Dimentichiamocelo.
Scopriamo
oggi che il mondo è più diviso che mai, lacerato dalla competizione tra due
grandi potenze (Usa e Cina) e dalla riproposizione nei rapporti internazionali
della legge del più forte. Vittima predestinata l’Europa, il continente patria
della democrazia che dopo secoli di lotte fratricide ha fatto in questi ultimi
ottant’anni della pace la sua condizione di vita.
Fino
all’elezione di Trump, ci siamo baloccati con la speranza che, bene o male,
potessimo proseguire a prosperare senza guerre. Il risveglio é stato
traumatico. Ci ha lasciato tramortiti, incapaci di reagire, inermi di fronte a
Trump, Putin e Xi Jinping che si stanno spartendo il mondo.
Sarà
brutale il trattamento che Trump, il presidente della nazione fino a ieri
nostra grande amica e alleata, ci sta riservando: nuovi dazi e un nuovo ordine
che passa sulla testa dell’Europa. Un trattamento che di regola si riserva al
nemico, non ad un alleato.
Irricevibile
la lezione di democrazia che il vicepresidente Vance ci ha impartito a Monaco
sul nostro presunto tradimento dei valori liberali. Da qual pulpito viene la
predica, ci verrebbe da dire. Il suo presidente ha appena amnistiato i
colpevoli dell’assalto a Capitol Hill, ossia dell’attacco al cuore della
democrazia americana.
Sarà
sconcertante assistere allo spettacolo della vittima dell’aggressione russa
(Zelensky) trattata da carnefice, di una nazione (l’Ucraina) che dopo essere
stata invasa e devastata viene fatta passare per artefice della guerra.
Sarà
inaudito sentire il ministro ombra di Trump, il magnate Elon Musk, dire che il
presidente ucraino, il resistente all’aggressione russa, “si nutre dei cadaveri
dei suoi soldati”.
Potremmo
continuare a lungo ad elencare i motivi di sconcerto suscitato dalla svolta
politica di Trump, ma servirebbe solo a lasciarsi attoniti, incapaci di reagire
allo shock subito.
È
urgente, invece, prendere coscienza della nuova realtà che si è disegnata,
prima che questa ci cancelli dalla storia.
Come
sempre, il punto di partenza per reagire a una sconfitta è rendersi conto di
quel che è avvenuto. E questo è molto chiaro, anche se dolorosamente grave.
Pensavamo
di non avere problemi di sicurezza, comodamente sistemati sotto l’ombrello
protettivo degli Stati Uniti.
Pensavamo
di poter continuare a sviluppare la nostra economia grazie al rifornimento a
buon mercato della Russia.
Pensavamo
di poter contare per il nostro sviluppo economico con l’accesso libero ai
mercati dell’America e della Cina. Dimentichiamocelo.
Ci
tocca assumere la responsabilità del nostro futuro. Ci aspetta un mondo
regolato, ora più che mai, dalla legge del più forte. Sarà bene ricordarcelo in
futuro. Non è consigliabile, non è prudente fronteggiare l’orso russo armati
della sola bandiera della pace.