venerdì 20 ottobre 2017

IL MARRONE E LA FESTA CHE UNISCE

Quasi una settimana dopo l’evento, non è troppo tardi per valutare quello che è passato tra noi cainesi (e tutti i visitatori) con la manifestazione della “Sagra del marrone”.
Per qualcuno sarà stata pure una mera festa paesana, ma con un po’ di attenzione si è potuto osservare uno spiegamento di associazioni che sono in costante attività nel paese e la scoperta, per tanti, dei talenti artistici presenti. Uscendo dall’ufficialità dell’evento celebrato all’interno e all’esterno della palestra del Centro Sportivo, è balzato subito evidente l’impegno volontario di ogni singola associazione nel dare il proprio contributo secondo le proprie specificità. Innanzitutto gli alpini, presenti spesso col loro impegno personale nelle varie manifestazioni e altrettanto spesso discrezionalmente “mimetizzati” tra la gente o dietro le quinte; la Polisportiva, sapientemente guidata, che ha conservato negli anni l’energia per poter continuare ad offrire ai giovani un servizio, tanto importante per lo sviluppo della personalità, come lo sport;  il Vac-Protezione Civile sempre pronto ad intervenire sui nostri monti ancor prima che noi sentiamo il fumo e subito in movimento quando le piogge si fanno pericolose; splendidi i pannelli esposti da Riccardo Ciulli, Elisa Tosetti, Stefania Seggioli, Alessandra Ferrami, Luca Minelli e Nicola Gatelli che verranno esposti sulla provinciale di fronte alle antiche mura della “Rocca del Gallo” che testimoniano, col tempo dedicato alla loro realizzazione, l’attaccamento degli artisti al loro paese; Rio de Oro, opera caritatevole per l’accoglienza dei bambini del Saharawi, vede tradizionalmente, ormai da tempo, l’impegno di mamme e giovani che ogni anno dedicano un po’ del loro tempo per questi bambini sfortunati; gli amici del Presepio capitanati da Bruno Mora che, essendo anche motore degli alpini, è come il prezzemolo, lo trovi impegnato un po’ ovunque, in questo caso riesce a dirigere un gruppo pluripremiato che ogni anno arricchisce la già splendida rappresentazione, quest’anno con la Madonna e S. Giuseppe adoranti; il Gruppo Teatro con le foto esposte ricorda la passione della recita e la condivisione di un’opera con il pubblico; il Gruppo Fotografico ha saputo trasformare anch’esso la passione con la condivisione delle immagini più belle, certamente una ricchezza e un ricordo per tutta la comunità; il Gruppo Gas è una realtà ormai consolidata che si è presentata simbolicamente ma è da considerarsi una vera risorsa economica per tutte le famiglie che vi aderiscono; l’Avis sezionale ha donato agli avisini di Caino la scultura dell’artista Bertoli come riconoscimento alla storia del Gruppo locale e, soprattutto, per il gran numero di donazioni che offre; i Gnari della Valle di Bertone sono impegnati nel presidiare la valle e nel renderla godibile anche culturalmente oltre alle bellezze naturali; il Gruppo Pensionati col suo progetto “Böta vià niènt” si è presentato con una graziosa vetrinetta di oggetti antichi e attrezzi da fabbro e muratore, vuole raccomandare ai compaesani di non buttare via niente di quello che può rappresentare un ricordo dei tempi passati; per la gioia dei bambini il Peo ha portato pecore e capre, per i grandi ha portato invece la sorprendente moglie Meris, ricca di ingegno, che ci ha fatto conoscere le sue opere e da esperta cesellatrice del legno qual’è si è esibita in uno sgrossamento di un tronco con la motosega.
Intorno a queste associazioni vendita di prodotti tipici come il marrone, il miele, il cinghiale, il salame, il formaggio e articoli artigianali vari  di hobbistica.
Purtroppo non tutte le associazioni hanno avuto lo spazio che meritavano, “la diretta va di fretta”, ma certo è che tutti quelli che hanno visitato gli stand hanno apprezzato la disponibilità e lo sforzo profuso ed ora le conoscono un po’ meglio.

