mercoledì 22 febbraio 2017

COSCIENTICIDIO


Le parole appena espresse da Dario Franceschini nel suo PD in fibrillazione, “Fermiamoci”, sarebbero da gridare al mondo intero. Libero da ogni seria regolamentazione dei comportamenti sociali l’individuo si sta lanciando in esibizioni inumane e anti-sociali che ci stanno portando inesorabilmente verso il baratro. Il baratro consiste in una nuova “Babele” dove nessun popolo riesce a dialogare con l’altro rivaleggiando fino alle estreme conseguenze. Il conteggio è già iniziato, in nome di un presunto “legittimo” diritto ad avere la precedenza, che nasce da un egoismo “vero”, molti oppongono una ingiustificabile resistenza alla solidarietà verso una moltitudine di concittadini bisognosi e tanti popoli martoriati e disperati, gli stessi popoli che fuggono dai soprusi e dalle violenze perpetrati da mostri del terrore. I più indifesi muoiono in gran numero nell’indifferenza di tanta buona gente. E questo succede perché già all’interno di ogni famiglia si annida l’incomprensione, l’egoismo, l’invidia e i genitori paiono impotenti a indirizzare sul binario giusto l’educazione dei propri figli. Tutto deve essere permesso a tutti, senza che alcuno possa intervenire per limitarne la perversità: solo al povero, all’indifeso, al perseguitato, allo sfruttato non è concesso nulla.
Guadagnare in modo illegale, rubare, corrompere, evadere i tributi, imbrogliare, sfruttare è da molti considerata una forma legittima di difesa contro i soprusi della Pubblica Amministrazione; la colpa non è mai personale. Infatti è gioco facile scagliarsi contro il potere che si arricchisce a dismisura e senza pudore, ma sono le stesse persone che abbiamo eletto perché ci promettevano molti “benefici”, scartando invece coloro che ci prospettavano il cambiamento basato sulla giustizia sociale. C’è l’incapacità dell’individuo di entrare in una fase “rigeneratrice” basata sulla difesa dei più deboli (che non significa appagare i parassiti) attraverso risorse ricavate dalla solidarietà; prova ne è la strenua opposizione alla solidarietà perfino da coloro che, come rappresentanti politici e amministrativi, hanno goduto di privilegi che mal si conciliano con l’attuale condizione di tanti concittadini.
Ci serve una scuola elementare che ci istruisca e ci obblighi al rispetto e alla solidarietà verso gli altri, in famiglia e nella società, pagando il dovuto per avere servizi efficienti organizzati da “persone” efficienti (Pubblica Amministrazione e Potere politico). Ci serve una nuova coscientizzazione che ci ridia il discernimento e la voglia di essere società ben organizzata e attenta ai bisogni reali dei suoi componenti. Femminicidio, razzismo, pedofilia, bullismo, corruzione sono il segno evidente che abbiamo ucciso il “cuore”, la coscienza che troppo spesso non sa distinguere il giusto dall’ingiusto e che nei bambini e nei ragazzi già si comincia a vedere sui bus. Fermiamoci prima che sia troppo tardi! 

martedì 7 febbraio 2017

DEVE SENTIRSI SOLO?

Mi chiedo quanto serva lo sdegno per un’azione platealmente vile, si, ma allo stesso tempo da mettere in conto, a fronte dei grandi passi con i quali ci precede Papa Francesco guidandoci verso la tolleranza e l’amore. Infatti il livore dell’anticlericalismo oggi non sarebbe comprensibile davanti all’opera di pulizia intrapresa da Francesco all’interno della Chiesa; è invece perfettamente logica se si giudica tutto questo opera del demonio. Lui crea il male e le lacerazioni all’interno dei ministri della Chiesa (e tra noi stessi) e poi si delizia a tormentare le loro e nostre miserie, ma soprattutto se la prende con chi ha capito la sua strategia e cerca in ogni modo di contrastarla. Non è una novità, i Santi ne sanno qualcosa.
Ci sarebbe piuttosto da chiedersi: ma noi, riflettiamo veramente su quello che il Papa va dicendo? O ci facciamo abbindolare dai soliti “dispensatori di verità” che sanno vedere solo i difetti del clero e mai i loro o quelli di chi li rappresenta? Costoro sono quelli che guardano l’avvicendarsi degli avvenimenti sociali e politici tifando or per un leader or per l’altro, sbagliando sempre, accumulando delusione e rabbia in continuazione. Il sistema politico e sociale italiano è rimasto fermo con i suoi gravi e conclamati difetti da decenni, mentre la Chiesa, con gli ultimi papi, ha riconosciuto i propri errori e chiesto perdono a Dio e ai fratelli; Papa Benedetto e Papa Francesco hanno iniziato a pulire “l’aia” della Chiesa cercando di ricondurre le finalità delle variegate componenti il mondo cattolico all’unità con i fratelli. Si può ritenere che ci sia molta strada da fare, ma è l’unica istituzione ad aver fatto dei “veri” progressi verso tutta la società contemporanea. Riordiamoci sempre che il Papa è ritornato a ricoprire il ruolo che Gesù ha affidato a San Pietro, e non è quello di gendarme.
Un piccolo spunto su cui riflettere (fa bene anche ricordare): gli unici in Germania a battersi contro Hitler e le sue teorie ariane sono stati pochi cristiani coraggiosi della Chiesa confessante (guidati da Bonhoeffer) che hanno pagato con la vita la loro indisponibilità a tradire il messaggio evangelico. Sono stati abbandonati da tutti in cambio della “tranquillità”.
Questa era la bandiera degli altri cristiani: cristiani tedeschi
Stiamo ripetendo gli stessi errori: in cambio di “tranquillità” ci accodiamo all’andazzo attaccando ogni messaggio di speranza, di solidarietà e di amore che persone di coraggio (numerosi parroci di paese, rappresentanti delle Congregazioni religiose, esorcisti, laici impegnati) non si stancano di ripetere in nome di una società da salvare dall’abisso; ci lascia del tutto indifferenti perfino che i cristiani siano i più perseguitati al mondo. E cosa sono, dei puri? Certo che no, sono umani e come tutti noi sono insieme bene e male, cercano di seguire coerentemente un percorso e ostinatamente rimangono sulla stessa strada perseguendo i loro ideali. Ma ad onor del vero a sacrificarsi per i bisognosi loro ci sono.

