lunedì 25 aprile 2016

ESTASI A SAN GIORGIO



Il 25 aprile è tradizionalmente la giornata che i cainesi da anni si sono riservata per stare insieme nella località dove, in un’antica chiesetta, S. Giorgio ha vegliato sulle loro attività montanare. Con l’occasione si continua a fare memoria di un compaesano vittima in questi luoghi della violenza nazi-fascista, Pirlo Giovanni. Sebbene negli ultimi anni la frequenza sia molto diminuita, ora pare si stia recuperando la vocazione di ritrovarsi come comunità, quella che stenta a decollare come Parrocchia.
Stamattina all’eremo sono arrivati poco più di una cinquantina di coraggiosi che hanno sfidato il meteo e, in linea con il proverbio che dice “la fortuna aiuta gli audaci”, hanno goduto di uno spettacolo meraviglioso: la vista del M. Doppo innevato al sole, coronato da tante catene di montagne a notevole distanza, grazie a un limpido cielo azzurro. La S. Messa celebrata dal parroco ha spiritualizzato solennemente questo incontro.

Molte persone hanno lavorato per mantenere bello questo luogo ed altre si danno da fare per consentirne l’accesso attraverso sentieri tenuti puliti, addirittura riscoprendone alcuni andati in disuso per rendere sempre nuovo e piacevole il tragitto; queste persone meritano di vedere un giorno l’area di S. Giorgio gremita per l’avvenuta ricomposizione di una comunità civile e religiosa. Le bellezze naturali risaltano ancora di più se sono tante le persone a goderle in serenità.

sabato 23 aprile 2016

UOMINI ALLO SPECCHIO

Su un piccolo libro, tanti anni fa, l’ing. Luciano Silveri, padre del teleriscaldamento a Brescia, riportava le vicissitudini di un gruppo di giovani che lui seguiva all’Ospedale Civile di Brescia, condannati a morte da grave malattia; uno di questi giovani, in occasione di una gita che l’ingegnere organizzava quando le condizioni lo consentivano, meditando sul comportamento delle persone che incontrava, ebbe a dire: “Sono io che non ho capito nulla o quelle persone vivono con la testa nel sacco?”.
Parole dette da una persona che sa di avere il tempo contato ma, proprio per questo, profondamente attaccata alla vita. Mi viene in mente “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello dove è narrata la storia di un uomo, pure condannato a morte da una dolorosa malattia, che si sofferma a pesare la sua esistenza, il tempo che gli rimane e il comportamento di chi gli passa accanto.
In entrambi i casi io sono uno che queste persone vanno incontrando. Come appaio loro? Sto bene (con qualche piccolo disturbo dovuto al naturale logorio degli anni), non ho pressanti problemi economici, non ho più bisogno di lavorare perché ho la mia piccola pensione, i figli grandi hanno fatto famiglia; ho tempo per riflettere sul tempo che mi resta da vivere e che potrebbe essere anche molto poco. Potrebbero vedermi come “osservatore poco impegnato” quando rifletto sulle vicissitudini socio-politiche del mio paese o dell’Italia e le faccio conoscere su face book; un “idealista” o un “incompetente” in base al contenuto delle mie riflessioni; un “bastian-contrario” se pensano che non sono mai d’accordo con nessuno; un “bigotto” quando difendo i principi fondamentali del cristianesimo: Dio, vita, famiglia; un “populista” quando mi scaglio contro l’inefficienza della “casta”; “individualista” perché non faccio parte di nessuna organizzazione; “vanitoso” perché mi piace comparire;  “moralista” perché avrei sempre qualcosa da insegnare agli altri; “ipocrita” perché cerco di mostrarmi fuori quello che non sono dentro; ma anche un “romantico” se mi vedono godere il mio giardino; un “nonno” se mi vedono giocare coi nipotini.
Come persona piena di difetti, mi porto un po’ di tutto questo. Una valutazione superficiale spesso però trae in inganno e induce a vedere solo ombre nella persona che si incontra; solo le persone che ci sono state vicino a lungo ci conoscono per quello che realmente siamo. Se siamo veramente “poco impegnati”, “idealisti”, “incompetenti”, “bastian-contrari”, “bigotti”, “populisti”, “individualisti”, “vanitosi”, “moralisti”, “ipocriti”, o se invece facciamo del nostro meglio per dare il nostro contributo secondo i nostri principi, senza seguire la massa che segue il comportamento “del così fan tutti”. Se anche quelli che ci conoscono bene non trovano in noi delle qualità e te lo fanno capire, allora è proprio il caso di farci dei grossi interrogativi.
Guai a me e guai a tutti quelli che non lasceranno un segno del loro passaggio su questa terra. Non siamo nati per caso ma per volere di Dio e a Lui dovremo rendere conto dei talenti ricevuti.

