertà" di Luca Di Fulvio - Un romanzo crudo per conoscere le schiave del marciapiede.

"Leonardo Da Vinci deve morire"  di Christian Galvez - Romanzo storico degli artisti chiamati a Firenze da Lorenzo de Medici.

"La solitudine di Francesco" di Marco Politi - Narra del clero che vuole un altro Conclave per cambiare il Papa e pochissimi lo difendono.

"Zitto e guida" di Gianfranco Panvini - Scritto dopo Zitto e nuota racconta in modo esilarante una vacanza in camper con amici. 

"La bambina di Hitler" di Matt Killeen - Un libro consigliato in modo speciale ai ragazzi per la semplicità con cui descrive l'antisemitismo e la supremazia nazista.

"Il giardino delle pesche e delle rose" di Joanne Arris - Romanzo che aiuta a studiare meglio la persona che hai di fronte, per conoscerla come veramente è. (Anche in biblioteca)

"Nel braccio della morte" di Dale Recinella - Storia vera che narra di un professionista messo con le spalle al muro dal messaggio evangelico. 

"Fateci uscire da qui" di Padre Slavko Barbaric - Tutto sulle anime del Purgatorio (Non è una favola).

"Nel segno di David" di Susan Abulhawa - Se anche una parte fosse vera dovremmo rivedere il nostro atteggiamento verso Israele.

"La ragazza di Teheran" di Marjan Kamali - Romanzo che ci interroga sul passato e sul presente della gioventù.

"Come vento cucito alla terra" di Ilaria Tuti - Romanzo - Diritti e pregiudizi in pace e in guerra.

"La portalettere" di Francesca Giannone - Romanzo - Determinazione di donna.

"Tutto il blu del cielo" di Mélissa Da Costa - Romanzo - Amare la vita quando la malattia te la sta togliendo.


venerdì 18 settembre 2015

NON CREDIAMO NEPPURE A LEI ...

E’ un fatto che tutte le apparizioni della Madonna hanno portato un messaggio pressochè costante: “Convertitevi e pregate perché le offese a Dio abbiano a cessare”.
Già sul finire del 1500 (ma certamente anche prima) la Madonna, apparendo a madre Mariana a Quito – Equador, predisse i peccati e le disubbidienze che avrebbero commesso i laici e il clero stesso, sentendo di quali malvagità sarebbero stati capaci, specialmente nel XX secolo. Non bastò per impedire che il male dilagasse. Le calamità e le guerre non fanno parte delle “necessità umane” ma sono invece opera di Satana. La Madonna esortò il mondo a Lourdes: non venne ascoltata. Ci fu la prima guerra mondiale e il 13 luglio 1917 ci esortò nuovamente: “La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio ne scoppierà una peggiore”. Il mondo non l’ascoltò neppure quella volta. Seguì la seconda guerra mondiale. Nel maggio del 1944 fu ancora la Madonna ad annunciare che il conflitto stava per finire apparendo a una bambina di sette anni a Ghiaie di Bonate, Adelaide Roncalli. Si presentò insieme alla Santa Famiglia e chiese preghiere e penitenze per la santificazione delle famiglie.
A guerra conclusa, nel 1947, apparve a un padre di famiglia, Bruno Cornacchiola, e ai suoi tre bambini. Questa volta, quasi a voler stabilire con che autorità Ella parlava al mondo, poiché quell’uomo predicava nella setta degli Avventisti contro il dogma dell’Immacolata Concezione, gli anticipò anche quello dell’Assunzione e gli dette un messaggio per il Papa Pio XII.
Era il segno dall’Alto atteso dal Pontefice che il 1 novembre 1950 ne proclamò il dogma.
Nel 1981, dopo Medjugorje, apparve a Kibeho (Ruanda) come Regina della Pace richiamando alla conversione, alla preghiera e alla penitenza, avvertendo che l’uomo stava costruendo un mondo senza Dio e che correva il pericolo di autodistruggersi. Le profezie erano terrificanti: quasi un milione di morti Tutsi ad opera degli Hutu; la guerra nei Balcani. Nel 1995 a Civitavecchia la statua di una Madonnina acquistata a Medjugorje lacrimò sangue. Iniziarono allora le apparizioni della Vergine, che perdurano ancora. I temi dei messaggi mettono in guardia da una ulteriore guerra mondiale.
Circa il XX secolo la Madonna profetizzò a madre Mariana che il male sarebbe dilagato fino al suo culmine, aggiungendo: “Allora sarà arrivata la mia ora, nella quale detronizzerò l’orgoglioso e maledetto Satana schiacciandolo sotto il mio piede e incatenandolo all’inferno, liberando così la Chiesa dalla sua crudele tirannia”.
Riassunto di uno scritto di Paola de Lillo 16/8/2015


