È passato un anno dal
riconoscimento del primo caso di coronavirus a Codogno. Da allora centinaia di
morti ogni giorno, hanno portato lutto e tristezza in tantissime famiglie.
Nonostante questo siamo riusciti
a dividerci sui comportamenti da tenere, favorendo in questo modo l’espandersi
di questo pesante flagello in nome di un diritto effimero, quello dell’ “interesse
economico”.
Come se non bastasse, ancora
oggi, qualche rappresentante regionale invoca l’allentamento delle misure
restrittive “per dare ossigeno alle attività produttive”, quasi che queste non
abbiano una ricaduta sulle persone che ne sono interessate.
Concordiamo tutti sulla necessità
di avere un giusto equilibrio tra il vivere quotidiano fatto di lavoro e di
servizi, e la necessità di bloccare definitivamente il contagio, ma non è
tollerabile che si abbandoni il buon senso riducendo le difese alla vita umana.
La vita è la cosa più bella e più grande che abbiamo, insieme all’amore e alla
solidarietà e non la possiamo barattare con nessun interesse economico perché ognuno
può decidere di rischiare in proprio ma non deve essergli consentito di mettere
in pericolo altre persone.
Se non sconfiggeremo il virus verrà
a mancare ossigeno a tutta l’economia nazionale e sarà un disastro per tutti.
Già sappiamo che una parte di popolazione per età, per fatalismo, per
ignoranza, per ripicca, per dispetto o per la semplice voglia di far del male,
come è sempre stato, non si è preoccupata e non si preoccuperà se i contagi
aumenteranno, almeno fino a quando siano coinvolti di persona, ma almeno gli
altri osservino le indicazioni che ci vengono dalle autorità sanitarie, che
certamente ne sanno un po’ più di noi.
Infine, pensiamo a quei medici e
infermieri che dopo una giornata trascorsa a confortare il nostro papà o la
nostra mamma, ritornando a casa tristi e sconsolati per aver visto persone
morire ed altre in gravi difficoltà per il virus, vedono comportamenti incredibilmente
rischiosi commessi con assoluta normalità e leggerezza. Come si sentiranno? Non
basteranno mai i nostri “grazie”.
Ora che si è aperta una finestra
nuova nella politica italiana si è anche illuminata la speranza che tutti
mettano le loro migliori capacità per far fronte ai disagi e rafforzare la lotta alla pandemia e raggiungere così la normalità che ci
consenta di rilanciare, economicamente e socialmente, la nostra bella Italia.