sabato 30 aprile 2022

CARO AMICO TI SCRIVO …

 

Tra i fogli che tengo da parte mi è capitato questo articolo di mio cugino riportato su un “Notiziario Parrocchiale” inizio anno 2000 che mi ha fatto riflettere allora, ma che è ancora attuale oggi nonostante siano trascorsi più di vent’anni.

 


“CARO AMICO TI SCRIVO …”

Mentre chiacchieravo con un mio amico molto più giovane di me, del più e del meno, sono finito fatalmente per chiedergli: “Senti un po’, vai a Messa ogni tanto?”

Michele (lo chiamerò così per mantenere l’anonimato) mi rispose un po’ perplesso, diventando rosso in viso: “Scusami sai ma, a parte il fatto che questo non dovrebbe essere un affare tuo, io a Messa, e te lo dico chiaro e tondo, non ci vado”. “Perché?” replico io “Hai forse paura che ti caschi la chiesa addosso? O lo fai solo per snob?” Michele, sempre lui, con semplicità estrema, mi disse di rimando in dialetto: “Me no mia a Mèsa perché töcc chèi che va j-è ‘mpustùr!”

Io ho tentato di spigargli che l’andare a Messa non è tanto per gli altri ma per noi stessi; che non abbiamo nessun diritto di giudicare gli altri, che se cominciassimo a guardarci un po’ con occhi diversi cambierebbe qualcosa, e via così.

Ma Michele sembrava inchiodato su quella che per lui era verità indiscutibile e non c’era più niente che potesse smuoverlo.

Ripensandoci ora, a freddo, a quell’impostori mi chiedo se, oltre al significato letterale il ragazzo abbia voluto dare un altro senso. Ma no, impostore vuol dire mentitore, ipocrita, menzoniero.

Quindi, uno che va a Messa tutte le domeniche, dice il ragazzo, coerentemente non dovrebbe raccontare frottole.

Ma raccontare frottole non è solo dire bugie, ma è anche non tagliare la canna dell’acqua altrui perché si crede di aver subito un grave torto. Impostore è anche chi sta a guardare alla finestra se per caso l’altro butta qualcosa inavvertitamente nella sua proprietà. Impostore è colui che ti sorride e ti saluta quando lo incontri, salvo poi farti pagare le decime secondo l’uso. Impostore è il principale che ti fa sgobbare per un piatto di lenticchie, ma è altrettanto impostore l’operaio che non sa quel che vuol dire dovere, mentre invece conosce benissimo il significato di diritto. Impostore è colui che giudica dalle apparenze (che machina ch’èl ga, che pelicia, che fabrica, se lüle èl ga ‘l cönt èn Svisèra).

Impostore è ancora colui che snobba la gente più semplice, si sente superiore, si crede il Dio in terra perché ha tanti soldoni. L’invidia, dopotutto, è la caratteristica principale di molta della nostra gente, e non è il caso di meravigliarsene.

Mi viene in mente una frase del don: “Ragazzi siate puliti dentro!” Puliti, cioè cristallini, cioè trasparenti, cioè quello che si ha dentro si deve avere anche fuori. Ecco, quindi, come si evita di essere impostori. Così vorresti, Michele, che fossero le persone che vanno a Messa la domenica; forse allora cominceresti a ricrederti. Ma io sono convinto che prima di tutto dovresti concentrarti su te stesso è un po’ meno sugli altri. Per questo non volermene. Ciao.

Arrigo De Giacomi