Le guerre in corso, la fuga epocale dalla fame e dalla guerra, gli sconvolgimenti climatici non fanno pensare che abbiamo ancora capito la lezione. Ricordiamoci: “Se non smetteranno di offendere Dio …”.   (ndr)

domenica 30 agosto 2015

IN CHE MANI SIAMO CAPITATI

“… La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Così recita l’art. 1 della nostra sempre attuale Costituzione. Ma in pratica che possibilità ha il popolo di esercitare la propria sovranità? Vien detto: il legislatore che “noi” abbiamo eletto fa le leggi, se ne fa di sbagliate “noi” possiamo correggerle con l’istituto del Referendum.
Ma è proprio così? Allo stato attuale tutti possiamo osservare quanto sia elevata la sicurezza dei nostri parlamentari di essere degli “eletti” non solo per mezzo dello scrutinio elettorale ma anche per Divina volontà. Non si spiega diversamente la difesa estrema delle malefatte compiute e contemporaneamente dei privilegi autoassegnatosi nel tempo alla faccia di quella povera gente che da un momento con l’altro si sono visti togliere dei diritti acquisiti (Fornero e non solo) in nome della salvezza dell’Italia alla quale essi però non vogliono partecipare. Addirittura si sono opposti in massa a una tassazione di solidarietà quei politici o ex amministratori che da anni percepiscono vitalizi spropositati alla contribuzione versata, mentre si va discutendo se non sia il caso di ricalcolare le pensioni a coloro i quali hanno lasciato il lavoro sulla base di leggi dello Stato e su quelle hanno costruito il loro futuro.
Si va dicendo che non sono tutti uguali. Sono diversi in che cosa? Dico io. C’è qualcuno che si è dimesso perché in contrasto con il proprio partito su norme etiche o di sicurezza sociale? E’ appena passata una norma che obbliga gli uffici doganali a espletare i controlli entro tre giorni su merce scaricata in banchina, merce che come ci insegnano le cronache possono essere adulterate, contaminate, pericolose, che necessitano di sofisticati esami degli enti preposti alla difesa della nostra salute: anche se alto si è alzato il grido dei doganieri, il silenzio più assoluto è regnato nelle sale della politica. L’opposizione che va crescendo nei confronti di un trattato perverso con gli USA (il TTIP) ha portato a questi subdoli comportamenti: la politica consente con leggi ad oc che gli scambi commerciali siano i più liberi possibile, non trovino ostacoli con controlli che possano dimostrare la pericolosità del prodotto (Provate a vedere l’avventura dell’olio scaricato a Livorno).
L’azione di un partito politico dovrebbe intervenire portando a conoscenza di queste norme, almeno per rendere conto ai propri elettori che non le condividono, che si sono opposti. Macchè, tutto il palazzo tace. Tutti gli interventi sono orientati a screditare le altre parti politiche con il solo fine di lederne la fiducia e guadagnare consensi. Nessuno si cura di calare sul POPOLO delle proposte concrete e fattibili per risolvere gli annosi problemi di emorragia finanziaria dovuta a una finta miopia (in questo non si salvano neppure i pentastellati). Sarebbe lungo l’elenco dei controlli assenti da parte dello Stato. Cito solo l’ultimo caso, quello del caporalato: da quanto tempo siamo a conoscenza di questo fenomeno? Potremmo dire da quando esiste. Ebbene, solo ora si va facendo un piano d’intervento per estirpare questa attività. Tutti però sono convinti che non se ne farà nulla.
Tutto questo faceva dire, due giorni fa a un amico, con il quale abbiamo idee contrastanti, che il sistema politico non si può cambiare se non con le armi. Non credo che lo farebbe mai, ma mi ha colpito lo sconforto e la delusione che quelle parole contengono. Sconforto e delusione che gli “eletti” non sanno capire e neppure li tocca perché le carte le danno loro. Non si preoccupano neppure che la percentuale dei votanti vada progressivamente diminuendo. Ma quando scenderà sotto il 50% e poi sotto il 40% potranno essere considerati ancora democraticamente eletti? I cristiani sono un po’ più avvantaggiati perché il loro dovere è quello di fare il possibile per migliorare la società ma che tutto è nelle mani di Dio ed è l’incontro con Lui la cosa più importante.
Per chi non è credente la cosa è un po’ più complicata perché diventa un’urgenza e un obbligo trovare la soluzione a tale prevaricazione; la probabile scelta sarà quella di aggregarsi a una formazione antagonista forte senza preoccuparsi del dopo, magari “turandosi  un po’ il naso”.

Unico faro rimasto è il Papa che con le sue esortazioni, anche attraverso i vescovi, sprona i politici a rivedere le proprie posizioni curandosi dei propri cittadini, delle famiglie e dei più poveri. Se per ora i politici hanno fatto orecchio da mercante ritenendo che la “predica” fosse diretta agli altri, speriamo che in un futuro non troppo lontano li porti a profonde riflessioni esistenziali, tali da rimettere in gioco la forma con cui rapportarsi con la base elettiva. Se questo non dovesse succedere temo dovremmo prepararci ad un periodo ben peggiore di quello trascorso con la crisi economica, che ancora non è terminata.

venerdì 28 agosto 2015

ROMA – MONTE S. ANGELO Dal 21 maggio al 5 giugno 2013 Un cammino di 450 km tra la gente del Lazio – Campania - Puglia

Forse per rivivere i bei momenti dei miei viaggi a piedi e addolcire la sosta "forzata" di questo anno, ho sfogliato fotografie e appunti trovandone alcuni che mi piace condividere coi lettori.


