venerdì 29 giugno 2012
RIFIUTI: SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO
E' stato proprio amaro digerire il boccone di un aumento così alto delle tariffe della Tarsu. Il Sindaco si e' giustificato attribuendone la causa alla realizzazione di una nuova isola ecologica e alle quantità di rifiuti smaltiti. Entrambe le motivazioni appaiono molto deboli e dovrebbero trovare maggiori resistenze in quella opposizione che aveva tutte le soluzioni in mano durante la campagna elettorale e che invece ora non ha più niente da dire ai cittadini di Caino. Partiamo dall'isola ecologica. Come può una buona amministrazione includere nella tariffa dei rifiuti quota parte di un investimento? La Legge non stabilisce che sia il costo del servizio ad essere coperto dalla tariffa e non la costruzione dell'isola ecologica? Ed ora l'aumento delle quantità conferite. Quante sono? I cittadini non hanno il diritto di conoscere quanto del "loro sporco" e' andato nel termo utilizzatore e quanto no? Quanto si e' differenziato in percentuale? Il buon "Brunetto" non mancava mai di aggiornare la cittadinanza attraverso il Notiziario Comunale e la stampa sui rifiuti smaltiti e raccomandare di separarli per evitare inutili aggravi di spesa. Quella diligenza si e' persa. Da allora non si e' più visto un dato; in compenso abbiamo visto gli aumenti, e che aumenti. Si dirà: e' un servizio dell'Unione dei Comuni. E' vero. Ma chi amministra? L'Unione dei Comuni non aveva lo scopo di migliorare i servizi? Ai cainesi esprimere il proprio gradimento. Furgoni e piccoli camion che scaricano di tutto nei cassoni meriterebbero un piccolo controllo di idoneità a smaltire, sanzionando i furbetti, come hanno cominciato a fare a Brescia, che se ne infischiano di penalizzare i residenti. Ma forse e' chiedere troppo.
martedì 12 giugno 2012
LA SCALETTA D'ORO E I "BANDITI"
Le persone che hanno superato i 70 ed hanno sempre abitato a Caino, si ricordano perfettamente com'era il colle di San Rocco, specialmente sul versante che guarda il campanile. Ricordi che risalgono agli anni 49-50 di tutto un digradare di piani coltivati a frumento che al momento della maturazione lo vestivano d'oro. Pochi anni dopo (56-57) era già un colle brullo, senza più alcuna traccia di frumento, dove stormi di bambini (io compreso) giocavano a "banditi" con fucili e pistole ricavati da ramoscelli d'albero le cui forme avevano in comune con le armi solo la piega per l'impugnatura. Quel brulicare scatenato ("Nostro" cadde nella buca ora soprastante il laghetto del presepio) con continui sali-scendi e ruzzoloni, non ha mai destato alcuna preoccupazione nei loro genitori e il ripensarci oggi lascia un nostalgico ricordo di quel "panettone" che non ritornerà mai più com'era.
lunedì 4 giugno 2012
TERREMOTO IN EMILIA-ROMAGNA
E’ successo ancora! La terra, ha
tremato ancora…
Indago nella mia memoria molto
distratta e ho la sensazione di essere cresciuto senza questa ombra
minacciosa. Sicuramente sarà capitato di
aver sentito qualche vibrazione, ma non ricordo un periodo così denso di
scosse.
In realtà,mentre cerco di
informarmi in internet sugli ultimi eventi, mi accorgo che la reale lista di
“eventi vibranti” è infinita.
Siamo un popolo che ha bisogno
delle sue certezze, siamo Italiani e siamo abituati a non lottare per sopravvivere;
ci sono Paesi, oltre alle ben note zone Americane, in cui la casa è normalmente
di legno, normalmente instabile… non posso evitare di esserne colpito ogni
volta che ci penso e poi?
Poi capita che una scossa tira
giù tutto il bel cemento armato di una cittadina bella solida.
Morti, feriti, danni… come fosse
tutto di carta. Solo che non è toccato a me, per fortuna.
Da quando sono padre ogni cosa ha
un risvolto diverso; ogni evento lascia il segno e mi fa pensare a come potrei
reagire se capitasse a me.
Da domani se non avessi più
nulla… o peggio fosse capitato qualcosa alla mia famiglia…
Siamo cresciuti col “sedere nel
burro”; i nonni ce l’hanno sempre detto, non abbiamo provato la fame, la
povertà e la guerra… anche di questi tempi parlare di crisi non è sicuramente
la stessa cosa del secolo scorso, con tutto il rispetto!
Ma un terremoto non è certo da
meno, solo che non siamo più abituati al dolore, al disastro inatteso e
disarmante, all’impotenza dell’uomo, piccolo essere insignificante eppure così arrogante.
Abbiamo violentato la terra
direbbero gli ecologisti e lei si ribella…
Se deve succedere, non puoi farci
niente, dicono i fatalisti…
Quanti altri pensieri… infiniti.
Io penso solo che se non è
toccata a noi siamo fortunati; percorrendo appunto vari siti internet, mi
accorgo di quanto sia normale e consueta una scossa di terremoto, di come
l’Italia sia un paese ad elevato rischio sismico, di quanta poca cultura
abbiamo in merito e di come andiamo velocemente nel panico se “qualcuno” ci
tocca il “burro”. Siamo attaccati, forse troppo alla vita fatta di cose, quindi
queste diventano insostituibili e perderle è come subire una violenza.
La casa, beh gli indigeni la
spostano alla svelta… noi… una valigia da trasportare col carrello solo per un
weekend!
Ci sarà pure una via di mezzo?
Nella fortuna che non sia toccato
a noi, vogliamo almeno darci una regolata?
Se ci capitasse domani? Non c’è
niente che vorremmo già fare oggi?
Se sapessimo che è imminente un
evento che mette a rischio la nostra quotidiana esistenza quale sarebbe la
scaletta in ordine di importanza delle cose da fare?
Penso che valga la pena pensarci…
e deciderci a farla.
Enrico
FONTANE D'AUTORE
L'11 aprile 2007 l' A.C. per mezzo della Commissione Biblioteca, lanciava un concorso di poesia, in lingua e in dialetto, il cui argomento era l'acqua e le fontane. La valutazione dei testi e' stata affidata al giornalista Giacomo Danesi che ne ha stilata una graduatoria tra quelle presentate. Ne e' seguita una serata alla quale hanno partecipato tutti gli autori durante la quale sono state lette tutte le poesie prodotte, lasciando per ultime quelle destinate ad essere assegnate alle antiche fontane del paese. Solo attraverso l'ordine di lettura si e' potuto sapere quale e' risultata la migliore e quelle che l'hanno seguita. Comprensibile il desiderio da parte della A.C. di non produrre graduatorie, ma e' la qualità stessa a fare la differenza e, visto che non c'erano premi in palio, forse sarebbe stato giusto menzionare almeno la prima (fontana di Villa Sera), la seconda (fontana di Micinigo) e la terza (fontana di Villa Mattina bassa), quella che segue e' stata giudicata la migliore.
Il vecchio stanco
presso te riposa
la tua acqua e' compagna
di antiche lavandaie.
Tu
fresca fonte
segni il tempo
col tuo scorrere eterno.
Elisa Morocutti
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