lunedì 27 marzo 2023

L’EUROPA DI TUTTI E DI … NESSUNO

 
In tanti Stati del mondo è palesemente violato il diritto alla giustizia e alla pace mediante una crudele repressione delle persone che protestano contro la violenza e la sopraffazione.

Le nazioni occidentali, come l’Italia, nonostante i proclami, non incidono minimamente sui comportamenti degli autocrati che, oltre a non voler sentir ragioni su quello che loro considerano affari interni, continuano a sedersi tranquillamente nelle organizzazioni mondiali ed a tessere relazioni di ogni tipo in grado di procurar loro un qualche tornaconto (Russia, Cina, India, Corea del Nord, Gran parte dell’Africa, Iran, Arabia Saudita, Pakistan, ecc.).

Singolarmente ogni Stato che abbia a cuore la salvaguardia della democrazia e la salvaguardia dei diritti umani, non può che guardare impotente alle violenze e alle ingiustizie che ogni giorno opprimono una gran parte del mondo. Così continua a muoversi rassegnato a non contare nulla sullo scacchiere mondiale.

EUROPA

Il vecchio continente ha avuto tutto il tempo per trasformare gli interessi economici in forza propulsiva che potesse generare una federazione di Stati ben coordinati e che avesse una voce sola e non l’ha fatto: hanno prevalso supremazia, sospetti e distinzioni, con il risultato di avere un continente che non sa reggere la forza d’urto degli altri continenti.

Politica estera uguale a zero; politica sulla difesa uguale a zero (solo Nato a trazione americana); affari economici senza una visione comune; politica energetica ognuno per sé; politica sociale che non sa fare sintesi tra gli Stati membri.

L’assenza dell’Europa pesa moltissimo nelle decisioni che vengono prese per fronteggiare avvenimenti e “teste calde” nel mondo. Infatti, non è possibile dare per scontato che la Nato sia in grado di fronteggiare la complicatissima rete di rapporti commerciali e sociali di tutto il mondo. Questa organizzazione è sostenuta economicamente in maniera preponderante dagli Stati Uniti, come possiamo pensare che non abbiano un occhio di riguardo per i loro interessi, in assenza di un’unica voce dell’Europa? E poi, siamo sicuri che il tipo di relazioni che ha l’Europa con gli altri Stati sia sovrapponibile a quello americano?

Con questo non vogliamo togliere nulla all’importanza che assume per noi l’alleanza con gli Stati Uniti. Senza il loro aiuto noi oggi saremmo una colonia, non lo dobbiamo dimenticare mai, tuttavia, giustamente, gli americani sono stufi di morire per gli “altri” ed è più che logico che il loro agire sia legato non solo alla “gloria” ma anche alla conquista di qualche vantaggio nazionale.

 

MANI LEGATE

In questa situazione ci troviamo a dover scegliere tra la protesta (che sarebbe dovuta) e gli interessi economici nei quali sono interessate molte delle nostre imprese. Imprese di tutta Europa che lavorano in Stati canaglia che ci ingolosiscono con commesse di ogni genere, comprese le armi (vedi Egitto e caso Regeni).

La fame energetica è un’altra necessità frenante e la maggior parte degli Stati non sta a guardare se il fornitore è un buon padre di famiglia o un despota. Si adeguano di volta in volta in base alla necessità del momento (prima la Russia poi Libia, Algeria, Tunisia, che ci danno gas e petrolio, ma non ci aiutano a prendere gli scafisti).

È da addebitare agli Stati canaglia il crescente flusso migratorio; hanno meno persone da assistere e una capacità ricattatoria maggiore verso gli Stati che commerciano con loro materie prime essenziali. Anche in questo caso l’assenza di una comune politica migratoria dell’Europa ci espone non poco ai ricatti, anche di Paesi Nato (vedi Turchia che a seconda delle convenienze minaccia di aprire all’esodo i suoi confini). Come possiamo pensare di accusare una nazione alleata? Alleati e nemici contemporaneamente.

Nell’ONU e OCSE siedono anche rappresentanti che non brillano come tutori dei diritti umani, un tributo da pagare alla diplomazia che annaspa e non sa darsi delle regole certe per l’opposizione o il veto di qualcuno. La regola che impera pare sia sempre quella: per qualche dollaro sono disposto a scambiarti per un fautore della democrazia anche se hai le mani sporche di sangue.

Per la difesa dei diritti umani non ha regole precise l’Europa, che commette reati facendo soffrire persone che scappano dalle guerre e dalla fame, non hanno regole efficienti nemmeno gli organismi internazionali che al loro interno subiscono condizionamenti di ogni sorta.

Oriente e occidente si fronteggiano per predominare nel mondo e, se troveranno un’intesa, sarà un intervallo breve, il tempo per guadagnare qualche posizione, diplomatica o economica. Per avere una tregua prolungata bisognerebbe che la Russia, la Cina e molti Stati dell’Africa non governassero imprigionando i dissidenti. L’Africa, infine, non dovrebbe essere colonizzata dalla Cina, dalla Russia e … dalla Turchia. Si sta cercando di marcare nuovi confini nel mondo che di internazionale ha ben poco.  

 

TRIBUNALE INDIPENDENTE

La complessità e la delicatezza della diplomazia mondiale hanno partorito delle regole farraginose che consentono, ancora oggi, ai vincitori della II guerra mondiale + Cina di manovrare a loro piacimento a favore o contro qualcosa in base ai loro interessi. Questo non rende giustizia! Anche se cercare una qualche via di uscita rientra nel campo delle utopie, sarebbe auspicabile che all’interno dell’ONU venisse creato un Tribunale indipendente in grado di raccogliere prove e condannare (non solo a parole) i rappresentanti di quegli Stati che si fossero macchiati di reati contro l’umanità, penalizzando adeguatamente quelle nazioni. Simile alla Corte Internazionale dell’Aja, ma più allargato e reso più indipendente da regole uguali per tutti. Ma non ci crede nessuno.