A chi mi chiedeva: “Chi te lo fa fare” ho provato a rispondere, ma mi sono subito reso conto di essere poco comprensibile. Non è facile tradurre sentimenti ed emozioni personali abbinati alla fatica quotidiana di portare uno zaino lungo un cammino. E non sono nemmeno gli stessi sentimenti che si provano nei tanti pellegrinaggi giornalieri che nascono ormai un po’ dovunque. Non si tratta neppure di assegnare al “cammino” un’importanza basata sulla sua lunghezza o al numero di chiese che ci sono sul suo percorso. E’ un’esperienza che ogni pellegrino fa portando sé stesso (con quello che è) incontro agli altri, confidando di allacciare un filo col suo Creatore attraverso di loro e attraverso la natura che ogni giorno scorre davanti ai suoi occhi. Ma non è tutto bello e radioso; alla gioia di certi incontri a volte si alterna la delusione per un’accoglienza blanda, senza calore, forse data col sospetto di essere in presenza di turisti scrocconi, magari offerta proprio da coloro dai quali ti aspetti di più: sacerdoti e laici di una parrocchia; a volte, nonostante le telefonate, è proprio qualcuno di loro a dimenticarsi di te, e tu rimani fuori ad aspettare per ore. Ma qualcuno veglia su di te e supplisce a queste mancanze favorendo delle coincidenze che si manifestano al momento giusto e ti tolgono dagli impicci: è la mano della Provvidenza, il filo che volevi allacciare si è allacciato, se ci credi. Forse qualcuno ritiene di essere particolarmente fortunato e le coincidenze sono tutte per lui; io penso che quando in un tempo relativamente breve queste “fortune” si ripetono con una certa frequenza, non si tratta più di coincidenze. Quando un referente è irreperibile e tu riesci a trovare un suo collaboratore che non conoscevi, che non risiede in paese e che hai trovato per caso perché aveva un appuntamento con una persona proprio in quel momento, e un minuto dopo sarebbe stato altrove lasciandoti sconsolato all’addiaccio; quando un referente, pur esso irreperibile, viene sostituito dalla carità di una donna che  s’immedesima nelle tue difficoltà e fa surriscaldare il suo cellulare fino a quando trova una persona che ti apre il rifugio e ti consente di riposare dopo ore di attesa; quando alle cinque del mattino arrivi ad un incrocio con più strade, senza una sola indicazione, e si ferma un’automobilista a chiederti se hai bisogno e dove sei diretto; quando inutilmente vai cercando un bar dopo essere rimasto senza acqua e un passante al quale ti sei rivolto te la offre; ed altre ancora; tu chiamale come vuoi, io ringrazio la Provvidenza.
Mi piace pensare che queste “scosse” rianimino la mummia che sta dentro di me e mi facciano migliore: in fondo la meta, agognata fin dalla partenza, è un Santuario (nel nostro caso dedicato all’Arcangelo S. Michele) presso il quale chiedere una particolare intercessione, ci può ben stare, quindi, anche questa aspirazione.

Si torna “nuovi”? No! Ma un pochino diversi si! Si ha più coscienza delle proprie debolezze ma anche la consapevolezza che il “pellegrinaggio a piedi” costituisce un mezzo per conoscere meglio se stessi e domarle. Forse per questo si dice che si è pellegrini per sempre. Il cammino lento ti entra dentro perché ti obbliga a riflettere e ti costringe a continui esami di coscienza. Le tappe sono la tua preghiera e la tua penitenza: non rinunceresti mai a una tappa prima di aver raggiunto la meta: temi solo il tuo stato fisico, nessuna intemperie ti può fermare. Sei ben consapevole di non compiere alcuna impresa importante; tutti possono fare un “pellegrinaggio a piedi” (salute permettendo), quelli che vanno più spediti e quelli più lenti; il risultato sarebbe sempre lo stesso: ne rimarresti conquistato.

