Per
valutare l’utilità di questo attrezzo è necessario ricordare come una volta
veniva stivato il fieno per il bestiame. Attraverso la fraschera (che abbiamo
già conosciuto), il fieno, una volta seccato al sole, veniva portato a tetto,
nel fienile. Normalmente questo “deposito” stava nella parte superiore della
stalla e, quando non veniva schiacciato dai bambini coi loro salti, si
compattava col tempo formando un blocco unico. Prenderlo con le braccia o con
la forca per farlo passare dalla botola comunicante era assai arduo. Così i
nostri antenati escogitarono un attrezzo che potesse svolgere un servizio
simile a quello della vanga quando rompe il terreno; infatti ha con essa una
vaga rassomiglianza: si differenzia solo per la lama che si allarga a coda di
rondine ed è molto più tagliente e il poggiapiedi molto più alto per permettere
il taglio in profondità.
Il
risultato era quello di sezionare degli spicchi compatti tagliandoli
verticalmente che venivano passati dalla botola con facilità.