fare di buono per avere la vita eterna? – Gli
disse Gesù: - Perché mi interroghi
su ciò che è buono? Buono è uno solo.
Se vuoi entrare nella vita, osserva i
comandamenti – Gli chiese: - Quali? –
Gesù rispose: non uccidere, non com-
mettere adulterio, non rubare, non
testimoniare il falso, onora tuo padre e tua
madre e amerai il prossimo tuo come te stesso
– Il giovane gli
disse: - Maestro,
tutte queste cose le ho osservate;
cosa mi manca? – Gli disse Gesù: - Se vuoi
essere perfetto, va’, vendi quello che
possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro
nel cielo; poi vieni e seguimi! – Udite
queste parole, il giovane se ne andò triste;
possedeva infatti molte ricchezze.
Gesù allora disse ai suoi discepoli:
- In verità io vi dico, difficilmente un ricco
entrerà nel regno dei cieli. Ve lo
ripeto: è più facile che un cammello passi per
la cruna di un ago che un ricco entri
nel regno di Dio – A queste parole i disce-
poli rimasero molto stupiti e
dicevano: - Allora chi può essere salvato?
– Gesù li guardò e disse: - Questo è
impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è
possibile –
Matteo,19-16,26”
Gesù voleva dire veramente quello che ha detto, o era una provocazione
per farci capire quanto dobbiamo sentirci staccati dalla ricchezza?
Nel discorso della montagna vi è, purtroppo per noi uomini, pieni di noi
stessi, la conferma che le sue parole non sono semplice provocazione ma
consigli esistenziali. Questo discorso, così preciso e particolareggiato, ci
pone davanti a una scelta: o il Regno o la distruzione.
“… Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà
simile a un
uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia,
strariparono
i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non
cadde, perché
era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le
mette in prati-
ca, sarà simile ad un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla
sabbia. Cadde la
pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su
quella casa, ed essa
cadde e la sua rovina fu grande.
Matteo,7-24,27”
Molte altre letture del Vangelo conducono alla
medesima conferma, all’indicazione precisa di quello che siamo chiamati a fare
su questa terra.
E adesso? Cosa facciamo dopo questo insegnamento? Dare
tutto ai poveri? Non ci riusciremo mai senza il Suo aiuto.
“Ma ogni persona è chiamata a sentirlo e a viverlo nel
modo che Dio dispone, unico per ciascuno, secondo le situazioni e secondo la
grazia fornita da Dio. E noi dovremmo procedere lentamente, pregando,
ragionando e prestando attenzione all’influenza possibile delle nostre scelte
sugli altri.
Nel braccio della morte di Dale
Recinella”
Abbiamo però alcuni punti di forza da sfruttare:
primo, l’abbandonarsi fiduciosi a Dio perché sia Lui a lavorare in noi;
secondo, dedicarci alla preghiera, in qualsiasi modo rivolta, purché sia con
trasporto e amore; terzo, un po’ di digiuno può purificare spiritualmente e
renderci più attenti ai segni che ci manderà; quarto, Spirito Santo vieni in
nostro aiuto, sia la giaculatoria più ricorrente.
Quindi, stabilito che Gesù ha voluto dire proprio
quello che ha detto, abbandonati a Lui saremo portati a compiere le gesta che
di volta in volta ci indicherà. Dobbiamo solo avere fede e prestare ascolto ai
segnali che troveremo lungo il nostro cammino.