domenica 16 agosto 2015

LATRATI ALLA LUNA

Come in ogni parte d’Italia, se non del mondo, ci si va sempre più confrontando con i nuovi sistemi di comunicazione informatica. Face book in particolare ha interessato molti utenti internet, portando allo scoperto il loro pensiero o condividendo quello di altri. Quello che mi meraviglia di più sono certe reazioni a pensieri espressi. Posso immaginare che uno non condivida certi concetti un po’ radicali e non sappia trattenersi dal rispondere a tono; mi sorprende di più la radicalizzazione della risposta che a mio parere non corregge ma la eguaglia nel difetto e distrugge il confronto.
Non si possono cancellare i radicalismi con risposte scomposte: meglio poche parole pacate o nessuna parola. Per quanto mi riguarda temo di più però chi non si esprime da coloro che parlano liberamente. Spesso la distinzione tra i primi e i secondi è uguale a quella che differenzia quelli che si accodano sempre al carro del più forte e per questo non vogliono scontentare nessuno e quelli che non si vogliono far intruppare nei giochi di convenienza. Le convenienze del dire o del fare sono il condizionamento quotidiano di ogni persona umana; ma siamo sicuri che sia il modo migliore per vivere? La manifestazione del pensiero, così come ogni azione (se non contrari al vivere civile) è possibile che siano ostacolo al miglioramento delle proprie relazioni sociali? Purtroppo si, lo dobbiamo ammettere! Ma questo succede anche per colpa di ognuno di noi quando temiamo il giudizio altrui, quando pretendiamo che il giudizio su di noi sia sempre favorevole. In questo modo abbiamo creato un modus vivendi falso, che stronca sul nascere ogni confronto serio rendendo ipocrite le relazioni sociali.
Anche per questi motivi, al momento, le relazioni in face book sono considerate da molti vane e inconsistenti, che non aiutano alcun confronto. Quale errore!
Ormai ogni politico e pure il Papa si servono di internet per comunicare. Certo, nell’intricata ragnatela bisogna saper discernere il buono dalle bufale, ma è il sistema moderno per comunicare e confrontarsi: non lo si può evitare. Nel suo piccolo, Caino, ha sviluppato enormemente questo strumento e sta attirando l’attenzione di un numero sempre maggiore di persone desiderose di dire la propria, anche se a volte in modo un po’ spavaldo.
Evitare battibecchi o provocazioni è più che legittimo; rispondere, anche se misuratamente alle richieste, anche in face book, lo ritengo doveroso.
Può succedere a volte che i commenti che seguono i post si scostino dal pensiero iniziale scandalizzando qualcuno che li legge. Ma la nostra intelligenza dovrebbe essere sufficiente per distinguere un desiderio di chiarezza da una provocazione politica e rispondere al primo senza fare guerra al secondo.
Sembra che una persona che pensa in “bianco” non possa essere “condivisa” da una che pensa in “rosso”, perché altrimenti diventa “rossa”; che uno se è presidente di qualcosa deve rinunciare al suo pensiero perché altrimenti rischia che tutti quelli che rappresenta siano considerati suoi cloni. Poveri noi. Abbiamo paura della nostra ombra. Internet offre una gamma di servizi che fino a pochi anni fa erano impensabili e tanti utenti si rifiutano di utilizzarlo in modo solidale perdendosi in sterili latrati alla Luna.

Usciamo da questo deserto di parole: uniamoci a quelli che in face book e con gli altri mezzi informatici si sforzano di parlare desiderosi di aiutare, col pensiero e coi suggerimenti, i propri simili. E’ questo il riscatto che ci attende. Lasciamo al palo tutte le “cassandre” e quelli che hanno paura di perdere qualcosa esprimendosi liberamente.

martedì 28 luglio 2015

IL PAESELLO E' CRESCIUTO


Ci sono già le scuole elementari nuove e il Villaggio San Giuseppe, ma è del tutto evidente che la vita rurale ha ceduto da poco il passo a quella industriale.
Lo denotano, particolarmente, le montagne tenute pulite dagli animali al pascolo o mantenute tagliate dai proprietari del bosco. Infatti il panorama che si vedeva allora è impossibile vederlo oggi. La stessa valle è stata riempita di abitazioni e S. Rocco è coperto dalle piante. Nel frattempo le numerose cartiere (9) hanno chiuso i battenti costringendo la manodopera a cercare il sostentamento altrove.
Solo un’attività industriale riuscirà a svilupparsi resistendo a tutte le trasformazioni industriali: la IBO di Giovanni Pedrotti, nipote di quei Pedrotti che da Odolo portarono nel 1912 le nuove fucine a Caino utilizzando il torrente Garza come forza motrice.
La vendita dei terreni, resi nel frattempo non più agricoli ma fabbricabili, ha consentito un’evoluzione demografica che ha fatto superare i 2000 abitanti.

Tutto sommato è stata una crescita positiva che ha portato benessere elevando la qualità della vita.

martedì 9 giugno 2015

SORPRESA ALLA SCUOLA GIOVANNI PAOLO II

Un po' tutti siamo abituati a festeggiare per consuetudine, interessandoci poco alle motivazioni profonde che hanno portato a celebrare un determinato evento. E' accaduto così, puntualmente, proprio a me, partecipando alla "Festa di fine anno" della scuola elementare di Caino e apprezzando il "saggio" delle varie classi con le loro esibizioni canore e musicali. Tutto sarebbe finito li se una maestra, forse intuendo che consideravo finita la festa, non mi avesse guidato a conoscere la mostra esposta sulle pareti interne dei corridoi. Confesso che all'inizio faticavo alquanto a capire la descrizione della tecnica usata dai ragazzi, poi, la sua pazienza ha dato i suoi frutti facendomi immedesimare con loro durante lo svolgimento di quel lavoro di classe. Il progetto socio-educativo che ha generato tutti quei risultati espositivi è stato proposto alla scuola dalla Pinacoteca di Rezzato che ha messo a disposizione un suo operatore durante la loro esecuzione. Il progetto ha sviluppato tipologie espressive differenti: dal suo disegno l'alunno ne ricava una stampa che e' unica; 

oppure da una bozza di animale ne ricava un quadro a china, che a sua volta viene sezionato ed utilizzato per costruire, con le parti staccate, un altro essere bizzarro nella forma, ma del tutto conseguente al lavoro fatto in precedenza; 
 

oppure ancora quadri derivanti dal riempimento di un disegno con schiume colorate ottenute dalla frullatura di acqua, detersivo e colore naturale.
Infine c'era anche il risultato della ricerca sui bachi da seta, tradotto, in maniera sequenziale, in un libro ricco di immagini e descrizioni che, per la profondità del contenuto, ha meritato il primo premio al concorso "Zanardelli Villa".


