Se il giorno della memoria fosse lo stesso amaro ricordo per
tutti, vivremmo in un mondo diventato migliore. Ma così non è! Molti, per
nascondere il loro povero razzismo, si nascondono dietro i misfatti dei
comunisti, che pure ne hanno fatto di vittime, e non solo quelle delle foibe
che sono ricordate saggiamente il 10 febbraio nella festa del ricordo.
Anche se è vero che il giorno della memoria del 27 gennaio è mondiale
mentre le stragi comuniste non lo sono diventate (a ricordare quanto pesi la
Russia sulle decisioni del pianeta), questo non assolve chi non considera
entrambi gli avvenimenti (come altri nel mondo) gravi ferite inferte a tutta
l’umanità. Non assolve neppure l’appartenenza a un’ideologia fascista o
comunque vicina a quella nazista. Anche gli italiani sono stati in gran parte fascisti,
ma solo una piccola parte di facinorosi ha esercitato violenza gratuita ed ha
partecipato ai misfatti compiuti in Italia rendendosi complici dello sterminio di
uomini, donne e bambini nei campi di concentramento. Sembra non bastare mai la
documentazione precisa e dettagliata messa a punto con metodica precisione dagli
aguzzini. Non si vuole credere alla testimonianza dei pochi sopravvissuti.
Sembra che non conti nulla la montagna di cadaveri ritrovati nei campi.
Fa male rivedere i documenti che i nazisti non sono riusciti a
distruggere e fa male sentire dalla bocca dei sopravvissuti l’inferno in cui
erano costretti a vivere. Mi vergogno
per chi, ora come allora, rimane indifferente alle teste spaccate ai bambini,
ai prigionieri usati come bersaglio al tiro a segno, a quelli che hanno subito
esperimenti di ogni genere sul proprio corpo, quelli che ogni giorno della loro
permanenza al campo hanno subito ogni sorta di violenza fisica, quelli che sono
stati soppressi dopo aver raggiunto il massimo dello sfinimento a causa della
fatica e della fame e quelli che ogni giorno venivano selezionati per essere
mandati nelle camere a gas con lucida premeditazione.
Siamo liberi di avere le nostre idee e le nostre simpatie, ma proprio
per questo dovremmo sentire dentro di noi il dolore e anche il ribrezzo per le azioni
raccapriccianti rivolte ad ogni essere umano. Perché questo sentimento non è
uguale per tutti? Perversione? Diavoleria? Lavaggio del cervello? Degrado
umano?
Mi vergogno anche per la timidezza e la paura a parlare apertamente e
liberamente, che tanti di noi hanno rispetto ai crimini contro l’umanità
perpetrati in ogni momento della nostra storia.
Ogni volta che ci voltiamo dall’altra parte quando un uomo (o una
donna) subisce violenza, fuggiamo dalle nostre responsabilità e ci rendiamo colpevoli
dell’avvento di una società governata dalla violenza.
Abbiamo bisogno di guardare negli occhi i bambini, capire quanto hanno
bisogno della nostra protezione e soffrire al solo pensiero che qualcuno possa
fare loro del male. Se potessimo allontanarci per un po’ di tempo dal rumoroso caos
quotidiano e dedicarci in assoluto silenzio alle riflessioni su questi temi e
al valore della nostra breve esistenza, Dio ci aiuterebbe certamente a
diventare più umani e più solidali.
Josef Mengele, lo squartatore dei bambini, è stato protetto e
aiutato a sottrarsi ogni volta all’arresto, ma alla fine la natura ha fatto il
suo corso e a 67 anni ha incontrato la morte per un banale infarto.