domenica 8 gennaio 2023

LA NOSTRA SANITA'

 



Il servizio sanitario italiano fornisce ai cittadini una copertura universale, in gran parte gratuita, oltre a una serie di servizi per persone affette a malattie croniche, completamente coperti.

Il cittadino italiano contribuisce al costo delle prestazioni sanitarie pagando il ticket, introdotto nel 1982. Questa è la teoria. La realtà, nel nostro Paese, sta assumendo forme che guardano agli Stati Uniti, pur nella sostanziale differenza tra i due servizi sanitari.

In pratica, anche in Italia, la spesa sanitaria, quella che il cittadino deve pagare di tasca propria, è in costante ascesa. Dall’ultima rilevazione della Ragioneria generale dello Stato, risulta che gli italiani per curarsi, oltre al ticket, pagano direttamente oltre 37 miliardi di euro, con la Lombardia al primo posto. Elementi che confermano sempre più i timori e le preoccupazioni del cittadino per il suo futuro “sanitario” così come si prospetta all’orizzonte.

Rimane forte l’amarezza nel ritenere che la spesa di tasca propria sia la più grande forma di diseguaglianza nella sanità, poiché mette i cittadini nella condizione di accedere alle cure solo in ragione della propria capacità reddituale, facendo venir meno i principi alla base del Servizio Sanitario Nazionale. Quel Servizio nato nel 1978 e di cui amiamo farci vanto con il resto del mondo.

I principi vengono meno quando sei sostanzialmente costretto a pagare una visita o un esame diagnostico di tasca tua perché le prima data disponibile con il Servizio nazionale è al di là di ogni possibilità di attesa.

Vengono meno quando la spesa sanitaria riconosciuta agli anziani ospiti nelle RSA non è sufficiente a garantire prestazioni adeguate alla loro fragilità.

Vengono meno quando nelle stesse RSA convenzionate i posti letto non sono sufficienti a dare risposta in tempi ragionevoli e le famiglie, che non sono più in grado di affrontare il peso di un’assistenza che deve essere qualificata e devono ricorrere a strutture non convenzionate con costi proibitivi. E chi non ha un reddito adeguato deve arrangiarsi.

Chi mai dovrebbe portarci come esempio?

Tratto da un articolo di

Anna Della Moretta