lunedì 29 ottobre 2018

18 NOVEMBRE: SI o NO?


Il 18 novembre i cittadini della provincia di Brescia sono chiamati ad esprimersi sulla gestione dell’acqua pubblica. Anche a Caino i partecipanti all’assemblea pubblica del 25 ottobre scorso hanno ascoltato le valutazioni del Presidente e dell’A.D. di ASVT, ma dubito che i concetti siano stati di facile comprensione.
Nemmeno leggendo le motivazioni del SI e del NO si riesce a dipanare l’intricata matassa che mescola “l’utilità pubblica” del servizio, l’ideologia e la speculazione.
Sappiamo per certo che le Autority continueranno ad essere quelle che governano attualmente il sistema idrico e che in ogni caso le tariffe sono destinate ad aumentare. Allora cosa potrebbe cambiare? È questo che non è chiaro. La gestione privata ASVT/A2A, per quanto ci riguarda come paese, ha dato prova di efficienza sapendo intervenire rapidamente nei momenti di emergenza, mentre un Ente pubblico dovrebbe sottostare a regole burocratiche non indifferenti; ma che ne sappiamo noi di quanto frutta alla A2A questa indipendenza? Dal giornale di Brescia del 28 ottobre 2018 apprendiamo che per il depuratore di Concesio dal costo complessivo di 32.986.147,25 Euro l’A2A riceve un contributo a fondo perduto dalla Regione Lombardia di 14.154.209,10 Euro; a Nuvolera sul costo complessivo di 5.113.874,35 riceve un contributo di 2.778.857,79. La parte rimanente viene pagata dai cittadini con la tariffa. Se è vero che i contributi a fondo perduto riducono il peso da addossare agli utenti, rimane tutto da misurare il valore e la convenienza di A2A. D’altra parte se la gestione fosse integralmente pubblica l’Ente sarebbe costretto ad indire una gara per ogni singolo intervento con lungaggini che non sono difficili da immaginare. Ma anche ammesso che si trovasse il modo di velocizzarli, dove andrebbe a trovare il denaro per gli interventi?
È su questi aspetti che il pragmatismo si separa dai buoni propositi di affidare alle Istituzioni interamente pubbliche la gestione del bene supremo dell’acqua.
Con l’eliminazione degli ingorghi burocratici e un sufficiente finanziamento agli Enti di gestione tutto sarebbe possibile, anzi auspicabile, con il coinvolgimento attivo della popolazione e fors’anche degli enti no-profit. Purtroppo siamo lontani dalla realizzazione di questo sogno e il 18 novembre ci toccherà decidere se forzare la mano ai nostri politici perché rispondano con interventi conseguenti alle ragioni del SI o accettare lo status quo come suggerito dai suoi oppositori, sapendo che molte altre province guardano a noi per capire da che parte sta la ragione.