domenica 16 agosto 2015

LATRATI ALLA LUNA

Come in ogni parte d’Italia, se non del mondo, ci si va sempre più confrontando con i nuovi sistemi di comunicazione informatica. Face book in particolare ha interessato molti utenti internet, portando allo scoperto il loro pensiero o condividendo quello di altri. Quello che mi meraviglia di più sono certe reazioni a pensieri espressi. Posso immaginare che uno non condivida certi concetti un po’ radicali e non sappia trattenersi dal rispondere a tono; mi sorprende di più la radicalizzazione della risposta che a mio parere non corregge ma la eguaglia nel difetto e distrugge il confronto.
Non si possono cancellare i radicalismi con risposte scomposte: meglio poche parole pacate o nessuna parola. Per quanto mi riguarda temo di più però chi non si esprime da coloro che parlano liberamente. Spesso la distinzione tra i primi e i secondi è uguale a quella che differenzia quelli che si accodano sempre al carro del più forte e per questo non vogliono scontentare nessuno e quelli che non si vogliono far intruppare nei giochi di convenienza. Le convenienze del dire o del fare sono il condizionamento quotidiano di ogni persona umana; ma siamo sicuri che sia il modo migliore per vivere? La manifestazione del pensiero, così come ogni azione (se non contrari al vivere civile) è possibile che siano ostacolo al miglioramento delle proprie relazioni sociali? Purtroppo si, lo dobbiamo ammettere! Ma questo succede anche per colpa di ognuno di noi quando temiamo il giudizio altrui, quando pretendiamo che il giudizio su di noi sia sempre favorevole. In questo modo abbiamo creato un modus vivendi falso, che stronca sul nascere ogni confronto serio rendendo ipocrite le relazioni sociali.
Anche per questi motivi, al momento, le relazioni in face book sono considerate da molti vane e inconsistenti, che non aiutano alcun confronto. Quale errore!
Ormai ogni politico e pure il Papa si servono di internet per comunicare. Certo, nell’intricata ragnatela bisogna saper discernere il buono dalle bufale, ma è il sistema moderno per comunicare e confrontarsi: non lo si può evitare. Nel suo piccolo, Caino, ha sviluppato enormemente questo strumento e sta attirando l’attenzione di un numero sempre maggiore di persone desiderose di dire la propria, anche se a volte in modo un po’ spavaldo.
Evitare battibecchi o provocazioni è più che legittimo; rispondere, anche se misuratamente alle richieste, anche in face book, lo ritengo doveroso.
Può succedere a volte che i commenti che seguono i post si scostino dal pensiero iniziale scandalizzando qualcuno che li legge. Ma la nostra intelligenza dovrebbe essere sufficiente per distinguere un desiderio di chiarezza da una provocazione politica e rispondere al primo senza fare guerra al secondo.
Sembra che una persona che pensa in “bianco” non possa essere “condivisa” da una che pensa in “rosso”, perché altrimenti diventa “rossa”; che uno se è presidente di qualcosa deve rinunciare al suo pensiero perché altrimenti rischia che tutti quelli che rappresenta siano considerati suoi cloni. Poveri noi. Abbiamo paura della nostra ombra. Internet offre una gamma di servizi che fino a pochi anni fa erano impensabili e tanti utenti si rifiutano di utilizzarlo in modo solidale perdendosi in sterili latrati alla Luna.

Usciamo da questo deserto di parole: uniamoci a quelli che in face book e con gli altri mezzi informatici si sforzano di parlare desiderosi di aiutare, col pensiero e coi suggerimenti, i propri simili. E’ questo il riscatto che ci attende. Lasciamo al palo tutte le “cassandre” e quelli che hanno paura di perdere qualcosa esprimendosi liberamente.