lunedì 17 gennaio 2022

DOVE FINISCE IL SOGNO?

 


Era un mattino di dicembre, la foschia col suo grigiore avvolgeva le montagne generando in me uno stato di inquietudine. Mentre mi soffermavo sulle forme quasi spettrali di quel panorama cominciai a sentire una contrazione sullo sterno, ma non gli detti peso, e pensando a quello che vedevo dissi tra me: “Non essere triste per questa giornata uggiosa, è il suo modo di far festa: porta umidità alla terra preparandola per la Primavera e riunisce le persone che il sole disperderebbe”.

Ma questo pensiero non mi confortava, lo spasmo e la luce fioca di quella giornata senza sole aumentava la mia tristezza. Mia moglie accanto se ne accorse e cercò di distrarmi portando altrove il mio pensiero: “Che ne diresti se dopo pranzo facessimo due passi sul lungolago di Salò?” Era l’ultimo dei miei desideri in quelle condizioni, ma la speranza di trovarmi in un luogo assolato mi riempiva di aspettative e dissi: “È una buona idea.” Mangiai pochissimo. Il dolore era diventato un buco freddo, il braccio sinistro era tutto un formicolio e non mi reggevo in piedi. Preoccupato mi sdraiai sul divano senza dire niente mentre mia moglie mi sentiva il polso e mi toccava la fronte con gli occhi sgranati per quello che stava accadendo. “Chiamo l’ambulanza!” disse. Feci cenno di si con la testa. Compose il 112 tenendomi la mano mentre i miei occhi vedevano sfumare il volto della donna che tanto amavo. Poi il buio più nero, l’assenza totale di luce. Durò qualche secondo, poi tutto cambiò. Come uscito da una galleria mi venne incontro una luce folgorante che abbagliandomi mi impedì di vedere d’onde provenisse. Era una luce strana alla quale non ero abituato, ne solare ne artificiale, mi accorsi che anche io facevo parte di quella luce. Mi sentii improvvisamente solo e impaurito: dove mi trovavo? Restai immobile davanti a quella luce non so quanto tempo, poi improvvisamente dalla luce mi venne incontro un bambino tenerissimo, lo riconobbi subito … Giorgio. Mi prese la mano dicendomi: “Non aver paura, vieni con me”. In quel momento mi fu tutto chiaro: ero morto. Mentre avanzavo mi si faceva incontro una schiera immensa dove per primi riconobbi i volti di coloro che avevo conosciuto in vita: in testa mia mamma, l’unica che mi chiamò per nome - Angelo!!! – accanto a mio papà sorridente, zio Vitale e i miei nonni; poi i suoceri con Piero; Anna, Virginia, Angelo; e Claudio, Ferdinando Romano, Alfredo, Domenico; poi ancora i cugini Pedrotti, Zucchini e De Giacomi; zii e zie e tanti altri ancora. Tutti salutavano al mio passaggio. Giorgio mi condusse in questa moltitudine avvolta di luce dicendomi: “Presto potrai stare con tutti quelli che vorrai” e mi strinse la mano. Pensavo che tutta quella folla aspettasse me, ma mi accorsi che dietro di me entravano in continuazione altre persone e davanti a me altri erano in cammino accompagnati da qualcuno. Ero sempre più preoccupato: quella interminabile processione tra quelle figure luminose e l’assenza di qualsiasi sensazione diversa dalla paura mi faceva sentire tremendamente fuori posto. Pensai: ”Che ne sarà di me?

Ad un tratto davanti alla processione si parò un’altra moltitudine di personaggi lucenti che ritenni fossero “Angeli custodi” perché si unirono a noi mettendosi alla destra di ognuno; il mio lo riconobbi per averlo incontrato molte volte in vita e mi dicevo tra me: “Quella faccia io l’ho già vista”. Deve avermi letto nel pensiero perché mi fece l’occhiolino. Ma quelle creature non avevano le ali.