Non dobbiamo preoccuparci dunque di un manifesto (a sottolinearne l'immoralità è la sua commercializzazione in internet, e la viltà degli autori è attestata dalla difesa di numerosi quotidiani) ma quanto crediamo nell’opera di papa Francesco e quanto vogliamo che non si senta solo nel compierla.

venerdì 3 febbraio 2017

CAINO SENZA PRETESE

Il 1968 con le lotte operaie, il Movimento Studentesco e il rifiorire di partiti e associazioni, sembra tanto lontano nel tempo da far sorridere chi fosse indotto a parlarne. Quel periodo, come tutti i periodi della Storia, non ha risparmiato errori, anche gravi, ma sicuramente un pregio l’ha avuto: quello di uscire dalla rassegnazione e puntare alla tutela della persona umana nella società. Effetto che è rimasto per diversi anni dopo quegli avvenimenti. Quello che la mia generazione non è riuscita a capire è l’ipocrisia delle “cicale” andate ad accodarsi alla “rivoluzione culturale” di quel periodo come “guru” della nuova democrazia e che dovevano trasformare quello che era stato detto sulle piazze e nelle fabbriche in leggi, che non è stato fatto. Fino agli anni 80 anche Caino dibattè sulla necessità di avere una vera giustizia sociale, basata naturalmente sulle risorse disponibili. In quell’epoca Ermanno Gorrieri scrisse un “libro bianco” sull’argomento. Istanze come quelle non vennero mai considerate dalla classe politica, non potevano seguire la coerenza degli eventi, oggi più che mai, capiamo il perché: il “potere” si regge sugli interessi e senza il sostegno delle lobby non c’è potere. Certamente ci furono dei politici avveduti e onesti e non sono certo io in grado di giudicare se la loro permanenza sugli “scranni” per manifestare la propria opinione abbia o no giovato al miglioramento della politica.
Quello che è evidente oggi è che è andato approfondendosi il fossato tra il politico e il cittadino. Vuol dire che i tentati golpe, le stragi fasciste, le BR hanno reso il “potere” intoccabile. Ci mancava la precarietà causata dalla crisi economica a mettere il bavaglio a tante singole espressioni per la paura di ritorsioni o per il timore che il proprio parere possa lasciare traccia.
Mi siamo veramente in queste condizioni? A meno che le espressioni di face-book non contino nulla, direi proprio di no. Allora perché sui temi più importanti della nostra vita attuale, la povertà, il lavoro, il territorio sempre più devastato, investimenti, l’immigrazione i partiti e le associazioni non si schierano? Tutto tace. La politica si fa con i talk schow per mostrare nuovi (o soliti) volti e poi metterli sul “mercato”. Questa non è Politica. I terremotati, appena ieri (2 febbraio 17), hanno incontrato a Roma i presidenti di Camera e Senato per invocare maggiore celerità nella ricostruzione; poche ore dopo, la discussione in senato sullo snellimento delle operazioni burocratiche, avveniva con solo 11 presenze. Questa si chiama mancanza di rispetto. E voi rappresentanti politici non vi vergognate a non prendere apertamente posizione su questi comportamenti?
Ma se vero che tutto parte dal basso (???) basta osservare quanto partiti e associazioni (culturali) sanno esprimere il proprio pensiero a Caino. Penso che dai manifesti murali della Fenotti & Comini non ci sia stato più alcun segno di espressione politica di nessun partito. Gli unici (per una sola volta) a parlare di come un cattolico deve fare politica, sono stati i Salesiani. In nome della cultura si vanno presentando libri, spettacoli ed altro, mai di un vero problema  (in questo momento quelli amministrativi, pur importanti, non sono paragonabili, per esempio, al lavoro). Cosa pensa il PD, FI, Fratelli d’Italia, 5 Stelle e gli altri concretamente, per esempio, della povertà? E non occorre portare l’ascoltatore in sala: basta portare la sala all’ascoltatore, con un sito o blog web o con un volantino; faremmo un gran servizio alla comunità che non vive solo di rifiuti o di sport.

Caino appare rassegnata, in balia a piccoli problemi resi difficili nella realizzazione a causa della mancanza di fondi, della burocrazia e spesso dalle idee. Caino sembra non campare pretesa alcuna, se anche il paese è pieno di giovani è già vecchio perché dove non si confrontano idee lì non nasce nulla. Tanti aspettano il momento migliore, ma per dire che? Le solite baggianate elettorali di candidato alle prossime amministrative che non mostreranno mai quale individuo abbiamo davanti. Noi abbiamo invece bisogno di giovani che non si nascondono, anzi li vogliamo trasparenti, perché è da loro che dipenderà il nostro futuro.