La "guerra" sotterranea già manifesta tra nord e sud Europa e' esplosa platealmente durante la discussione del Bilancio europeo 2014-2020: il nord, più forte, ha condizionato le risorse per il sud, più debole, imprigionandolo ancor più nella sua debolezza e nella grande difficoltà a far ripartire una economia stremata dagli sprechi e dalla cattiva politica che ha costretto queste nazioni ad avvitarsi su se stesse in attesa di un progetto risanatore ( in particolar modo Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, ma anche la Francia non nuota nell'oro). Questa rivalità interessata e' stata confermata, se ce ne fosse stato ancora bisogno, dal comportamento dei governanti della Gran Bretagna che, del tutto insensibili al grido dei disoccupati del sud, per difendere un'immagine arrogante di solido potere economico e politico, hanno ricattato i paesi poveri, pena la loro uscita dalla CEE, fino ad obbligarli ad accettare dalle casse dell'Unione un contributo ridicolo, che non permette certo di affrontare colossali problemi di sviluppo. No! Così non va! L'Europa va ripensata e anche il futuro Governo dovrà puntare i piedi, altrimenti affonderemo senza che nessuno tra quelli che sono fautori del rigore ci dia il minimo aiuto per stare a galla.
L'Europa ci avrà pure fatto da ombrello negli anni passati, anche perché le faceva comodo, ma ora per chi crede nell'Europa unita e' tempo di decidere cosa fare da grandi, che risorse mettere in comune per avere un destino economico e sociale sempre più omogeneo; altrimenti e' meglio ritornare al vecchio sistema delle contrattazioni e della stipula di convenzioni secondo necessita'. Prima o poi anche gli italiani avranno dei politici all'altezza delle loro aspettative o delle loro necessita' primordiali, allora, forse, si aprirà una nuova stagione.