martedì 3 novembre 2015

... CHIEDO PERDONO ...

Sono vivo, quindi penso, e ragiono su quanto è accaduto nelle sacre stanze in Vaticano e in talune congregazioni religiose, tanto da indurre il Papa ha chiedere scusa per gli scandali che si sono succeduti negli ultimi tempi. So che posso apparire superficiale, ma questi primi pensieri, che non sono tratti dalle ragioni che hanno suscitato determinati fatti, oggi a noi sconosciute, sono un tentativo di capire parlando con la penna.
L’ultimo fatto accaduto ha portato addirittura all’arresto di un monsignore e della sua segretaria, accusati di aver sottratto informazioni riservate della Santa Sede consegnandole alla stampa. Pochi giorni fa un altro monsignore aveva dichiarato pubblicamente la sua omosessualità presentandosi in televisione col suo compagno, alla vigilia del Sinodo sulla famiglia.
Ancora prima, con Papa Benedetto XVI, c’era stata un’altra fuga di notizie riservate per mezzo del cameriere personale del Papa.
Come possono essere letti questi fatti?
L’arrivo provvidenziale di Papa Francesco ha portato scompiglio in tante stanze del “potere” curiale costringendo i vari prelati a confrontarsi sulla coerenza cristiana del loro ministero. Ha ricordato che il loro esempio è essenziale per tutto il modo cattolico e non può coesistere con un’aristocratica esistenza nei lussuosi e immensi appartamenti nei palazzi apostolici. A ciò aggiungasi la determinazione di Papa Francesco nel condannare una serie di comportamenti: l’abuso sui minori, la corruzione e la mafia.
Tutti i messaggi e le esortazioni inviati al mondo, ma in particolare al clero, evidentemente hanno dato fastidio e hanno generato una particolare resistenza da parte di chi si è sentito chiamare in causa. Forse, però, non hanno capito che ciò facendo andavano rafforzando nel popolo cristiano la figura profetica del Pontefice. Lo stesso tentativo di attribuirgli una malattia invalidante, platealmente smentita dagli stessi attori che sarebbero stati richiamati nella farsa, ha dimostrato una volta di più quanto sia incisiva l’azione semplice ed elementare del suo apostolato basato sull’amore verso gli “ultimi”. L’ostilità non viene solo dai “collaboratori”, viene anche da tutto quel mondo visceralmente anticlericale che vorrebbe ridurre al silenzio la voce del Papa, dei Vescovi e di tutti quei sacerdoti che gridano al mondo di convertirsi. Per quelle persone, compreso qualche giornalista che non si sforza minimamente di essere obiettivo, serve prendersela perfino con l’8 per mille, con caratteri cubitali in prima pagina o parlandone alla radio collegando l'argomento all’arresto dei “corvi”, anche se è un accordo con lo Stato italiano che non c’entra nulla.
Ogni occasione è buona per attaccare la Chiesa. Si vorrebbe che la Gerarchia Ecclesiastica fosse un ente a se stante (in parte hanno già raggiunto l’obiettivo col nostro beneplacito), scollegato dai fedeli, un tamburo da battere a piacimento senza che nessuno si opponga. Che caduta di stile! Quelle sono le stesse persone che sono “aperte” alle richieste dei musulmani che, guarda caso mantengono ben saldo il legame tra fede e politica: una contraddizione degna della loro malafede. Sono sempre loro che si oppongono al sostegno della scuola paritaria gestita dalle varie congregazioni cattoliche adducendo la scusa che la scuola pubblica ha bisogno di essere sostenuta e gli altri devono arrangiarsi. A parte il diritto di poter scegliere liberamente un metodo educativo, con un po’ di ragionevolezza potrebbero comprendere che, nelle attuali condizioni, senza la scuola paritaria il settore dell’istruzione andrebbe in fallimento.
Veniamo a noi: possiamo considerarci esenti da responsabilità dovute a questo stato di cose? Pensiamo davvero che l’ostilità che trova Papa Francesco sia tutta da addebitare alla Curia e agli anticlericali? Non ci siamo liberati troppo presto della “veste candida” del Battesimo? Per le nostre umane fragilità, non abbiamo abbandonato troppo presto la concezione di peccato inducendo il nostro “vicino” a considerare che qualsiasi comportamento è normale anche quando non lo è? Non ci stiamo dimenticando quello che stanno subendo i nostri fratelli cristiani nel mondo?
Il Papa con le parole “… certi sacerdoti quanto male hanno fatto alla Chiesa” è pienamente consapevole dell’opera di risanamento con la quale è chiamato a misurarsi, e quelli di noi che si sentono cristiani, anche se pieni di colpe e di difetti, non dovrebbero lasciarlo solo. Ciascuno dovrebbe fidarsi e trovare il coraggio per difendere il suo operato davanti a tutti. Che bell’esempio di coerenza sarebbe questa! Come fulgido esempio ci è rimasto solo lui: lasciamoci guidare alla ricostruzione morale dell’Italia e del mondo intero.