domenica 9 luglio 2017

IL CAMMINO DI SANTIAGO: UNA MODA?

Tornando da Santiago mi sono imbattuto in affermazioni come questa: il cammino di Santiago è diventata una moda.
Fermo restando che le impressioni, le esperienze e il beneficio ricevuto da questo camminare è mio personale e lo voglio condividere solo con chi vuole veramente sapere cosa succede a fare 800 km con uno zaino in spalla, mi sorgono spontanee alcune domande da porre a chi non sa calarsi dentro quello che senza giustificazione alcuna viene considerato una “moda”.
Innanzitutto:
1.      che moda è faticare a camminare per un mese con situazioni climatiche spesso pesanti per il cammino e spesso per il morale?
2.      che moda è quella di dormire in camerate promiscue dove tutte le notti sono disturbate da pellegrini che russano?
3.      che moda è quella di mangiare un panino a mezzogiorno per un mese di seguito?
4.      che moda è quella di lavarsi i panni tutti i giorni e attendere pazientemente che asciughino?
5.      che moda è quella di rischiare di essere vittima di animali indesiderati annidati in materassi o coperte usati da migliaia di persone prima di subire un lavaggio?
6.      che moda è quella assicurarsi poche o tante vesciche ai piedi o rischiare tendiniti che difficilmente si dimenticano di te?
7.      che moda è quella di portarsi con sè problemi propri e degli altri fino alla fine del cammino?
8.      è per moda che taluni si trascinano a piccoli passi con tendiniti, ferite e piedi gonfi fino alla Cattedrale di Santiago?
E poi:
è vero che tra i presunti pellegrini ci sono opportunisti, turisti, e persone che vogliono compiere un’”impresa” lunga 800 km cercando un record, ma sono una piccola minoranza, che non deve distogliere l’attenzione sulla maggioranza che cammina determinata a raggiungere una meta, quella dell’Apostolo martire, ognuno per capire sè stesso o implorare per altri.
Reputo una fortuna aver avuto la possibilità di fare il Cammino di Santiago”, non tutti hanno la salute per poterlo fare o non ne hanno il tempo.
Pertanto cerchiamo di non cadere nella quotidiana e goffa abitudine di vedere nero anche dove c’è bianco; le persone che popolano il Cammino sono aumentate in proporzione ai disagi di cui loro o altri sono stati vittime nel tempo in questo tipo di società e vogliono tempi e spazi per riflettere.
Si può pensarla diversamente ma con una precisa riserva: quella di provare a fare il Cammino di Santiago.