Sotto il tendone sono state servite 240 porzioni di spiedo dai volontari sotto la supervisione di Gianni Crippa, responsabile della “sagra” per Caino, mentre sul palco si esibivano i “Selvaggi Band”.

mercoledì 6 settembre 2017

ATTENTI AI TRE

La parola più diffusa al mondo penso che sia “amore”. Ma questo sentimento, così ricercato, è sfuggente come un’anguilla: quando credi di possederlo ti scappa via senza che tu possa fare nulla per trattenerlo. Tutto per colpa di almeno tre organi del nostro corpo: gli occhi, la bocca e le mani. I genitori non insegneranno mai abbastanza ai loro figli l’esercizio dei muscoli che li azionano.
Gli occhi.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima. Possono essere trasparenti o impenetrabili; innocenti o colpevoli; sereni o misteriosi. L'espressione deriva dalla personalità, da come l’individuo è abituato a guardare la realtà quotidiana.
La bocca.
La bocca è l’organo che forma il sorriso, la più bella risorsa di una persona. Anche questo deriva dalla personalità ed abbonda sulla bocca di chi è stato educato alla positività della vita.
Le mani.
Le mani non sono solo il mezzo per servire il proprio corpo, sono anche un mezzo di comunicazione. Una stretta di mano calorosa non parla allo stesso modo di una stretta fugace; una mano incoraggiante sulla spalla di un amico scalda il cuore; le carezze sono segno di affetto; e comunque tutti i contatti che le mani hanno nei confronti delle persone segnalano un avvicinamento, un affinità; al contrario la resistenza al contatto segnala freddezza e distacco verso l’altro.
L’incontro con una persona dagli occhi sereni che con un grande sorriso ti stringe calorosamente la mano è senz’altro quello di un amico che ti può toccare il cuore.
L’assenza di uno dei “tre”, invece, obbliga a un maggiore approfondimento: tristezza, paura, timidezza, dolore possono essere i sintomi più comuni; ma anche cattiveria, egoismo, superbia, avarizia e discriminazione. Occhio ai tre! Impariamo ad osservarli per … capire la persona o le persone con le quali vogliamo camminare.

domenica 9 luglio 2017

IL CAMMINO DI SANTIAGO: UNA MODA?

Tornando da Santiago mi sono imbattuto in affermazioni come questa: il cammino di Santiago è diventata una moda.
Fermo restando che le impressioni, le esperienze e il beneficio ricevuto da questo camminare è mio personale e lo voglio condividere solo con chi vuole veramente sapere cosa succede a fare 800 km con uno zaino in spalla, mi sorgono spontanee alcune domande da porre a chi non sa calarsi dentro quello che senza giustificazione alcuna viene considerato una “moda”.
Innanzitutto:
1.      che moda è faticare a camminare per un mese con situazioni climatiche spesso pesanti per il cammino e spesso per il morale?
2.      che moda è quella di dormire in camerate promiscue dove tutte le notti sono disturbate da pellegrini che russano?
3.      che moda è quella di mangiare un panino a mezzogiorno per un mese di seguito?
4.      che moda è quella di lavarsi i panni tutti i giorni e attendere pazientemente che asciughino?
5.      che moda è quella di rischiare di essere vittima di animali indesiderati annidati in materassi o coperte usati da migliaia di persone prima di subire un lavaggio?
6.      che moda è quella assicurarsi poche o tante vesciche ai piedi o rischiare tendiniti che difficilmente si dimenticano di te?
7.      che moda è quella di portarsi con sè problemi propri e degli altri fino alla fine del cammino?
8.      è per moda che taluni si trascinano a piccoli passi con tendiniti, ferite e piedi gonfi fino alla Cattedrale di Santiago?
E poi:
è vero che tra i presunti pellegrini ci sono opportunisti, turisti, e persone che vogliono compiere un’”impresa” lunga 800 km cercando un record, ma sono una piccola minoranza, che non deve distogliere l’attenzione sulla maggioranza che cammina determinata a raggiungere una meta, quella dell’Apostolo martire, ognuno per capire sè stesso o implorare per altri.
Reputo una fortuna aver avuto la possibilità di fare il Cammino di Santiago”, non tutti hanno la salute per poterlo fare o non ne hanno il tempo.
Pertanto cerchiamo di non cadere nella quotidiana e goffa abitudine di vedere nero anche dove c’è bianco; le persone che popolano il Cammino sono aumentate in proporzione ai disagi di cui loro o altri sono stati vittime nel tempo in questo tipo di società e vogliono tempi e spazi per riflettere.
Si può pensarla diversamente ma con una precisa riserva: quella di provare a fare il Cammino di Santiago.   

lunedì 17 aprile 2017

SI SENTE MA NON SI VEDE ...

