sabato 1 settembre 2018

TROPPO TARDI?


Senza tornare troppo indietro nel tempo, basterebbe concentrarsi sulle apparizioni di Fatima o alle più recenti rivelazioni del 12 aprile 1947 della Madonna a Cornacchiola (Roma) per rendersi conto che una gran parte dell’umanità non ha creduto alle parole della Madre di Dio.
Se si uccide Dio, si uccide anche se stessi, si uccide l’anima dell’uomo che diventa cieco e si avvia alla sua autodistruzione.
L’imbarbarimento del comportamento umano, i cosiddetti fenomeni naturali ai quali l’uomo preferisce attribuire carattere eccezionale piuttosto che difendersi da quelli peggiori che seguiranno, la negazione della fede e della preghiera, stanno preparandoci alla fine di questo mondo.
Per frenare l’inarrestabile caduta bisognerebbe pregare molto perché il genere umano si rendesse conto dell’ineluttabile e cominciasse con umiltà ad intervenire radicalmente sui comportamenti, sulle strutture e sul suolo. Ma solo un grande miracolo ormai potrà salvarci. Pare che ai più appaia consolatorio pensare che probabilmente non saranno gli attuali viventi a soccombere, come se non esistessero più i legami umani e i figli degli ultimi viventi non fossero essi stessi di una famiglia.
Purtroppo anche queste leggerezze imperdonabili sono legate al rifiuto di Dio. Non vogliamo vedere, non vogliamo sentire e l’eternità ci ostiniamo a ritenerla una sciocchezza da raccontare ai bambini.
Come possiamo pensare che cessino le calamità, gli odi tra i popoli e tra le persone, il terrorismo e le ingiustizie senza un aiuto soprannaturale a sostegno delle nostre debolezze?
No, temo che ormai sia troppo tardi per rimediare al male fatto alla Terra e troppo tardi per trarci dai guai da soli. E’ sempre stato Dio a liberare l’uomo! L’uomo da solo, nonostante le innumerevoli scoperte scientifiche, non è riuscito ancora a guarirsi dal raffreddore (è un ricordino, questo, che Dio ha lasciato agli uomini di scienza come invito ad essere più umili).
Nonostante questa teoria possa apparire qualunquista, moralista o disfattista, per chi ancora pensa che ci sia un Dio che ci attende come un giusto giudice che stabilirà la nostra dimora per la vita eterna, c’è un sacco di lavoro da fare: contrastare con tutte le nostre forze la mentalità corrente opponendo le nostre convinzioni, come siamo capaci, cercando di essere esempi coerenti, senza lasciarci scoraggiare se non siamo proprio Santi; desiderare di esserlo sarebbe già un grande traguardo; poi pregare, pregare, pregare …