E altro ancora.

Le esibizioni canore e musicali hanno rappresentato l'espressione della gioia per la conclusione di un proficuo anno scolastico, ma il sorprendente risultato del periodo, in buona parte, era da vedersi appeso alle pareti. Veramente un bel lavoro!

giovedì 28 maggio 2015

IL FOLLO SI RIVALUTA

Dopo l’apertura del bar da fine aprile, il 22 maggio, nella stessa area, il nuovo distributore di benzina ha aperto le pompe.  E’ un buon segno per Caino che da tempo va perdendo il suo “terziario” e che da poco ha visto chiudere i battenti di un bar storico; complici sono stati la vocazione a frequentare “l’orto del vicino” e la mancanza di idee lungimiranti dei proprietari di aree e immobili che avrebbero potuto influenzare lo sviluppo o la permanenza di negozi in paese. Si potrebbe aggiungere che è mancato anche l’apporto delle Amministrazioni (si esclude per il momento quella in carica da un anno) che, non avendo quattrini a disposizione, hanno rinunciato a pensare al futuro formulando o favorendo dei piani che agevolassero investimenti non solo nelle abitazioni ma anche nello sviluppo dei negozi, magari aggregandoli.
Saremo capaci nel tempo di mantenerci questi nuovi esercizi?
La prova l’avremo presto con l’apertura, sempre nell’area del distributore, della Farmacia del dr. Tomasoni che aprirà i battenti il 3 giugno prossimo. E’ in atto, infatti, un ampio dibattito sul suo trasferimento dal centro, giudicato da alcuni inopportuno e troppo distante per ammalati e anziani. Personalmente, conoscendo la disponibilità del farmacista, e anche nel suo interesse, penso che a nessuno mancherà il farmaco di cui abbisogna; piuttosto bisognerà vedere quanti sapranno contenere il disappunto per una collocazione non gradita, in nome di un servizio che migliora nella sua efficienza rimanendo remunerativo per chi lo gestisce,  cosicchè possa rimanere a Caino e non diventi un altro immobile con il cartello “vendesi”.

Che sia la zona del Follo a trascinare la rinascita di un “paese modello”?

sabato 23 maggio 2015

CHI E' "DIVERSO"?

Nel momento in cui la politica, per un pugno di voti, vuole sostituirsi alla coscienza della maggioranza della popolazione italiana discutendo il testo sulle cosiddette “unioni civili”, non si può stare a guardare, come se il risultato del dibattito sia la giusta rappresentazione dell’opinione sull’argomento.
L’articolo 29 della Costituzione Italiana riconosce la famiglia come società naturale che si fonda sul matrimonio. La famiglia “normale” si basa sull’unione tra un uomo e una donna, i soli in grado di procreare e dare continuità naturale all’umanità, difatti l’articolo 31 difende la maternità.
Basta con le confusioni! La famiglia ha accumulato abbastanza problemi e difficoltà, grazie anche al poco sostegno ricevuto dalla classe politica, da uscirne spesso scardinata nei propositi e nei principi, non occorre che venga affiancata da una “non famiglia”, da una cellula che, se parificata alla famiglia, può creare solo guai alla società generando una squallida convivenza civile.

L’articolo 3, al quale si appellano gli omosessuali, non tutela solo loro: tutela anche quelli come me che non si sentono “diversi” e che, fin quando si manterranno in maggioranza, hanno il sacrosanto diritto di pretendere di non essere considerati loro dei “diversi”. Non occorre un “testo unico degli omosessuali” per introdurre alcune semplici norme di buon senso che evitino in taluni casi la discriminazione per il loro stato. Ce ne sono ben altre di discriminazioni che andrebbero sanate: la povertà di tante persone e famiglie disperate richiederebbero, per esempio, un maggiore interesse da parte di chi sta pensando invece di erogare gli “assegni famigliari” alle coppie che non sono una famiglia. E’ una vergogna che non possiamo permetterci.   

martedì 5 maggio 2015

SCINTILLA TRICOLORE


Non capita spesso di assistere entusiasticamente ad un avvenimento unificante a Caino. L’occasione del 65° anniversario di fondazione del Gruppo Alpini di Caino, ha portato un fascio di luce che ha messo in ombra le ataviche (e attuali) divisioni  presenti nel tessuto sociale del nostro paese. Il riferimento alle ipocrisie, dell’ex sindaco Bertacchini stemprato dal discorso elogiativo (fin troppo) del sindaco Sambrici alle associazioni di volontariato, hanno trovato un sano equilibrio nell’organizzazione  di un evento importante che ha coinvolto sentimentalmente e orgogliosamente la gran parte della popolazione di Caino. Le rivalità sono state sommerse dallo stuolo di bandiere disseminate lungo le strade, dai numerosi labari dei gruppi alpini e dalle bandierine sventolate dagli alunni entusiasti della scuola elementare. Le Autorità, i bambini, i ragazzi e gli adulti immersi nei vessilli tricolori, hanno rappresentato una scintilla di unità che dovrebbe entrare nel cuore di ogni persona che ha voluto essere presente: unità di uomini veri, che nella diversità delle idee si rispettano senza mai scivolare nella denigrazione. Se così non fosse, lo sforzo di portare in teatro il ricordo e la commemorazione delle sofferenze patite dai nostri soldati nelle due grandi guerre sarebbe stato vano.   

