Da
noi è rimasto un detto: “C’è un’atmosfera che si taglia col coltello”. Spiega
molto efficacemente come una persona capitata per caso in un ambiente pieno di
tensione ne sia a sua volta coinvolto per averne avuta la percezione. Stiamo
parlando di quell’energia impalpabile che è intorno a noi e dentro di noi e che
condiziona ogni nostro comportamento quotidiano. Tutti i nostri sensori,
attraverso le parti del corpo, si collegano al sistema nervoso, al cervello
(che noi un po’ eufemisticamente chiamiamo cuore), e quest’ultimo prende delle
decisioni.
E’
questa energia che crea il “clima” e può essere favorito da persone che siano
protagoniste o spettatrici. Qualche esempio: vedere un papà o una mamma giocare
col proprio bambino rasserena il cuore e favorisce l’incontro; viceversa vedere
un bambino maltrattato (da chiunque) rende incandescente e carico di tensione
la partecipazione a questo momento. Meno pesante, ma eloquente, il fastidio
prodotto dalla prepotenza di una persona che ne umilia un’altra; effetto di
piacere si ha nel vedere uno che aiuta un altro, con passione e con impegno, a
superare un problema. Quindi anche i vizi e i difetti influiscono sulla
percezione.
Anche
chi va in chiesa con fede “respira” un’atmosfera raccolta e devota oppure
distratta e formale, a seconda dei casi. Perfino nei luoghi di pellegrinaggio mariano
si avvertono sensazioni diverse, e i pareri raccolti dai partecipanti lo
attestano. Mi son sentito chiedere spesso: se la Madonna è una sola non è
uguale ricordarla in un posto solo e non in tutti i posti dove è apparsa? Ho
frequentato diversi luoghi di apparizioni mariane e posso assicurare che il
cuore non è sempre lo stesso. Neanche i luoghi dove la Chiesa ha negato ci sia
stata veramente un’apparizione fanno eccezione. Medjugorje, per esempio,
continua a vedere numerosissime conversioni. Quelli che sono andati in Terra
Santa possono affermare di essere rimasti indifferenti sui luoghi calpestati da
Gesù?
Nelle
nostre relazioni con la società e con la natura viviamo sensazioni sempre
diverse che ci fanno stare bene o male e che testimoniano la “misura” della
nostra umanità. Se qualcuno ha avuto la fortuna di avere un colloquio col
Vescovo o addirittura col Papa, non potrà affermare di essere rimasto
indifferente. Chi si immerge nella natura incontaminata prova una pace
profonda, al contrario di chi è costretto a stare nel traffico. Chi ascolta la
musica è portato a sentire un rilassante benessere, al contrario dell’udire il
suono sguaiato di persone che litigano. E tante situazioni ancora.
Il
nostro futuro lo costruiamo anche cercando di privilegiare l’ascolto dell’atmosfera
intorno a noi, sfuggendo quella che riconosciamo falsa e superficiale a favore
di quella densa di relazioni autentiche.