Quando si legge “Amoris Laetitia”
non c’è più bisogno di cercare altre riflessioni perché l’esortazione
apostolica offre un quadro preciso e universale dell’amore. Non a tutti però è
congeniale una lettura così ricca da apparire pesante da intendere. Per questo
ho voluto estrapolare il mio pensiero sull’argomento, col mio modo di
ragionare, grossolano ma elementare. Lungi da me il tentativo di confrontare la
meravigliosa filosofia di Papa Francesco con il mio pensiero scarabocchiato.
La riflessione ebbe
inizio improvvisamente in chiesa, il luogo che dovrebbe strapparti dalla terra
per unirti al cielo, a conferma che il diavolo c’è e spesso dove c’è l’acqua
santa.
Non è la prima volta che
mi capita e spesso mi assalgono all’improvviso pensieri sulla mia comunità, su
come potrebbe essere e cosa io potrei fare. Mi capita anche di chiedermi cosa
ci facciamo lì se poi, una volta usciti, manco ci salutiamo. Siamo tutti dei
bigotti che si sentono obbligati ad ascoltare la Messa la Domenica? Dal
raccoglimento di qualcuno deduco che non è così, almeno non lo è per tutti.
Ma a me rimane la
convinzione che, oggi, fare i cristiani sia un optional con una assenza totale
di sentimento. Se davvero sentissimo nel nostro intimo che un uomo è morto per
noi per pagare il debito di Adamo ed Eva, non potremmo fare a meno di mettere
in pratica le sue raccomandazioni: amatevi gli uni gli altri come io ho amato
voi.
Amatevi. L’amore è la
parola più abusata dei nostri tempi. Quello che è certo è che tutti abbiamo un
gran bisogno di riceverlo ma pochi sanno donarlo. Amiamo tutto, purché non ci
porti via niente e non costi nulla, ne fatica ne denaro. Amiamo tanto un
animale quanto un umano concedendo a entrambi gli stessi diritti. Spesso
trattiamo i nipoti come giocattoli e poi li viziamo perché non ci disturbino.
L’amore rimane un
sentimento molto complicato che richiede abbandono nell’amato ma anche un leale
confronto quotidiano. Nessuna gabbia deve custodire “il proprio bene” o
fatalmente lo soffocherà. Eppure non c’è niente di più bello che vivere
nell’amore.
Amore di coppia
Nel tempo (ma ancora
adesso in alcune nazioni) si è fatta violenza a questo sentimento, con
costrizioni e abusi, con matrimoni basati sulla convenienza o l’interesse, che
hanno ridotto la donna al ruolo di semplice marionetta, se non solo a quello di
procreare figli.
Oggi, coi tempi che
potrebbero consentire ampiamente lo sviluppo dell’amore, i nostri figli e
nipoti sfidano la natura con esperienze di ogni genere all’insegna del diritto
alla propria libertà. Non si rendono conto che così facendo rendono
complicatissimo quel l’aspetto dell’amore che si chiama “abbandono nell’amato”
senza il quale viene a mancare la fiducia piena e la quotidiana disponibilità
al dialogo e al perdono, i soli mezzi che conservano l’amore.
Non varrà per tutti,
perché l’uomo ha delle capacità incredibili se vuole usarle, ma la superficialità
con la quale tantissime coppie si mettono assieme producono il risultato che è
sotto gli occhi di tutti: coppie che scoppiano dopo poco tempo per assenza di
amore. Se aggiungiamo poi la “grande” memoria che ha il genere maschile nel
ricordare le leggerezze femminili, possiamo capire anche quanto sia ingabbiata oggi
la fiducia nella donna; questo spiegherebbe in buona parte la facilità con la
quale si accede alla “convivenza” e quanto invece sia diventato difficile
arrivare all’altare. Sembra che il richiamo della carne abbia il sopravvento su
tutti i ragionamenti e purtroppo non sempre l’attrazione è diretta alla scelta
come compagno/a di vita. I tempi moderni, insieme al maschilismo (che in parte
ancora rimane) hanno scardinato il sapiente pensiero femminile di donarsi solo
al proprio sposo. Moltissime donne, supportate e stimolate dalle loro mamme e
nonne, lo affermavano esplicitamente. Oggi il solo proporlo ti fa guadagnare
derisione e scherno.