venerdì 17 aprile 2015

LA STRADA BUONA

 Pur rimanendo pessimo e diseguale il nostro sistema fiscale, dobbiamo ammettere che il 730 precompilato online rappresenta non solo una novità, ma anche la speranza che si possa raggiungere presto, per una gran parte di italiani, soprattutto dipendenti e pensionati, il traguardo della dichiarazione facile a costo zero per il contribuente; oggi purtroppo, spesso è costretto a rinunciare a crediti perché il costo del consulente è troppo elevato. 
Quando è stato annunciato che il 730 veniva messo a disposizione precompilato non ci avevo creduto. In meno di un anno, invece, l’Agenzia delle Entrate ci ha fatto trovare sul nostro PC la dichiarazione dei redditi con quasi tutti i dati inseriti (alcuni dati mancanti sarà possibile inserirli dal prossimo 1 maggio, come per coloro che devono integrarla per far valere detrazioni o redditi).
Ancora da perfezionare naturalmente, ma il lavoro fatto è stato notevole, a dimostrazione che le capacità per cambiare ci sono, basta volerlo.
Recuperare l’equità fiscale con controlli più severi sugli evasori è un dovere che l’Amministrazione deve perseguire con fatti concreti, non solo con le parole.

venerdì 3 aprile 2015

I MAITI'


Durante la Settimana Santa si ripeteva, immutata negli anni, la tradizione cara ai bambini: i “maitì” (da Mattutini delle tenebre). In quella ricorrenza i ragazzi potevano divertirsi e dare sfogo al loro innato bisogno di fare fracasso.
Rifacendosi al precetto ecclesiale che prevede di “legare le campane” per commemorare la morte di Gesù, durante quelle tre sere, al termine delle funzioni religiose, alcuni ragazzi venivano chiamati in presbiterio dal sacerdote per cimentarsi coi loro attrezzi, sostituendo il suono festoso della campana con un suono sgradevole e lamentoso che fa ricordare la morte.
Li chiamavano “maitì” o “gri”: sorta di cassettine di legno con manico e ruota dentata che, fatte girare su se stesse producevano quel rumore.

mercoledì 4 marzo 2015

LA GIUNTA SUL "MILIONE"

Caro Angelo,  ho visto il tuo commento sul blog Caino in briciole. Innanzitutto fa piacere constatare che qualcuno abbia voglia di rendere conto dell’assemblea pubblica, anche con accenni critici. Fa sempre bene! Mi sembra però doveroso entrare brevemente (avremo altre occasioni per approfondire) nel merito di alcune tue considerazioni e lo farò per punti.
1.    Centro sportivo: si tratta di concludere l’avvio di adeguamento e messa a norma di una struttura importante per la vita associativa e per il tempo libero di tutto il paese, di tutti i cittadini, giovani e anziani. Ciò non metterà in ombra o in secondo piano gli altri interventi che tu hai menzionato.
2.    Raccolta differenziata: alla fine di tutta la discussione rilevo, con soddisfazione,  che sulla necessità di una formazione e informazione continua siamo tutti d’accoro: Arrighini che conferma il buon risultato raggiunto, grazie appunto alla formazione, tu e, implicitamente la Bertacchini che, ammettendo  di aver fatto ben poco, ci ha consegnato una realtà regredita rispetto ai risultati raggiunti precedentemente (dal 45% al 28%) Convengo poi, che alla formazione vada  affiancata una adeguata vigilanza.
3.     Il preannunciato aumento TASI si renderà necessario innanzitutto a pareggiare il bilancio tra le necessarie uscite e le sempre più esigue entrate dello Sato.
4.    La soluzione calotte (o altro, da verificare sempre attraverso attente valutazioni costi/benefici ) e centro di raccolta (isola ecologica) sono da leggersi come due interventi necessari e l’uno non potrà mai escludere l’altro. Vale a dire che qualsiasi decisione prenderà questa amministrazione (con le dovute attenzioni!) relativamente all’isola ecologia a Caino o in convenzione con Nave non potrà evitare un intervento sulla raccolta a cassonetto che aiuti a una maggior e miglior differenziazione dei rifiuti. 
5.    Questione “milione di euro”: la prima cosa che verrebbe da dire è: se l’amministrazione precedente aveva un milione di euro a disposizione, perché non ha fatto quegli interventi per cui denuncia un  nostro ritardo? Oppure, perché non l’ha mai detto prima, con tutte le occasioni che aveva? (per esempio in consiglio comunale in sede di approvazione bilancio o nella scorsa assemblea di presentazione del bilancio). La verità è che  il milione di euro lasciato dalla precedente amministrazione è, di fatto, una cifra reale, ma non spendibile nemmeno dalla Bertacchini,  in quanto fondo cassa già tutto impegnato, non utilizzabile (spese per il personale – stipendi, contributi ecc,-  spese di mantenimento e gestione edifici comunali, altri capitoli o pagamento  fatture prestazioni o servizi vari; insomma un milione di euro su cui  nessuno poteva mettere mano!).  In definitiva si tratta di una cifra che si ritrova in qualsiasi bilancio di ogni comune (con valore diverso a seconda del bilancio complessivo di ogni amministrazione)  prima di approvare il nuovo bilancio di previsione che, tra l’altro, abbiamo dovuto  approvare noi perché chi ci ha preceduto non l’aveva nemmeno impostato!! A giugno, quando abbiamo avviato la nostra amministrazione, non avevamo nemmeno i soldini per fare acquisti di ordinaria gestione!! Altro che un milione di euro! Certi pagamenti o acquisti abbiamo potuto effettuarli solo dopo l’approvazione del nuovo bilancio.
6.    Perché non siamo puntualmente intervenuti? Forse perché avremmo avviato un battibecco più finito e non ci sembrava il caso? Forse perché ci siamo affidati troppo alla capacità di capire del pubblico? Francamente ho apprezzato la battuta del sindaco, che ha comunque zittito la nostra ex sindaca insinuando il dubbio sulla veridicità della sua inconcepibile dichiarazione. Avremo senz’altro  modo e tempo di spiegare meglio la questione in sede di presentazione del nuovo bilancio di previsione.
Un cordiale saluto
Vanna

