Che cosa è rimasto delle preghiere per la “Chiesa del
silenzio” raccomandate in tutte le Diocesi negli anni ’50?
Sembra una domanda banale, ma in realtà segnala il
progressivo allontanamento dei cristiani dalla solidarietà … almeno quella
morale.
I cristiani sono perseguitati ovunque fuori dall’Europa,
eppure sono in pochi a rispondere alle loro invocazioni. Esiste solo quello che
gira intorno a noi, che condiziona la nostra vita quotidiana; bendiamo gli
occhi per non sapere la storia del prodotto che ci viene offerto sugli
scaffali del supermercato a un prezzo allettante.
“È la globalizzazione”, siamo portati a dire: ma perché non viene invocata la “globalizzazione dei diritti”?
È più comodo difendersi dietro allo Stato laico; in questo
modo, anche dove i diritti più elementari non vengono rispettati, si può
commerciare qualsiasi cosa, anche gli esseri umani che ci stanno dietro, o
quelli che fuggono in cerca di una vita più decente per sé e per le loro
famiglie. Non ci tocca più di tanto neppure il caso che qualche italiano
incappi nelle mani della “ingiustizia” di qualche nazione amica (vedi Regeni
per il quale non vengono più appesi i consueti striscioni gialli che l’Egitto
non gradisce).
Siccome però non viviamo di utopie, non possiamo basarci su
chi ci governa, loro devono far coincidere l’interesse nazionale con quello
internazionale, quasi mai con un rapporto di forza a nostro favore; conteremmo molto
di più se, il cosiddetto “popolo”, recuperasse un po’ di memoria e ricordasse
quanto siamo stati umiliati grazie a certi “governi”.
I cristiani potrebbero dare molto per la costruzione di una
cultura della consapevolezza, della memoria e del diritto nella giustizia. Se non
lo fanno, non solo dissacrano la loro esistenza a favore del laicismo, che già
ha avviluppato la maggioranza degli abitanti del vecchio continente, ma
concorrono nell’erosione dei principi sacrosanti validi per tutto il mondo con
conseguenze distruttive, specialmente per le giovani generazioni (già ne stiamo
vedendo alcune manifestazioni nelle tante guerre, nelle disuguaglianze sociali,
nelle tragedie dovute ai cambiamenti climatici).
Se un
uomo non è disponibile a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue
idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla. (Ezra Pound)