Non capita spesso di
assistere entusiasticamente ad un avvenimento unificante a Caino. L’occasione
del 65° anniversario di fondazione del Gruppo Alpini di Caino, ha portato un
fascio di luce che ha messo in ombra le ataviche (e attuali) divisioni presenti nel tessuto sociale del nostro
paese. Il riferimento alle ipocrisie, dell’ex sindaco Bertacchini stemprato dal
discorso elogiativo (fin troppo) del sindaco Sambrici alle associazioni di
volontariato, hanno trovato un sano equilibrio nell’organizzazione di un evento importante che ha coinvolto
sentimentalmente e orgogliosamente la gran parte della popolazione di Caino. Le
rivalità sono state sommerse dallo stuolo di bandiere disseminate lungo le
strade, dai numerosi labari dei gruppi alpini e dalle bandierine sventolate
dagli alunni entusiasti della scuola elementare. Le Autorità, i bambini, i
ragazzi e gli adulti immersi nei vessilli tricolori, hanno rappresentato una
scintilla di unità che dovrebbe entrare nel cuore di ogni persona che ha voluto
essere presente: unità di uomini veri, che nella diversità delle idee si
rispettano senza mai scivolare nella denigrazione. Se così non fosse, lo sforzo
di portare in teatro il ricordo e la commemorazione delle sofferenze patite dai
nostri soldati nelle due grandi guerre sarebbe stato vano.