Ciao Angelo,
non posso fare a meno di scriverti dopo il tuo ultimo post di "Caino in briciole".
Preferisco scriverti in privato perché non amo il botta e risposta su internet.
Non lo trovo il luogo giusto per certi dibattiti, soprattutto per temi complicati e intersecanti come l'amministrazione comunale; (lo trovo comunque un ottimo mezzo per esprimere opinioni, idee, arte, etc…)
Detto questo, preferisco fare integrazioni ed osservazioni in privato. E preferisco che rimangano private, poi vedi tu.
Le mie spiegazioni in qualità di assessore alla cittadinanza preferisco darle nelle sedi giuste, con i tempi e i mezzi giusti. 
Sia chiaro sin da subito che il mio intento non è quello di farti modificare l'articolo o cose simili, voglio solo capire con te cosa non siamo stati capaci di spiegare (soprattutto per l'isola ecologica) e che mi sarei aspettato di trovare scritto in un qualunque resoconto sull'assemblea pubblica di Mercoledì. Perché se anche a te, che reputo cittadino attento, non sono arrivati alcuni passaggi, trovo giusto capire dove ho sbagliato.
Uno:
il milione di euro…. bella cifra giusto?
Sinceramente quando ha buttato la cifra ci sono rimasto. 
Più che altro perché non mi aspettavo che una figura come la sua, dopo un'esperienza decennale in comune, potesse arrivare a spararla così grossa.  Boh… si vede che da lì a pochi giorni ci sarebbe stato il gazebo della Lega Nord in piazza, sarà che le linee di azione del suo partito sappiamo quali siano (urlare più forte di tutti la cosa più grossa di tutte), sarà che un'occasione così ghiotta con cosi tanta gente non voleva lasciarsela scappare. 
Comunque… ho trovato giustissimo non replicare al momento perché quella era un'assemblea dove, oltre a parlare di quello che abbiamo fatto e vogliamo fare,dovevano trovare spazio i cittadini e non un siparietto tra maggioranza e minoranza. 
Per quanto Simona possa essere o no cittadina di Caino, è innegabile che abbia fatto un lavoro di minoranza. Per quello ci sono gli spazzi appositi. Come il consiglio dell'Unione Valle del Garza che c'era stato poche ore prime dell'Assemblea Pubblica e a cui lei non ha partecipato, come molte altre volte. Nessuno vuole oscurare o negare diritti e ruoli.
Ma se fosse vero, e questo implica che questa amministrazione sia una branchia di incompetenti (in tal caso sono pronto a dimettermi), la stessa polemica, la stessa cifra da capo giro, poteva tirarla fuori l'anno scorso quando, (è giusto ricordarlo), è stata fatta l'assemblea pubblica per la presentazione del bilancio 2014…  meglio di così.
La cosa era bella fresca. Ci aveva appena dato un milione di euro…
Oppure in consiglio comunale quando si è approvato il bilancio e la TASI, 31 Luglio 2014, a cui lei era assente. Ovviamente tutti hanno i propri motivi per essere assenti, non sia mai che mi permetta di criticare l'assenza in se. Soprattutto per il grave lutto in famiglia che ha avuto.
In ogni caso la stessa critica poteva avvenire nel notiziario amministrativo uscito a fine anno.
L'argomento del bilancio non è così semplice, e credo che sia tu che lei ne siate consapevoli. Una risposta da parte nostra avrebbe portato via lo spazio che volevamo dedicare ad altro. Ripeto: era un incontro pubblico con la cittadinanza, non un consiglio comunale o una commissione.
Come l'anno scorso abbiamo presentato il bilancio, lo faremo anche quest'anno. 
(Per cronaca, se non ricordo male, qualcuno del pubblico, oltre a Vanna, ha risposto a Simona che è un errore confondere il "fatturato" con gli "utili")
In ogni caso il bilancio è disponibile online, cosi come le presenze e assenze che ho elencato.
Chi vuole passarlo per cercare il tesoretto da un milione di euro è  liberissimo di farlo.
Ci hanno provato i revisori dei conti ma per ora quelli non si sono accorti di nulla.
Se sulla questione "un milione di euro" posso capire la delusione di un mancato dibattito stile talk show televisivo, mi stupisco maggiormente sulla disinformazione che ne è nata in paese per la questione rifiuti (complice un tristissimo quanto vuoto e inutile articolo sul GdB, accompagnato da un titolo che manco Alfonso Signorini avrebbe osato su "Chi").
