Se mi permetto di formulare con convinzione il mio pensiero
riguardo a questo tema non è certo per correggere le teorie di qualcuno, non ho
né le capacità né le competenze, semplicemente rifletto su come sarà la mia
vita quando Nave sarà il centro pastorale della nostra zona.
L’odierna crisi profonda del Cristianesimo ha causato una contrazione
delle vocazioni religiose senza precedenti. Tutto ciò ha
sollevato, specie negli ultimi tempi, un grande dibattito sulle Unità
Pastorali, che sono state chiamate ad organizzare il popolo cristiano su un’area
più vasta della singola Parrocchia rimasta priva del sacerdote.
Una cosa che balza all’occhio immediatamente in questi
dibattiti consiste nella formulazione del tutto teologica, come se la
conoscenza delle “Verità” bastasse a “sostituire” il sacerdote ed a ricostruire
la Chiesa locale. Se neanche quando avevamo tanti sacerdoti non siamo riusciti
ad essere veramente Chiesa, mi chiedo come lo possiamo diventare ora sulla
scorta di possibili bravi maestri. In tutto lo sforzo profuso nel dibattito
manca una qualità essenziale che da soli non possiamo darci: la carità.
Può darsi che sia in errore, ma a mio parere è proprio la
poca attenzione che abbiamo dedicato a questa virtù che ci ha condotto nella
situazione di crisi attuale. Da anni le chiese vanno svuotandosi e noi tutti
abbiamo fatto poco perché le nostre convinzioni religiose annacquate riacquistassero
sapore riversando un po’ di attenzioni ai nostri fratelli. Perché essere Chiesa
significa prima di tutto essere fratelli e saper vivere da fratelli. Fare ogni
sforzo possibile per superare gli ostacoli che lo impediscono. Scoprire di
essere orgogliosi di essere cristiani. Forse nel nostro esame di coscienza ci saremo
ritenuti poveri e peccatori e quindi non avevamo nulla da dire a quelli che ci
stavano accanto; può darsi che le nostre convinzioni siano state poco profonde;
magari non avevamo il coraggio di far notare il nostro disagio. Comunque sia
nessuno di noi ce la può fare a vivere da buon cristiano senza l’aiuto di Dio, e
dei fratelli che Lui ci ha messo accanto. Ecco perché il Sacerdote è
importante: è il Ministro che ha il dovere di istruirci ad essere fratelli,
nonostante il nostro stato, a saper superare i nostri difetti, ma senza offrire
indulgenza a chi annacqua ciò che è Sacro. A dirci che il partecipare alla
Santa Messa non è un dovere settimanale da assolvere senza calore, ma un evento
che dovrebbe essere quotidiano e pieno di gioia. Se le nostre comunità
provassero veramente questa gioia, quanto migliori sarebbero i rapporti fra di
noi e, magari, nascerebbe anche qualche vocazione religiosa. Quante cose si
dovrebbero dire sulla Messa, (anche con un po' più di entusiasmo da parte degli officianti) per scaldare l’Anima intorno
alla potenza di quel Santo Rito.
Vogliamo sostituire il sacerdote in nome di una comunità
autonoma? E con chi? È già una disgrazia rimanere senza
sacerdote! Senza di lui noi siamo umanamente più fragili agli attacchi di
Satana, e dovremmo tutti convenire quanto sia scatenato in questi tempi. Il
pensiero di rimanere senza Messa dovrebbe spaventarci. Chi ci aiuterà a
mantenerci sulla strada maestra dove Gesù, gli Angeli, i Santi, le Anime del
Purgatorio e il Santo Padre ci aiutano ogni giorno a vanificare tutti i
tentativi messi in atto dal demonio per portarci alla dannazione? Se viene a
mancare il sacerdote non ci può bastare un teologo, ci occorre una persona
buona ed esemplare che sappia essere “padre e madre” e funga da cordone
ombelicale con il sacerdote incaricato di prendersi cura di questa nuova
entità.
Non la vedrei quindi come questione di Fede, che pur sempre
deve ispirare i comportamenti del cristiano, bensì la necessità di vivere
quotidianamente da fratelli, ciascuno nel proprio ambito, aperti alla carità fraterna
e alla solidarietà verso chiunque si trovi nel bisogno. Forse allora la Messa
si dimostrerebbe quello che veramente è: memoria viva della morte e
Risurrezione di chi ci amò fino alla fine, che ci riscattò dalla nostra
superbia e ci preparò un luogo di eterna beatitudine ed ogni giorno ci offre
tutta la Sua assistenza per raggiungerlo, perché non vuole che nessuno vada
perduto. La Messa è tutto questo e, pur con tutti i nostri difetti umani, non
può non dare gioia e serenità frequentarla, altrimenti c’è qualcosa che non va.