domenica 23 giugno 2019

QUANTO È GRAVE?


Quando la salute di una persona viene messa a rischio a causa di una malattia, ci affidiamo al personale sanitario; più grave è la malattia, più alte sono le attenzioni dei medici, dei parenti, degli amici e conoscenti.
Così dovrebbe essere nelle relazioni sociali. Solo che la gravità sociale di una comunità non è percepita da tutti allo stesso modo.
A parole si può riconoscere che certi segnali non sono positivi, ma convincersi che è necessario che tutti insieme esaminiamo questo malessere è tutta un’altra questione. Naturalmente non si vuole sottovalutare la mole degli impegni che le autorità già hanno, ne la complessità che oggi assume un rapporto sociale, ne la sicurezza che quello che si va proponendo sia sufficiente o risolutivo, neppure che quello che segue sia del tutto condivisibile, tuttavia è importante provarci, solo dopo averlo fatto si possono valutare gli esiti.
Proviamo ad esaminare alcune delle mancanze che non favoriscono lo svolgersi armonioso delle relazioni riguardanti sia l’aspetto civile che quello religioso:
CIVILE
1)      Mancanza di un piano sociale che individui i bisogni e le necessità delle persone;
2)      Abdicazione ai controlli e mancata individuazione di criteri di comportamento sul territorio, compresa la viabilità e i parcheggi;
3)      Assenza di un sostegno diretto ai giovani per individuare il percorso migliore di avvicinamento al lavoro;
4)      Mancanza di un’informazione diretta agli anziani delle normative di volta in volta emanate per loro e dei benefici cui hanno diritto;
5)      Mancanza di un’istruzione web di base per rendere indipendenti il più possibile i cittadini nella dichiarazione dei redditi e altri doveri telematici;
6)      Il dedicare nell’anno almeno un incontro per ogni categoria di persone (adolescenti, giovani, adulti, anziani) per sentire le loro opinioni;
7)      Mancanza di una pro-loco che coinvolga più persone possibili.
RELIGIOSO
1)      Necessario per tutti i credenti di trasformare la “Parola” in quotidiano vissuto in mezzo ai fratelli;
2)      Necessario che i responsabili parrocchiali ai vari livelli traducano coerentemente quello che viene “predicato”;
3)      Parlare più spesso dei cristiani perseguitati;
4)      Necessario aumentare la presenza del sacerdote nelle famiglie;
5)      Necessario che, quando è possibile, il sacerdote eserciti la mediazione per raggiungere concordia e rappacificazione;
6)      Si apra ai pellegrinaggi spiegandoli e raccomandandoli alla devozione;
7)      Si apra alle gite sociali per aumentare la conoscenza reciproca e aumentare le relazioni;
8)      Si apra a una collaborazione con l’Amministrazione comunale specialmente ai punti 1-3-4 per quanto possibile quando una parte non sia sufficiente;
9)      Necessario rielaborare i criteri organizzativi dell’oratorio;
10)  Necessario riportare all’interno del Consiglio economico la gestione di tutte le pratiche della parrocchia;
11)  Indispensabile rendere trasparenti i Bilanci.
Se ci fosse uguale convincimento nell’individuazione delle cure, questa comunità diventerebbe un esempio da imitare; ma sembra che non sia così…
Pur con un associazionismo esteso, volontariato elevato e capacità dei singoli invidiabile, procediamo sfilacciati dissipando spesso il nostro tempo in tante attività che lasciano i problemi principali esattamente come stavano. La speranza si trasforma in sfiducia, che ci blocca, che ci porta al sospetto e al pregiudizio facendoci perdere la visione di insieme.