La mia trepidazione andava aumentando. “Dio mio vieni presto prima che impazzisca per la paura” pensavo continuando a camminare. Passai in mezzo a una schiera che mi faceva ricordare una milizia, compunta e vigile che mi osservava attentamente; dovevano essere i guardiani del Regno e dell’umanità, quelli che definivamo Principati e Arcangeli. Mentre avanzavo ancora, crebbe la mia angoscia. Adesso pareva di essere entrati in una zona operativa, interna a un qualcosa di incomprensibile ma ordinato; nuclei sparsi ovunque di figure che rispondevano ad altre figure che a loro volta impartivano ordini agli Angeli. Dai miei ricordi i primi dovrebbero essere le Sante Potestà e le Sante Virtù e a dare ordini le Dominazioni. Sento che il mio destino si sta avvicinando, cerco qualche volto amico dal quale attingere un po’ di forza ma non lo trovo, Giorgio capisce e mi stringe ancora la mano. Ad un tratto tutto quel tramestio si interrompe, tutte le figure che avevo incontrate vanno a formare una grande corona intorno a una specie di collina fatta di luce, anche Giorgio e l’Angelo lasciano la mia mano, entrano nella corona e io rimango solo lì in mezzo. Pochissimo tempo per conoscere il mio destino: sono nel terrore! Tutti quelli che compongono la corona si inginocchiano, solo io rimango in piedi; pian piano la collina diventa un’altra moltitudine di persone in veste bianca, attorno a un trono sostenuto da Angeli dove il mio Giudice attorniato da Serafini che cantano si appresta a decidere sul mio destino. Non ha un volto severo, dietro al trono ci sono la Madonna e Gesù sorridenti, quelli dalla veste bianca mi salutano. Quando Lui si alza scende un profondo silenzio; mentre mi fissa negli occhi nella mia mente passano tutti i ricordi di una vita e tutti i peccati commessi: mi sento nudo e tremo. Lui continua a fissarmi mentre io penso “Prendimi così come sono Signore, salvami dalla dannazione, donami un angolino dal quale vederti in eterno”. Più per la fede che per i miei meriti disse: “Presentati ai Principati e ti troveranno un posto”. Avanti un altro …

Sento una manina che strige la mia: è Giorgio che, prima di portarmi verso la mia destinazione finale, mi conduce dai miei parenti e conoscenti. Grande è la mia gioia riabbracciando mia madre insieme al mio bambino. Vedo tutti nell’età nella quali li ho conosciuti, ma con loro parlo come se fossimo coetanei, circa quarant’anni. Tra i tanti che ho conosciuto in vita qualcuno manca … forse mi raggiungeranno dopo. Mi intrattengo con gioia e mi aggiro con loro tra le “anime” come se mi trovassi a una festa; i bambini, anche quelli mai nati, stanno ai piedi del Trono e continuamente sono accarezzati dal Padre mentre i loro occhi Lo adorano estasiati; non sento ne fame, ne sete, ne stanchezza. La cosa più strana è che non abbiamo nulla da raccontarci che riguardi il nostro passato sulla Terra. Ci interessiamo solo delle persone che ci rivolgono la loro preghiera e ci ricordano con affetto sincero e si aspettano che dal Paradiso li proteggiamo con l’aiuto di Dio.

Mamma mi ha confidato di aver quasi fatto perdere la pazienza all’Arcangelo San Michele perché mi difendesse dalle insidie del diavolo e di aver coinvolto anche papà per convincere anche i Principati della mia buona fede ed a proteggermi.

Giusto a loro mi consegnò Giorgio. A proposito, mamma mi ha riferito che il mio primogenito, per diritto, a motivo della sua giovane età, mi ha raccomandato direttamente alla Madonna ed è prevalentemente grazie a lui se io oggi posso stare in Paradiso.

Uno dei Principati mi porta in un luogo lontanissimo, probabilmente alle soglie del Regno, perché dalla mia ubicazione definitiva vedo i beati di spalle, mentre Dio con la Sua “Corte Divina” li vedo con le dimensioni di chicchi di riso. Anche quando in adorazione mi avvicino a Loro li vedo in egual misura. Ma per la prima volta mi sento pienamente felice, la paura è sparita. Mi sento un miracolato.

La vita scorre senza tempo e le emozioni e i sentimenti non vengono più dall’interno di un corpo che non c’è più; la gioia pura viene dalla consapevolezza di essere definitivamente parte della famiglia di Dio: e Lui è qui con me.

Come un film vedo scorrere la vita sulla terra: guerre, inimicizie, miserie, criminalità, persecuzioni, violenze di ogni genere, ipocrisie; nel suo piccolo anche Caino contiene uno spaccato che non è un granché migliore, è solo un po’ più protetto dalla preghiera di alcuni; i giusti non riescono a farsi ascoltare e l’umanità avanza inesorabilmente verso la sua distruzione; ciononostante nessuna emozione altera la mia sensazione di pienezza e gioiosa serenità.

