Il 18
novembre i cittadini della provincia di Brescia sono chiamati ad esprimersi
sulla gestione dell’acqua pubblica. Anche a Caino i partecipanti all’assemblea
pubblica del 25 ottobre scorso hanno ascoltato le valutazioni del Presidente e
dell’A.D. di ASVT, ma dubito che i concetti siano stati di facile comprensione.
Nemmeno
leggendo le motivazioni del SI e del NO si riesce a dipanare l’intricata
matassa che mescola “l’utilità pubblica” del servizio, l’ideologia e la
speculazione.
Sappiamo
per certo che le Autority continueranno ad essere quelle che governano
attualmente il sistema idrico e che in ogni caso le tariffe sono destinate ad aumentare.
Allora cosa potrebbe cambiare? È questo che non è chiaro. La gestione privata
ASVT/A2A, per quanto ci riguarda come paese, ha dato prova di efficienza
sapendo intervenire rapidamente nei momenti di emergenza, mentre un Ente
pubblico dovrebbe sottostare a regole burocratiche non indifferenti; ma che ne
sappiamo noi di quanto frutta alla A2A questa indipendenza? Dal giornale di
Brescia del 28 ottobre 2018 apprendiamo che per il depuratore di Concesio dal
costo complessivo di 32.986.147,25 Euro l’A2A riceve un contributo a fondo
perduto dalla Regione Lombardia di 14.154.209,10 Euro; a Nuvolera sul costo
complessivo di 5.113.874,35 riceve un contributo di 2.778.857,79. La parte
rimanente viene pagata dai cittadini con la tariffa. Se è vero che i contributi
a fondo perduto riducono il peso da addossare agli utenti, rimane tutto da
misurare il valore e la convenienza di A2A. D’altra parte se la gestione fosse
integralmente pubblica l’Ente sarebbe costretto ad indire una gara per ogni
singolo intervento con lungaggini che non sono difficili da immaginare. Ma
anche ammesso che si trovasse il modo di velocizzarli, dove andrebbe a trovare
il denaro per gli interventi?
È su questi
aspetti che il pragmatismo si separa dai buoni propositi di affidare alle
Istituzioni interamente pubbliche la gestione del bene supremo dell’acqua.
Con
l’eliminazione degli ingorghi burocratici e un sufficiente finanziamento agli Enti
di gestione tutto sarebbe possibile, anzi auspicabile, con il coinvolgimento
attivo della popolazione e fors’anche degli enti no-profit. Purtroppo siamo
lontani dalla realizzazione di questo sogno e il 18 novembre ci toccherà
decidere se forzare la mano ai nostri politici perché rispondano con interventi
conseguenti alle ragioni del SI o accettare lo status quo come suggerito dai
suoi oppositori, sapendo che molte altre province guardano a noi per capire da
che parte sta la ragione.