Per un ulteriore approfondimento ho voluto interpellare i volontari che mi hanno girato delle informazioni ulteriori, molti le conosceranno già, altri le potranno gradire.
Ogni abitante di Caino lo sa,
basta alzare lo sguardo per incrociare quello sperone roccioso che domina la
valle principale del paese.
In un ideale percorso
spirituale, perché no, anche un po’ penitenziale visto lo sforzo, si può
percorrere attraverso un unico itinerario il pellegrinaggio di alcuni santuari
del Paese: dopo la parrocchiale, S.Rocco, la Madonna delle Fontane, e in alto
appunto S.Giorgio.
Lo sperone roccioso domina con
il suo eremo, come una roccaforte a difesa della fede, la nostra piccola valle,
intitolato appunto ad un santo guerriero, fin dal medioevo.
Le notizie più antiche ci
riportano prima del 1300 d.C., quando il Papa, Nicola IV, concede un’indulgenza
proprio a questo piccolo luogo di culto.
Ampliato successivamente in
altri due momenti si presenta nella condizione attuale composto da chiesa a due
campate, romitorio e locale su due livelli, di cui uno interno che funge da
camera e un bivacco sempre aperto seminterrato accessibile dall’esterno (oggi
ricovero per escursionisti).
Grazie alla fede della gente
del paese ed in particolare ad un mecenate,che verrà anche ritratto, vennero
commissionati degli affreschi che risalgono al primo ventennio del XVI secolo;
realizzati in tempi diversi adornarono l’altare e l’arco santo di importanti immagini:
gli emblemi degli evangelisti, alcuni santi protettori del tempo il culto dei
quali era caro ai committenti, il Cristo deposto, una Madonna che allatta il
Bambino venerata dal già menzionato mecenate, una classica Annunciazione ed il
Cristo Pantocrator in mandorla.
I suddetti affreschi resistiti
al tempo e all’incuria sono rimasti a monito di un gesto di fede e di
sacrificio, che oggi difficilmente si potrebbe emulare, nonostante la custodia
dei monaci Umiliati prima e di eremiti poi venne meno e il luogo fu addirittura
sede di brigantaggio o ricovero di animali.
Il luogo si presenta oggi in
condizioni assolutamente invidiabili, vista l’età e l’ubicazione non
esattamente confortevole; ciò è stato reso possibile grazie alla cura
instancabile del suo custode (Umberto Benini) e un folto gruppo di amici che
negli anni hanno curato la sua manutenzione.
Il tetto venne ripristinato
per salvare la struttura a rischio negli anni ’80 come testimonia un’epigrafe
in marmo in marmo presso l’eremo, ma oggi la missione si è spinta oltre.
L’obbiettivo è diventato quello
di salvare un’opera d’arte e di culto, restituire per quanto possibile gli
affreschi, nel loro stato di conservazione, a quanti più posteri possibile.
Grazie allo studio ed all’intervento di tecnici specializzati e ad un progetto
verificato ed approvato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio
per le province di Bergamo e Brescia si sta compiendo un importante intervento
di restauro. Di pari passo si è creato un calendario di giornate di apertura
dell’eremo per spiegare e valorizzare i lavori ed il loro stato di avanzamento.
Sulla pagina facebook “eremo
di S,Giorgio” è possibile recuperare altre informazioni utili o eventuali
contatti. Vi aspettiamo per condividere con voi la bellezza del luogo e
l’atmosfera che ivi regna inalterata nel tempo.
A nome dei volontari di
S.Giorgio