Ho appena finito di leggere
“Silenzio” di Shusaku Endo confesso di essermi trovato profondamente
imbarazzato e scosso dalle provocanti sottolineature del libro.
Si parla di un “gesuita” che per
conoscere la verità sul suo “maestro” accusato di apostasia, decide di recarsi
con un compagno nel Giappone del 1645, in piena persecuzione dei cristiani.
Questo testo interroga tutti noi
occidentali fortunati che guardiamo alle vicende dei cristiani perseguitati,
praticamente vicinissimi alle porte dell’Europa del benessere.
Essere credenti a parole non è
come esserlo nei fatti. Le estreme conseguenze di una fede vissuta e
rivendicata davanti a tutti, già nei nostri paesi liberi sono marcate da atti
discriminatori o coercitivi, figuriamoci nelle nazioni fanatiche e radicalizzate.
Eppure d’innanzi alla più feroce
persecuzione dei cristiani che si ricordi, con centinaia di migliaia di morti
per opera di regimi prevalentemente islamici, si continua ad ostentare una
tranquillità e una distanza indegna per un continente civile come l’Europa. Mi
sorge un dubbio: col mio silenzio non divento anch’io persecutore?
I cristiani di oggi cercano prima
di tutto il loro benessere, poi, in qualche momento di difficoltà, si ricordano
di essere figli di Dio. “Non sono tutti così” mi sembra di sentire obiettare.
Certo che no! Sarebbero finiti i Santi e le ancora tante persone di Dio. Però è
vero o non è vero che dopo la Cresima o l’ultimo Sacramento del percorso
dottrinale, con tutta naturalezza la maggior parte non partecipa alla Messa o
vi partecipa quando ne ha voglia?
Senza voler insegnare niente a nessuno,
basandomi esclusivamente su me stesso, mi sembra che ci sia stato un
corto-circuito proprio nell’insegnamento della Dottrina e nella coerenza nel
viverla. L’esigenza di amore che ognuno porta con se, nella gran parte dei casi,
non è soddisfatta proprio dalla gente che fa parte della Chiesa locale. Quanti
di noi incontrando una persona si interrogano su come si può sentire in quel
momento o se può aver bisogno di qualcosa? Ma senza questa immedesimazione non
si può parlare d’amore e non si costruisce ne la Chiesa ne una comunità.
Mi sono molto interrogato sul perché
Padre Pio da Pietrelcina con le sue Messe da due ore e Confessioni drammatiche riuscisse
a tenere in chiesa una gran massa di persone, mai mancata fino alla sua morte.
La risposta, a mio parere, può essere una sola: nella Confessione, nella
predicazione, nella coerenza della sua vita nella Fede è stato un faro per
tutti quelli che l’hanno conosciuto che per questo si sentivano compresi,
aiutati e sostenuti. Due ore di Messa o essere considerati sacrileghi non
disarmava quelle persone affamate di Dio.
Questo succede ai nostri giorni?
Mi auguro che in qualche chiesa succeda, ma nessuna che io conosca. So che
tanti vorrebbero Papa Francesco come parroco e che tanti invocano le incombenze
che lui non ha come giustificazione all’inefficienza pastorale e al continuo
svuotamento delle chiese. Mi chiedo anche: perché le Chiese perseguitate
presentano cristiani vibranti e pronti alla morte per Cristo? Accostati a loro,
tanti di noi, per la nostra scarsa fede, assomigliamo a dei miscredenti. Mi si
permetta un paragone irriverente: l’opulenza ha generato gli obesi ma per
diventare modelli bisogna avere la volontà di dimagrire. Anche per essere cristiani
bisogna volerlo e nessuna scorciatoia o ambiguità nell’applicazione delle
regole morali riempirà i luoghi di culto, bensì la proclamazione della Parola da
parte del sacerdote con fermo entusiasmo, accompagnato dalla sua amorevole presenza
nelle case delle sue pecorelle.
Un parroco dovrebbe conoscere la
situazione personale di ogni persona della sua comunità per poter svolgere il
suo apostolato e cementare la fede di chi crede e per avere dei testimoni
pronti a tutto.
Quanti di noi sarebbero disposti ad andare in prigione (se non
peggio) pur di non rinnegare la Trinità? Quanti di noi mancando il sacerdote
saprebbero radunare la comunità in preghiera?
Quando la Parola genera amore
fraterno, la certezza dell’immortalità aumenta e si sostiene, cementando dei
cristiani con la “C” maiuscola. E' allora che lo Spirito entra in ognuno di loro.