venerdì 9 ottobre 2020

LIBERO PENSARE SULL’AMORE

 

Quando si legge “Amoris Laetitia” non c’è più bisogno di cercare altre riflessioni perché l’esortazione apostolica offre un quadro preciso e universale dell’amore. Non a tutti però è congeniale una lettura così ricca da apparire pesante da intendere. Per questo ho voluto estrapolare il mio pensiero sull’argomento, col mio modo di ragionare, grossolano ma elementare. Lungi da me il tentativo di confrontare la meravigliosa filosofia di Papa Francesco con il mio pensiero scarabocchiato.

La riflessione ebbe inizio improvvisamente in chiesa, il luogo che dovrebbe strapparti dalla terra per unirti al cielo, a conferma che il diavolo c’è e spesso dove c’è l’acqua santa.

Non è la prima volta che mi capita e spesso mi assalgono all’improvviso pensieri sulla mia comunità, su come potrebbe essere e cosa io potrei fare. Mi capita anche di chiedermi cosa ci facciamo lì se poi, una volta usciti, manco ci salutiamo. Siamo tutti dei bigotti che si sentono obbligati ad ascoltare la Messa la Domenica? Dal raccoglimento di qualcuno deduco che non è così, almeno non lo è per tutti.

Ma a me rimane la convinzione che, oggi, fare i cristiani sia un optional con una assenza totale di sentimento. Se davvero sentissimo nel nostro intimo che un uomo è morto per noi per pagare il debito di Adamo ed Eva, non potremmo fare a meno di mettere in pratica le sue raccomandazioni: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.

Amatevi. L’amore è la parola più abusata dei nostri tempi. Quello che è certo è che tutti abbiamo un gran bisogno di riceverlo ma pochi sanno donarlo. Amiamo tutto, purché non ci porti via niente e non costi nulla, ne fatica ne denaro. Amiamo tanto un animale quanto un umano concedendo a entrambi gli stessi diritti. Spesso trattiamo i nipoti come giocattoli e poi li viziamo perché non ci disturbino.

L’amore rimane un sentimento molto complicato che richiede abbandono nell’amato ma anche un leale confronto quotidiano. Nessuna gabbia deve custodire “il proprio bene” o fatalmente lo soffocherà. Eppure non c’è niente di più bello che vivere nell’amore.

Amore di coppia

Nel tempo (ma ancora adesso in alcune nazioni) si è fatta violenza a questo sentimento, con costrizioni e abusi, con matrimoni basati sulla convenienza o l’interesse, che hanno ridotto la donna al ruolo di semplice marionetta, se non solo a quello di procreare figli.

Oggi, coi tempi che potrebbero consentire ampiamente lo sviluppo dell’amore, i nostri figli e nipoti sfidano la natura con esperienze di ogni genere all’insegna del diritto alla propria libertà. Non si rendono conto che così facendo rendono complicatissimo quel l’aspetto dell’amore che si chiama “abbandono nell’amato” senza il quale viene a mancare la fiducia piena e la quotidiana disponibilità al dialogo e al perdono, i soli mezzi che conservano l’amore.

Non varrà per tutti, perché l’uomo ha delle capacità incredibili se vuole usarle, ma la superficialità con la quale tantissime coppie si mettono assieme producono il risultato che è sotto gli occhi di tutti: coppie che scoppiano dopo poco tempo per assenza di amore. Se aggiungiamo poi la “grande” memoria che ha il genere maschile nel ricordare le leggerezze femminili, possiamo capire anche quanto sia ingabbiata oggi la fiducia nella donna; questo spiegherebbe in buona parte la facilità con la quale si accede alla “convivenza” e quanto invece sia diventato difficile arrivare all’altare. Sembra che il richiamo della carne abbia il sopravvento su tutti i ragionamenti e purtroppo non sempre l’attrazione è diretta alla scelta come compagno/a di vita. I tempi moderni, insieme al maschilismo (che in parte ancora rimane) hanno scardinato il sapiente pensiero femminile di donarsi solo al proprio sposo. Moltissime donne, supportate e stimolate dalle loro mamme e nonne, lo affermavano esplicitamente. Oggi il solo proporlo ti fa guadagnare derisione e scherno.

