domenica 16 luglio 2023

UNITA’ PASTORALE - FACILE A DIRSI

 


Se mi permetto di formulare con convinzione il mio pensiero riguardo a questo tema non è certo per correggere le teorie di qualcuno, non ho né le capacità né le competenze, semplicemente rifletto su come sarà la mia vita quando Nave sarà il centro pastorale della nostra zona.

L’odierna crisi profonda del Cristianesimo ha causato una contrazione delle vocazioni religiose senza precedenti. Tutto ciò ha sollevato, specie negli ultimi tempi, un grande dibattito sulle Unità Pastorali, che sono state chiamate ad organizzare il popolo cristiano su un’area più vasta della singola Parrocchia rimasta priva del sacerdote.

Una cosa che balza all’occhio immediatamente in questi dibattiti consiste nella formulazione del tutto teologica, come se la conoscenza delle “Verità” bastasse a “sostituire” il sacerdote ed a ricostruire la Chiesa locale. Se neanche quando avevamo tanti sacerdoti non siamo riusciti ad essere veramente Chiesa, mi chiedo come lo possiamo diventare ora sulla scorta di possibili bravi maestri. In tutto lo sforzo profuso nel dibattito manca una qualità essenziale che da soli non possiamo darci: la carità.

Può darsi che sia in errore, ma a mio parere è proprio la poca attenzione che abbiamo dedicato a questa virtù che ci ha condotto nella situazione di crisi attuale. Da anni le chiese vanno svuotandosi e noi tutti abbiamo fatto poco perché le nostre convinzioni religiose annacquate riacquistassero sapore riversando un po’ di attenzioni ai nostri fratelli. Perché essere Chiesa significa prima di tutto essere fratelli e saper vivere da fratelli. Fare ogni sforzo possibile per superare gli ostacoli che lo impediscono. Scoprire di essere orgogliosi di essere cristiani. Forse nel nostro esame di coscienza ci saremo ritenuti poveri e peccatori e quindi non avevamo nulla da dire a quelli che ci stavano accanto; può darsi che le nostre convinzioni siano state poco profonde; magari non avevamo il coraggio di far notare il nostro disagio. Comunque sia nessuno di noi ce la può fare a vivere da buon cristiano senza l’aiuto di Dio, e dei fratelli che Lui ci ha messo accanto. Ecco perché il Sacerdote è importante: è il Ministro che ha il dovere di istruirci ad essere fratelli, nonostante il nostro stato, a saper superare i nostri difetti, ma senza offrire indulgenza a chi annacqua ciò che è Sacro. A dirci che il partecipare alla Santa Messa non è un dovere settimanale da assolvere senza calore, ma un evento che dovrebbe essere quotidiano e pieno di gioia. Se le nostre comunità provassero veramente questa gioia, quanto migliori sarebbero i rapporti fra di noi e, magari, nascerebbe anche qualche vocazione religiosa. Quante cose si dovrebbero dire sulla Messa, (anche con un po' più di entusiasmo da parte degli officianti) per scaldare l’Anima intorno alla potenza di quel Santo Rito.

Vogliamo sostituire il sacerdote in nome di una comunità autonoma? E con chi? È già una disgrazia rimanere senza sacerdote! Senza di lui noi siamo umanamente più fragili agli attacchi di Satana, e dovremmo tutti convenire quanto sia scatenato in questi tempi. Il pensiero di rimanere senza Messa dovrebbe spaventarci. Chi ci aiuterà a mantenerci sulla strada maestra dove Gesù, gli Angeli, i Santi, le Anime del Purgatorio e il Santo Padre ci aiutano ogni giorno a vanificare tutti i tentativi messi in atto dal demonio per portarci alla dannazione? Se viene a mancare il sacerdote non ci può bastare un teologo, ci occorre una persona buona ed esemplare che sappia essere “padre e madre” e funga da cordone ombelicale con il sacerdote incaricato di prendersi cura di questa nuova entità.

Non la vedrei quindi come questione di Fede, che pur sempre deve ispirare i comportamenti del cristiano, bensì la necessità di vivere quotidianamente da fratelli, ciascuno nel proprio ambito, aperti alla carità fraterna e alla solidarietà verso chiunque si trovi nel bisogno. Forse allora la Messa si dimostrerebbe quello che veramente è: memoria viva della morte e Risurrezione di chi ci amò fino alla fine, che ci riscattò dalla nostra superbia e ci preparò un luogo di eterna beatitudine ed ogni giorno ci offre tutta la Sua assistenza per raggiungerlo, perché non vuole che nessuno vada perduto. La Messa è tutto questo e, pur con tutti i nostri difetti umani, non può non dare gioia e serenità frequentarla, altrimenti c’è qualcosa che non va.