domenica 15 luglio 2018

LE GUIDE DI SAN GIORGIO


Oggi, 15 luglio, ho approfittato della periodica apertura dell’Eremo di San Giorgio per fare una capatina e osservare gli affreschi dopo il primo intervento di restauro.
Non sono un intenditore, ma da quello che ho potuto vedere i lavori hanno evidenziato i tratti in maniera così evidente da mostrare interamente tutta la bellezza, la ricchezza e il significato di quei disegni.
Ma mi ha colpito ancor di più la preparazione che i volontari hanno acquisito stando a contatto con gli abili restauratori. Piacevolmente sorpreso mi sono trattenuto ad ascoltare la descrizione che uno di loro faceva ad un gruppetto di persone sulle rappresentazioni, rispondendo a ogni domanda che gli veniva posta.
E’ un tangibile segno di immersione e condivisione del progetto da parte dei volontari, che trascina tutti i visitatori che passano di là. Quindi non solo disponibilità all’apertura, agli spuntini conviviali nei giorni stabiliti, alla manutenzione della struttura, ma anche documentazione che giustifica l’importanza e l’opportunità di quell’intervento.
Se questa esperienza potesse essere ripetuta in altri santuari e strutture locali, si potrebbe pensare di costituire una Pro-loco che rispolveri di tanto in tanto quello che di bello ci hanno lasciato i nostri antenati.

UN TESORO SU UNO SPERONE DI ROCCIA

Per un ulteriore approfondimento ho voluto interpellare i volontari che mi hanno girato delle informazioni ulteriori, molti le conosceranno già, altri le potranno gradire.

Ogni abitante di Caino lo sa, basta alzare lo sguardo per incrociare quello sperone roccioso che domina la valle principale del paese.
In un ideale percorso spirituale, perché no, anche un po’ penitenziale visto lo sforzo, si può percorrere attraverso un unico itinerario il pellegrinaggio di alcuni santuari del Paese: dopo la parrocchiale, S.Rocco, la Madonna delle Fontane, e in alto appunto S.Giorgio.
Lo sperone roccioso domina con il suo eremo, come una roccaforte a difesa della fede, la nostra piccola valle, intitolato appunto ad un santo guerriero, fin dal medioevo.
Le notizie più antiche ci riportano prima del 1300 d.C., quando il Papa, Nicola IV, concede un’indulgenza proprio a questo piccolo luogo di culto.
Ampliato successivamente in altri due momenti si presenta nella condizione attuale composto da chiesa a due campate, romitorio e locale su due livelli, di cui uno interno che funge da camera e un bivacco sempre aperto seminterrato accessibile dall’esterno (oggi ricovero per escursionisti).
Grazie alla fede della gente del paese ed in particolare ad un mecenate,che verrà anche ritratto, vennero commissionati degli affreschi che risalgono al primo ventennio del XVI secolo; realizzati in tempi diversi adornarono l’altare e l’arco santo di importanti immagini: gli emblemi degli evangelisti, alcuni santi protettori del tempo il culto dei quali era caro ai committenti, il Cristo deposto, una Madonna che allatta il Bambino venerata dal già menzionato mecenate, una classica Annunciazione ed il Cristo Pantocrator in mandorla.
I suddetti affreschi resistiti al tempo e all’incuria sono rimasti a monito di un gesto di fede e di sacrificio, che oggi difficilmente si potrebbe emulare, nonostante la custodia dei monaci Umiliati prima e di eremiti poi venne meno e il luogo fu addirittura sede di brigantaggio o ricovero di animali.
Il luogo si presenta oggi in condizioni assolutamente invidiabili, vista l’età e l’ubicazione non esattamente confortevole; ciò è stato reso possibile grazie alla cura instancabile del suo custode (Umberto Benini) e un folto gruppo di amici che negli anni hanno curato la sua manutenzione.
Il tetto venne ripristinato per salvare la struttura a rischio negli anni ’80 come testimonia un’epigrafe in marmo in marmo presso l’eremo, ma oggi la missione si è spinta oltre.
L’obbiettivo è diventato quello di salvare un’opera d’arte e di culto, restituire per quanto possibile gli affreschi, nel loro stato di conservazione, a quanti più posteri possibile. Grazie allo studio ed all’intervento di tecnici specializzati e ad un progetto verificato ed approvato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia si sta compiendo un importante intervento di restauro. Di pari passo si è creato un calendario di giornate di apertura dell’eremo per spiegare e valorizzare i lavori ed il loro stato di avanzamento.
Sulla pagina facebook “eremo di S,Giorgio” è possibile recuperare altre informazioni utili o eventuali contatti. Vi aspettiamo per condividere con voi la bellezza del luogo e l’atmosfera che ivi regna inalterata nel tempo.

A nome dei volontari di S.Giorgio