All’inizio ero alquanto sorpreso che l’umanità sciupasse in tal modo il tempo a sua disposizione. Perfino la gente apparentemente buona è alla ricerca di soddisfazioni che sono autentici miraggi: ricchezza, potere, divertimenti. Raggiunto un obiettivo e constatato che non ha appagato la ricerca se ne cerca un altro, poi un altro e un altro ancora senza mai saziare la vera sete: l’amore. Ma dopo aver osservato l’astuzia dei diavoli tentatori ho capito che la libertà dell’uomo è soccombente senza l’aiuto di Dio. L’uomo senza Dio è infelice sulla Terra e non è in grado di raggiungere la “felicità eterna”. Quanto vorrei scendere sulla Terra e smascherare quelle diavolerie: ma non posso e poi non mi crederebbero.

C’è un continuo movimento tra gli Angeli. Da qui vedo un brulicare di demoni sulla Terra, tutti intenti a imbrogliare quelli che erano i miei simili e gli Angeli non sanno più che cosa escogitare per distoglierli dalle illusioni alle quali sono attratti: - “Guarda a Dio … Guarda a Cristo che è morto per te … Non vedi che così facendo non provi alcuna soddisfazione? -macché, sono sordi alla voce della ragione e della verità.

Nemmeno la pandemia e tutte le calamità di cui è affetta la Terra riescono a intaccare la crosta della loro presunzione di salvarsi senza merito o di non tener conto che al termine della loro vita se ne aprirà un’altra e potrebbe essere terribile. Se avessero almeno un po’ di umiltà confidando nella grande Misericordia di Dio.

È un andirivieni continuo per ricevere da Dio nuove indicazioni e nuovi ordini da portare sulla Terra. Gesù è triste perché si sente tradito, la Madonna piange di nascosto. Il Padre impassibile assiste a questo viaggio dell’uomo che non vede dove si sta dirigendo e lo aspetta al varco, quando anche per lui il tempo si fermerà e dovrà scegliere (se non l’ha ancora fatto) a chi dare ascolto. La misericordia Divina accoglie anche i peccatori più incalliti, purchè, in piena libertà e profonda umiltà, Lo riconoscano come Padre e Creatore del tutto.

Vedo la sofferenza di mia moglie che piange per questo improvviso distacco; i miei figli che si sono trovati, loro malgrado, ad essere la generazione al ciglio della vita; i miei nipoti che pur essendo all’inizio del loro cammino sono minacciati da tante difficoltà e insidie. Quanto vorrei che tutta la mia famiglia con Grazia e Patrizia si riunisse un giorno qui con noi.

Giorgio mi aiuterà a trovare tutto l’aiuto di cui ho bisogno.

Ogni momento sono a contatto con le anime ma, a differenza di quello che vedo sulla Terra (e ho visto in me quando sono stato introdotto al cospetto di Dio per essere giudicato) vedo solo tutte le buone qualità che posseggono, nessun difetto.

La musica e i canti con i quali i Serafini onorano il Signore non staccandosi mai dal Suo fianco, si diffondono dappertutto mantenendo sempre viva l’attenzione verso il Sommo Bene che sembra fondersi con tutte le anime.

Riconosciamo quelli che provengono dal Purgatorio perché avendo già subito la loro purificazione ritornano al Padre senza alcuna macchia.

Nessuna traccia dell’Inferno. Mi hanno detto che quel luogo costituisce l’altra faccia della medaglia, l’opposto del Paradiso, dove Dio rimarrà per sempre assente e con il quale non ci sono né contatti ne confini.

 

E VENNE LA FINE DEI TEMPI

Le trombe dei Serafini suonarono a distesa. L’ineluttabile iniziò a compiersi: una coltre coprì e oscurò la terra e tutto l’universo e l’unica luce rimase quella del Paradiso; lentamente come attratta da una forza misteriosa la Terra e tutto il creato iniziò ad avvicinarsi con la forma di una grande e buia pianura fino a lambire la luce; gli Angeli suonarono ancora ed ecco si formò una lunga processione di persone in carne ed ossa avvicinarsi. Mentre i Serafini cantavano a Dio il Paradiso iniziò la sua trasformazione in Nuovo Eden e tutte le anime riacquistarono il loro corpo come l’avevano avuto in vita. Le schiere delle anime si aprirono per l’ultima volta ai nuovi arrivati pieni di paura, scoprendo la strada da percorrere per giungere davanti al Sommo Giudice, com’era già stato per tutti noi.

La grande pianura si andò restringendo fino a quando l’ultimo della fila si consegnò a Dio: poi rimase solo la luce del Paradiso con Dio e i suoi fedeli.