Amore cristiano
Il vincolo, soprattutto
quello religioso, è molto importante per la formazione di quella cellula della
società che nel tempo sarà determinante nella formazione delle nuove famiglie. L’insegnamento della religione cristiana è
stata protetta dallo Stato fino a non molti anni fa, e il prete era una
autorità civile insieme al Sindaco, al maestro, al dottore e al farmacista.
Allora si credeva ciecamente che quello che diceva il sacerdote era per il
nostro bene, tanto che polli e conigli spesso allietavano la tavola del
religioso. Ora non è più così. Complice il desiderio di impedire lo svuotamento
delle chiese il clero ha addolcito i suoi insegnamenti col risultato di essere
meno credibile. Sono convinto infatti che tutti gli uomini abbiamo bisogno di
amore e comprensione e niente gli dia questa sensazione più del parlare chiaro
e definitivo: paletti da non scavalcare per rimanere nella fede. La Parola
portata nelle famiglie da un padre pastore alla ricerca di ferite da
rimarginare e sentimenti da rinforzare. Se la chiesa si svuota bisogna portare
la chiesa nelle case è ormai da lì che può iniziare il ritorno. Dov’è l’amore
cristiano dei pochi che vanno in chiesa? Ci salutiamo coi musi lunghi e non
facciamo relazione: è questo il cristianesimo? Come possiamo far conoscere
l’amore se noi per primi non sappiamo che cos’è? Va tutto bene? No!!! Se in una
famiglia ci sono dei malumori o dei disaccordi cosa si fa? Ci si siede a tavola
e se ne parla. Ma per parlarne abbiamo bisogno che ci sia un pastore che è di
famiglia, che la conosce sapendola stimolare, che sa starle a fianco senza
superiorità con tutta la sua comprensione aiutandola a superare qualche
difficoltà incontrate sul cammino.
Fino a quando questo non
accadrà i nostri figli berranno la nostra vita riversandolo nella società che avremo
contribuito a costruire anche coi nostri demeriti.
Ho osservato il grest al
mio paese in questo anno reso difficile dalla pandemia. Sono stati prodotti
degli sforzi encomiabili per coronare questo impegno importante e tutto nella
sua semplicità è andato bene. Ma alla Messa della domenica (quantunque
facoltativa) i ragazzi mancavano quasi tutti. Perché? Penso che la causa
principale stia nella poca importanza che tanti genitori danno alla Messa, ma
anche al fatto che sia gli educatori che i sacerdoti non sanno trasmettere il
significato “dell’andare a Messa” che è la scoperta più importante che un
cristiano può fare. Mi rendo conto delle difficoltà nel voler realizzare questo
“miracolo”, ma senza questa maturazione saremo sempre cristiani a metà. Le
chiese si riempiono per due distinti motivi: o per bigotteria o per amore,
amore a Gesù crocifisso. Sorvolando sul primo caso che non è di questi tempi, solo
nel secondo caso abbiamo la possibilità di realizzarci come uomini/donne e come
cristiani. Lontani da Gesù c’è solo fumo e confusione dove è molto difficile la
condivisione dello stesso messaggio cristiano, del medesimo stile di vita,
della crescita di una mentalità comune, della solidarietà e la coltura degli
stessi valori. Ma amarsi tra persone è possibile? Personalmente credo di si ma
riuscirci è dono di pochi. Durante la mia infanzia, per fortuna, ho conosciuto
momenti che mi hanno avvicinato al “Crocifisso”, ma tali insegnamenti non hanno
più avuto seguito nella gioventù e nell’età adulta con la conseguenza che, nel “fumo”
delle forti convinzioni giovanili e post, non ho tenuto sempre aperta quella
porticina verso il “prossimo” proprio per aver separato la mia vita cristiana
dalla mia vita sociale. Questo limite impedisce di avere relazioni sempre serene;
come potrebbe realizzarsi l’amore? Separare l’amore cristiano e la “vocazione”
di fede dalla vita di tutti i giorni comporta automaticamente la distorsione
del messaggio evangelico e il conseguente svuotamento delle chiese.
Tuttavia chi non si
rassegna a vivere nel “fumo” sa che la Chiesa di Pietro non cesserà mai di
esistere, nonostante gli sbagli dei suoi fedeli e dei suoi pastori, il Papa rimarrà
un faro illuminante sul nostro cammino e continuerà a donarci la certezza che
anche se cadremo sotto il peso dei nostri sbagli, potremo rialzarci e
continuare la ricerca in noi stessi dell’autentico amore che sorregge il mondo
e la nostra vita.