Ci sarà l’amore in cima all’ “interrogatorio”! Spesso quanto sappiamo amare appare dai musi lunghi che i “condannati a morte” citati sopra notano immediatamente. I nostri Pastori ci hanno insegnato che amare vuol dire perdonare, anche quando non si capisce perché abbiamo ricevuto un torto. Essere aperti alla riconciliazione ci consente di essere sereni e mantenere le nostre relazioni nelle quali possiamo esercitare l’abitudine al sorriso e alla concordia. Magari scopriremo che non occorre andare di fretta per fare tante cose ma che è meglio valorizzare il nostro tempo per farne alcune bene, specialmente se rivolte alla famiglia.

venerdì 22 aprile 2016

PARCO DELLA ROCCA DI MANERBA


114 ettari di territorio costiero e 84 di superficie lacuale sottoposti a una tutela ambientale pari a quella che oggi è riservata solamente ad alcune zone marine protette, come le Cinque Terre. Questo è il risultato, voluto fortemente dalle amministrazioni locali, dopo che il Consiglio Regionale all’unanimità ha istituito la riserva naturale della “Rocca, del Sasso e Parco lacuale” di Manerba del Garda.

Pino Ragni – Voce del Popolo

giovedì 21 aprile 2016

2^ BRIXIA PARACYCLING CUP


Sabato 30 aprile 2016 in Piazza Trieste a Caino verrà posto il traguardo di questa GARA CICLISTICA INTERNAZIONALE riservata alle categorie paralimpiche. Per questo motivo il tratto della strada provinciale compreso tra Nave e Caino rimarrà chiuso dalle ore 07,45 alle ore 11,30.
La gara prenderà avvio a Nave alle ore 08,30 con intervalli di 5 minuti tra le categorie stabilite dall'organizzazione.

domenica 17 aprile 2016

GESTO DI MISERICORDIA

16 aprile 2016

Si alternano i segni di una tragedia epocale mai vista dopo l’ultimo conflitto mondiale. Tuttavia le immagini ci spaventano, temiamo di non essere in grado di dare una sistemazione a questa marea umana e nel contempo la sofferenza ci tocca “dentro”, ci interroga. Così, grazie alle riprese di qualcuno, assistiamo a comportamenti che ci sconcertano: il bambino morto raccolto da un poliziotto sulla spiaggia; lo sgambetto gratuito di una giornalista a un profugo; i muri di filo spinato; il pianto disperato di una migrante che chiede aiuto al Papa. L’aveva detto alla stampa: “Questo viaggio è diverso; è un viaggio triste”. Incontrando i profughi a Lesbo il Papa ha voluto mettersi dalla parte di queste persone, facendo condividere a tutto il mondo il loro cuore spezzato per aver lasciato tutto, casa, affetti, averi, per sentirsi ora respinti da tutti. I "disperati" hanno capito il gesto e, anche se in maggioranza musulmani, hanno ringraziato.

venerdì 15 aprile 2016

LE RELIQUIE DI SAN GIOVANNI PAOLO II


E' stata un grande occasione quella di avere per ben due settimane nella chiesa parrocchiale le reliquie di Papa Wojtyla. Molte persone si sono avvicendate all'altare del Sacro Cuore sostando in preghiera, segno di una venerazione sentita a un Pastore che ha segnato la vita di un'intera generazione ed ha attratto ai suoi insegnamenti persone di ogni età ed estrazione. Purtroppo Domenica 17 aprile le reliquie lasceranno Caino per una nuova destinazione, ma il ricordo rimane sempre vivo, come la lezione di vita che ci ha dato, specialmente negli ultimi giorni della sua tormentata esistenza.

mercoledì 13 aprile 2016

ANCHE L'EUROPA HA I SUOI BULLI


Gran Bretagna, Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, hanno ampiamente usufruito dei soldi dell'Unione ma ora non vogliono fare la loro parte. Dopo il filo spinato ungherese, al blocco delle frontiere degli altri si è aggiunto quello del Brennero per opera di quella che ritenevamo una nazione illuminata: l’Austria. La paura degli immigrati generata dall’incapacità di programmare un’equa distribuzione dei profughi sta facendo saltare l’impianto dell’unione tanto declamato, permettendo a qualche nazione di fare un po’ di bullismo politico.

Se il populismo ha tante adesioni e proprio perché è stato abbandonato l'ideale dell'unità a scapito di questo comportamento. In questo modo i cittadini europei eleggono un Parlamento che non conta, con grande disappunto degli abitanti dell'Unione. Se si facesse oggi un referendum sulla permanenza in Europa si ritornerebbe immediatamente agli Stati nazionali, tant'è la fiducia: populismo su vasta scala?

Per quanto ci riguarda come Italia chiediamoci cosa ha fatto per noi l'Europa per i due marò, per la strage di Ustica, per i rifugiati, per il caso Regeni, ed altro. Per di più, a causa della nostra debolezza politica ed economica, siamo la Cenerentola dell’Unione e, anche quando alziamo la voce, non ci prende sul serio nessuno. Un po’ è colpa nostra, ma noi stiamo facendo “più” della nostra parte.