Due:
isola ecologica e rifiuti;
nessuno ha detto che l'sola non si farà, ma abbiamo esposto alla cittadinanza quali sono le strade che stiamo valutando e perché. Inoltre, per la prima volta, abbiamo dato i dati reali di quello che costerebbe realizzare l'isola ecologica. Cosa che la precedente amministrazione non ha mai dato (approposito di trasparenza contabile) come segnalato da Bonaglia in assemblea.
Comunque:
nella prima area individuata il costo era di circa 265.000 eurini, coperti per la maggior parte da Aprica ma tramite l'aumento in bolletta pagato dai cittadini.
Ci sarebbe inoltre un contributo di 80.000 euri da parte della provincia (su questi si apre un capitolo a parte, perché varie opere realizzate con il contributo della provincia hanno visto il comune anticipare soldi che tra patto di stabilità e altre questioni la provincia non restituisce; vedi stabile in Val Bertone).
Di questi 265.000 ne sono già stati spesi 110.000 per un nulla di fatto perché si cambia area; in questa cifra ci sono dentro i 65.000 del terreno, 20.000 di progettazione e 10.000 per l'indagine ecologica: questo ci porta a 95.000 euro persi su 110.000. Altro che contributo della provincia…. per fortuna qualche soldo con il terreno potremo recuperarlo.
Non siamo stati cosi diretti, non volevamo creare polemiche inutili, sappiamo benissimo quali difficoltà ci sono per un'amministrazione che vuole portare avanti opere simili.
Nella nuova area il costo sale a 440.000 circa. Zona impervia, nuova progettazione definitiva, nuove perizie, etc…
Tutto questo per un servizio di max tre mezze giornate a settiamana.
Mi sembra di aver riportato tutti questi dati in assemblea, ne sono sicuro.
Cosi come ho detto che nelle cifre che avevo elencato mancavano il preventivo di gestione, il preventivo per l'informatizzazione e la raccolta dati, le spese per la gara di appalto per la gestione, e tutto il lavoro del comune (infatti si parla di un progetto avviato nel 2006!!!!! questo rende l'idea delle risorse comunali che nei conti non ci sono).
Sono sicuro anche di aver chiarito che i soldi versati dai cittadini di Caino per l'isola ecologica (~250.000) possono essere convertiti in opere, tra cui la trasformazione del servizio di raccolta (100.000) in cui è già compreso il costo della vigilanza per il primo anno, opere di sistemazione dei luoghi dove sono siti i cassonetti, quindi senza andare a pesare ulteriormente sulle tasche dei cittadini.
Boh… sono stati dati numeri e informazioni oggettive. Nulla di politico o da tifoseria. 
Abbiamo dato i dati su cui stiamo ragionando, e quando saranno completi verranno portati in commissione e in ulteriori incontri e assemblea sull'argomento.
Perché nessuno si è stupito di un appalto di 15 anni con Aprica? Su un argomento come i rifiuti che è in continuo movimento? Perché nessuno ha detto che abbiamo questo vincolo? Eppure è stato detto.
Bon, finito.
Magari quando ci vediamo di persona ne parliamo. Molto meglio.

Grazie e buona serata.
Michele Sambrici

Ritengo doveroso far conoscere il contenuto di queste precisazioni che provengono dal Vice Sindaco e dall’Assessore al territorio volte ad integrare il dibattito sviluppatosi nell’assemblea pubblica del 25 febbraio u.s. e risposta a quanto contenuto nel post “Un milione di euro”.
Assemblea, valutazione dei singoli e integrazioni ufficiali, rendono il confronto trasparente e chiarificatore di molti aspetti. Sul blog non c’è posto ne per polemiche ne per sterili ping pong, ne per tifoserie opposte; io per primo mi astengo dal commentare ciò che ognuno è libero di esprimere costruttivamente.
Ho detto la mia (anche in assemblea), altri hanno espresso la loro. Questo è quello che conta. La mia è un’opinione, non la verità infusa; non pretendo di insegnare all’amministrazione quello che deve fare ma che ascolti i suoi cittadini prima di decidere: l'ultima parola sarà la sua.

Per questo mi auguro che il confronto prosegua, anche con altri mezzi, confidando che non manchi mai la voce degli amministratori che devono avere il coraggio di sottoporsi alla valutazione di chi li ha eletti. Per questo contributo io li ringrazio.