Per
occupare o conservare il potere, da vent'anni a questa parte, si è continuato a
dire che le ideologie non esistono più. E forse come manifestazione del
pensiero in forma tradizionale è proprio così. Infatti non c’è più la DC, il
PCI, il PSI, il PSDI, PRI, il PLI, il MSI, il PSIUP poi PDUP, i VERDI, le cui
sigle rappresentavano ognuna una differenziazione nell’area di appartenenza,
sinistra, destra o centro. Con la cosiddetta seconda Repubblica si è voluto
semplificare cercando di accorpare un centro-destra e un centro-sinistra per
raggiungere il massimo risultato elettorale cooptando i leader delle rispettive
correnti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: gli sgambetti e i veti
incrociati nonché le differenziazioni sui problemi etici e sociali sono emersi
in tutta la loro dimensione, a destra come a sinistra, creando difficoltà al
governo di turno e una paralisi sulla via delle riforme.
Nell’attuale
situazione in cui le Camere fanno di tutto per attirarsi l’antipatia degli
elettori, l’unico partito che raccoglie consensi è quello che, tra i votanti rimasti,
interpreta il malessere diffuso per le ingiustizie e per le umiliazioni che
sono costretti a subire comuni, provincie e cittadini a fronte di una crisi
economica ancora aperta e a un’organizzazione dell’accoglienza ai profughi e
della sicurezza antiterroristica che l’Europa sta conducendo in modo abbastanza
confuso.
Non
importa se ai proclami giacobini non corrispondano idee e proposte; le persone
lo voteranno per difendere il proprio orticello, per conservare quello che oggi
hanno e domani potrebbero non avere più per non avere tenuto conto a
sufficienza di quello che poteva accadere. Dalla parte opposta, una eccessiva
elasticità nel considerare la libertà, consente ad ogni voce “fuori dal coro”
di accasarsi con loro, formando insieme un impasto radical-socialista che
mescola problemi politici con questioni etiche alle quali (questioni) si
attengono con scrupoloso metodo, cercando di convincere il popolo ad
accettarle.
Mi chiedo: assecondando una o l’altra
parte non è forse scegliere un modo di essere? E cos'altro è un modo di essere
se non il mattone di un’ideologia?