Amore cristiano

Il vincolo, soprattutto quello religioso, è molto importante per la formazione di quella cellula della società che nel tempo sarà determinante nella formazione delle nuove famiglie.  L’insegnamento della religione cristiana è stata protetta dallo Stato fino a non molti anni fa, e il prete era una autorità civile insieme al Sindaco, al maestro, al dottore e al farmacista. Allora si credeva ciecamente che quello che diceva il sacerdote era per il nostro bene, tanto che polli e conigli spesso allietavano la tavola del religioso. Ora non è più così. Complice il desiderio di impedire lo svuotamento delle chiese il clero ha addolcito i suoi insegnamenti col risultato di essere meno credibile. Sono convinto infatti che tutti gli uomini abbiamo bisogno di amore e comprensione e niente gli dia questa sensazione più del parlare chiaro e definitivo: paletti da non scavalcare per rimanere nella fede. La Parola portata nelle famiglie da un padre pastore alla ricerca di ferite da rimarginare e sentimenti da rinforzare. Se la chiesa si svuota bisogna portare la chiesa nelle case è ormai da lì che può iniziare il ritorno. Dov’è l’amore cristiano dei pochi che vanno in chiesa? Ci salutiamo coi musi lunghi e non facciamo relazione: è questo il cristianesimo? Come possiamo far conoscere l’amore se noi per primi non sappiamo che cos’è? Va tutto bene? No!!! Se in una famiglia ci sono dei malumori o dei disaccordi cosa si fa? Ci si siede a tavola e se ne parla. Ma per parlarne abbiamo bisogno che ci sia un pastore che è di famiglia, che la conosce sapendola stimolare, che sa starle a fianco senza superiorità con tutta la sua comprensione aiutandola a superare qualche difficoltà incontrate sul cammino.

Fino a quando questo non accadrà i nostri figli berranno la nostra vita riversandolo nella società che avremo contribuito a costruire anche coi nostri demeriti.

Ho osservato il grest al mio paese in questo anno reso difficile dalla pandemia. Sono stati prodotti degli sforzi encomiabili per coronare questo impegno importante e tutto nella sua semplicità è andato bene. Ma alla Messa della domenica (quantunque facoltativa) i ragazzi mancavano quasi tutti. Perché? Penso che la causa principale stia nella poca importanza che tanti genitori danno alla Messa, ma anche al fatto che sia gli educatori che i sacerdoti non sanno trasmettere il significato “dell’andare a Messa” che è la scoperta più importante che un cristiano può fare. Mi rendo conto delle difficoltà nel voler realizzare questo “miracolo”, ma senza questa maturazione saremo sempre cristiani a metà. Le chiese si riempiono per due distinti motivi: o per bigotteria o per amore, amore a Gesù crocifisso. Sorvolando sul primo caso che non è di questi tempi, solo nel secondo caso abbiamo la possibilità di realizzarci come uomini/donne e come cristiani. Lontani da Gesù c’è solo fumo e confusione dove è molto difficile la condivisione dello stesso messaggio cristiano, del medesimo stile di vita, della crescita di una mentalità comune, della solidarietà e la coltura degli stessi valori. Ma amarsi tra persone è possibile? Personalmente credo di si ma riuscirci è dono di pochi. Durante la mia infanzia, per fortuna, ho conosciuto momenti che mi hanno avvicinato al “Crocifisso”, ma tali insegnamenti non hanno più avuto seguito nella gioventù e nell’età adulta con la conseguenza che, nel “fumo” delle forti convinzioni giovanili e post, non ho tenuto sempre aperta quella porticina verso il “prossimo” proprio per aver separato la mia vita cristiana dalla mia vita sociale. Questo limite impedisce di avere relazioni sempre serene; come potrebbe realizzarsi l’amore? Separare l’amore cristiano e la “vocazione” di fede dalla vita di tutti i giorni comporta automaticamente la distorsione del messaggio evangelico e il conseguente svuotamento delle chiese.

Tuttavia chi non si rassegna a vivere nel “fumo” sa che la Chiesa di Pietro non cesserà mai di esistere, nonostante gli sbagli dei suoi fedeli e dei suoi pastori, il Papa rimarrà un faro illuminante sul nostro cammino e continuerà a donarci la certezza che anche se cadremo sotto il peso dei nostri sbagli, potremo rialzarci e continuare la ricerca in noi stessi dell’autentico amore che sorregge il mondo e la nostra vita.