Senza
tornare troppo indietro nel tempo, basterebbe concentrarsi sulle apparizioni di
Fatima o alle più recenti rivelazioni del 12 aprile 1947 della Madonna a
Cornacchiola (Roma) per rendersi
conto che una gran parte dell’umanità non ha creduto alle parole della Madre di
Dio.
Se si uccide Dio, si
uccide anche se stessi, si uccide l’anima dell’uomo che diventa cieco e si
avvia alla sua autodistruzione.
L’imbarbarimento
del comportamento umano, i cosiddetti fenomeni
naturali ai quali l’uomo preferisce attribuire carattere eccezionale
piuttosto che difendersi da quelli peggiori che seguiranno, la negazione della
fede e della preghiera, stanno preparandoci alla fine di questo mondo.
Per
frenare l’inarrestabile caduta bisognerebbe pregare molto perché il
genere umano si rendesse conto dell’ineluttabile e cominciasse con umiltà ad
intervenire radicalmente sui comportamenti, sulle strutture e sul suolo. Ma
solo un grande miracolo ormai potrà salvarci. Pare che ai più appaia
consolatorio pensare che probabilmente non saranno gli attuali viventi a soccombere, come se non esistessero più i legami
umani e i figli degli ultimi viventi
non fossero essi stessi di una famiglia.
Purtroppo
anche queste leggerezze imperdonabili sono legate al rifiuto di Dio. Non
vogliamo vedere, non vogliamo sentire e l’eternità ci ostiniamo a ritenerla una
sciocchezza da raccontare ai bambini.
Come
possiamo pensare che cessino le calamità, gli odi tra i popoli e tra le persone,
il terrorismo e le ingiustizie senza un aiuto soprannaturale a sostegno delle
nostre debolezze?
No,
temo che ormai sia troppo tardi per rimediare al male fatto alla Terra e troppo
tardi per trarci dai guai da soli. E’ sempre stato Dio a liberare l’uomo! L’uomo
da solo, nonostante le innumerevoli scoperte scientifiche, non è riuscito
ancora a guarirsi dal raffreddore (è un ricordino, questo, che Dio ha lasciato agli
uomini di scienza come invito ad essere più umili).
Nonostante
questa teoria possa apparire qualunquista, moralista o disfattista, per chi
ancora pensa che ci sia un Dio che ci attende come un giusto giudice che
stabilirà la nostra dimora per la vita eterna, c’è un sacco di lavoro da fare:
contrastare con tutte le nostre forze la mentalità corrente opponendo le nostre
convinzioni, come siamo capaci, cercando di essere esempi coerenti, senza
lasciarci scoraggiare se non siamo proprio Santi; desiderare di esserlo sarebbe
già un grande traguardo; poi pregare, pregare, pregare …