I cristiani sanno che da qualche
parte è scritta la data che segnerà la fine dell’esistenza umana, ma ugualmente
si comportano come se non dovesse succedere mai.
Coloro che non credono fanno
spallucce sorridendo per queste ingenuità da medioevo convinti che è qui e oggi
che dobbiamo sviluppare le nostre potenzialità raccogliendo ciò che l’umanità ci
mette a disposizione finché siamo in vita.
Ma nei cieli, in terra, sottoterra, e
nei mari ci sono arsenali con armi pronte a far fuoco! Chi è più debole e chi è
più forte? Chi può impedire un atto dimostrativo a colui che si crede forte? E
poi cosa succede?
Catastrofismo o realismo? Mi rendo
conto che la convinzione generale sia quella di essere impotenti e quindi di
vivere al meglio il presente fidando che i governanti siano in grado di
bloccare gesti sconsiderati. Tuttavia, il rischio esiste, ed è quotidiano. Dal
momento che siamo impotenti è utile non disperarsi e continuare a fare la
nostra vita in modo consapevole: preparati al peggio per apprezzare meglio le
persone che abbiamo accanto e le qualità che ci sono state donate.
Abbiamo sempre saputo che la vita di
ognuno ha un termine, più o meno lungo, che gli concede di lasciare qualche
segno positivo del suo passaggio su questa terra; camminando ora sul filo del
rasoio, a maggior ragione abbiamo molto da riflettere su quello che sta
accadendo in tutto il mondo. Basta minimizzare! È il momento di sfruttare tutte
le qualità e capacità del nostro cuore per essere uniti e solidali ad
affrontare il futuro.
Per noi cristiani la responsabilità sarà
molto più grande se non eleveremo a sufficienza la nostra preghiera a Dio perché
ci risparmi ancora una volta da un flagello di queste dimensioni (sempre se non
siamo giunti alla data finale).
Infatti, noi sappiamo perfettamente che
solo Dio vince l’ottusità umana e la nostra inclinazione al male. Solo Lui può
trarci d’impaccio. “Pregate per non cadere in tentazione” diceva Gesù ai suoi “Vescovi”
nel Getsèmani prima di essere messo in croce.