Se ci fossero delle vere strategie politiche e ce le avessero spiegate, avremmo capito; ma non ci sono strategie, c’è la paura e dei miseri affari commerciali che vanno scalzando tutte le buone intenzioni e ogni ideale di Unione politica del continente europeo. Se la maggioranza degli Stati non si riapproprierà della propria dignità pretendendo il rispetto delle regole, sarà ben difficile arrestare il declino e la sfiducia nell'Europa. Sarebbe più giusto mettere alla porta chi non vuole rispettare gli impegni: non ci sarebbe alcun cataclisma economico, anzi, la rimanente Europa sarebbe un tantino più forte. Auguriamoci che possa accadere in fretta, perché nelle condizioni politiche in cui ci troviamo è difficile affrontare tutte le questioni che abbiamo sul tappeto: il terrorismo è tutt'altro che sconfitto; il medio oriente insieme al nord Africa rimane incandescente; il conflitto tra Russia e Ucraina è una ferita ancora aperta per tutte le nazioni europee; gli immigrati non cessano di arrivare sulle nostre coste.

Le attese dei cittadini d'Europa sono tante ma le risposte non vengono; non può succedere, perchè le loro necessità divergono da quelle della Commissione Europea che non vuole che il popolo interferisca. I politici di oggi sono come i tanti figli che hanno sperperato le risorse e l’ingegno ricevuto dai loro padri, nel nostro caso hanno abbandonato i profondi ideali dei padri fondatori dell’Europa.

venerdì 1 aprile 2016

VOGLIA DI APPARTENERE


Credo capiti a tutti coloro che si avvicinano alla terza età di guardarsi indietro per constatare se le cose sono cambiate in meglio o in peggio. A me capita spesso, e non posso non constatare che rispetto alla mia infanzia il tenore di vita è migliorato; quello che non è migliorato è il tessuto sociale, il rapporto con la politica che è addirittura peggiorato e la credibilità delle Istituzioni che probabilmente ha toccato i minimi storici, compreso l’Europa. Non mi addentro nelle motivazioni perché sono convinto che non ci sia nessuno che possa dichiararsi esente da responsabilità, partendo dal presupposto che ognuno doveva fare la propria parte e a farla sono stati troppo pochi.

La mia riflessione riguarda il presente, con la situazione economico-sociale che ci troviamo davanti.

Lo vedo come un quadro desolante una persona anziana che non trova una “casa” a cui appartenere, un partito, una corrente di pensiero, un “entità” nazionale che siano in grado di alimentare la speranza nel futuro. Eppure ci sono tante persone che come me non si sentono più rappresentate e tante altre che scelgono quello che per loro è il “meno peggio”.

E’ la scelta del meno peggio ci ha portato alle condizioni attuali. La semplificazione ci ha indotto a pensare che non ci siano più italiani che vorrebbero un leader come De Gasperi, Togliatti, Nenni, Almirante, ecc. Lo strapotere di molti politici unito a uno smisurato clientelismo ci ha resi impotenti innanzi a qualsiasi Esecutivo, il quale non è minimamente disposto a sentire ragioni che possano mettere a rischio la loro permanenza nelle stanze dei bottoni; anzi è proprio questa condotta che gli fa trovare più sostenitori di quanti ne abbia effettivamente sulla carta poiché “se tu rimani, rimango anch’io”. Questa impotenza ci pesa, e ci pesa tanto di più perché vediamo che i partiti, tutti, sono occupati quotidianamente a distribuirsi le colpe o attribuirsi dei meriti che non hanno, senza indicare con coraggio la strada maestra che ci porti fuori dalla palude. E’ probabile che sappiano fin troppo bene che per prendere quella strada servono scelte ahimè dolorose per qualcuno e quindi si persegue la politica del capro espiatorio, non importa se intanto i poveri diventano più poveri e i privilegiati (loro compresi) sempre più sfrontatamente si ribellano a qualsiasi sacrificio. Per guadagnare tempo si sparge fumo attivando pseudo-semplificazioni come l’abolizione delle Provincie e del Senato con ragionevoli dubbi sui reali vantaggi economici. Inoltre l’Esecutivo ha in animo di accorpare per Legge i piccoli Comuni e non certo per favorire la loro autonomia. Per non parlare del trattato in discussione segreta tra l’Europa e l’America (TTIP) caldeggiato in modo particolare da Italia e Inghilterra. Possiamo veramente sopportare di aderire a un mercato che non è libero ma semplicemente anarchico e che metterebbe in serio pericolo la nostra salute e i nostri prodotti per qualche posto di lavoro in più?

Per fermare questo declino e ritornare a condividere alcuni ideali dobbiamo scoprire o rinnovare le forze in campo; per quanto affermato sopra possiamo star certi che nessun leader lo renderebbe possibile, quindi perché questo si possa realizzare in un futuro prossimo, è necessario crederci e che tutti gli uomini di buona volontà lo condividano, destra, sinistra, centro.

In particolar modo i cattolici dovrebbero recuperare gli spazi per la formazione sociale come in passato e mettere la parola fine alla diaspora, ritornando agli insegnamenti di don Sturzo e agli esempi di De Gasperi.

La voglia di appartenere finisce qui. Ma se fossero tanti a volere veramente un’Italia pulita con rappresentanze votate al servizio del cittadino, ancorchè senza voce, apparterremmo tutti allo stesso ideale.