Da noi è rimasto un detto: “C’è un’atmosfera che si taglia col coltello”. Spiega molto efficacemente come una persona capitata per caso in un ambiente pieno di tensione ne sia a sua volta coinvolto per averne avuta la percezione. Stiamo parlando di quell’energia impalpabile che è intorno a noi e dentro di noi e che condiziona ogni nostro comportamento quotidiano. Tutti i nostri sensori, attraverso le parti del corpo, si collegano al sistema nervoso, al cervello (che noi un po’ eufemisticamente chiamiamo cuore), e quest’ultimo prende delle decisioni.
E’ questa energia che crea il “clima” e può essere favorito da persone che siano protagoniste o spettatrici. Qualche esempio: vedere un papà o una mamma giocare col proprio bambino rasserena il cuore e favorisce l’incontro; viceversa vedere un bambino maltrattato (da chiunque) rende incandescente e carico di tensione la partecipazione a questo momento. Meno pesante, ma eloquente, il fastidio prodotto dalla prepotenza di una persona che ne umilia un’altra; effetto di piacere si ha nel vedere uno che aiuta un altro, con passione e con impegno, a superare un problema. Quindi anche i vizi e i difetti influiscono sulla percezione.
Anche chi va in chiesa con fede “respira” un’atmosfera raccolta e devota oppure distratta e formale, a seconda dei casi. Perfino nei luoghi di pellegrinaggio mariano si avvertono sensazioni diverse, e i pareri raccolti dai partecipanti lo attestano. Mi son sentito chiedere spesso: se la Madonna è una sola non è uguale ricordarla in un posto solo e non in tutti i posti dove è apparsa? Ho frequentato diversi luoghi di apparizioni mariane e posso assicurare che il cuore non è sempre lo stesso. Neanche i luoghi dove la Chiesa ha negato ci sia stata veramente un’apparizione fanno eccezione. Medjugorje, per esempio, continua a vedere numerosissime conversioni. Quelli che sono andati in Terra Santa possono affermare di essere rimasti indifferenti sui luoghi calpestati da Gesù?
Nelle nostre relazioni con la società e con la natura viviamo sensazioni sempre diverse che ci fanno stare bene o male e che testimoniano la “misura” della nostra umanità. Se qualcuno ha avuto la fortuna di avere un colloquio col Vescovo o addirittura col Papa, non potrà affermare di essere rimasto indifferente. Chi si immerge nella natura incontaminata prova una pace profonda, al contrario di chi è costretto a stare nel traffico. Chi ascolta la musica è portato a sentire un rilassante benessere, al contrario dell’udire il suono sguaiato di persone che litigano. E tante situazioni ancora.

Il nostro futuro lo costruiamo anche cercando di privilegiare l’ascolto dell’atmosfera intorno a noi, sfuggendo quella che riconosciamo falsa e superficiale a favore di quella densa di relazioni autentiche.

domenica 2 aprile 2017

AUMENTA LA TARI

La situazione finanziaria dei Comuni non accenna a migliorare, grazie anche ai giochi politici portati all'estremo pur di conservare una visibilità, a scapito degli interessi dei tartassati cittadini.
Rimane tuttavia difficile da comprendere la facilità con la quale le amministrazioni locali ricorrono all'aumento delle imposte e delle tasse. Sulla TARI (o tassa rifiuti che dir si voglia) la passata amministrazione aveva già aumentato le tariffe per far fronte alla costruzione dell'Isola Ecologica; ora l'attuale ha inglobato gli incassi di quell'aumento, passati e futuri, nel nuovo servizio ma nel frattempo ha aggiunto un altro aumento che il cittadino dovrà pagare ringraziando la lungimiranza dei suoi amministratori. Non è che per la sistemazione della "Scalinata" ci verrà richiesto di pagare l'Addizionale Comunale? E che tasse dovremo pagare per finire il cimitero? E per tutte le altre opere promesse nelle campagne elettorali, mai mantenute?
Pensiamo davvero che bastino le sagre e tutti gli incontri promossi dall'assessorato alla cultura per soddisfare le esigenze dei cainesi? Possiamo indurli a capire che le casse sono vuote, difficilmente ad accettare nuove gabelle nel momento in cui molte famiglie faticano a tirare avanti.
Scaricare le colpe sulle amministrazioni precedenti non paga: anche l'attuale ha privilegiato delle scelte anzichè altre destinando risorse ad un settore piuttosto che un altro scontentando qualcuno.
Purtroppo fatico a vedere amministrare come un "buon padre di famiglia" e forse l'amarezza e lo scontento passa da qui. Se mi sbaglio qualcuno mi "corigerà".  

mercoledì 22 febbraio 2017

COSCIENTICIDIO


Le parole appena espresse da Dario Franceschini nel suo PD in fibrillazione, “Fermiamoci”, sarebbero da gridare al mondo intero. Libero da ogni seria regolamentazione dei comportamenti sociali l’individuo si sta lanciando in esibizioni inumane e anti-sociali che ci stanno portando inesorabilmente verso il baratro. Il baratro consiste in una nuova “Babele” dove nessun popolo riesce a dialogare con l’altro rivaleggiando fino alle estreme conseguenze. Il conteggio è già iniziato, in nome di un presunto “legittimo” diritto ad avere la precedenza, che nasce da un egoismo “vero”, molti oppongono una ingiustificabile resistenza alla solidarietà verso una moltitudine di concittadini bisognosi e tanti popoli martoriati e disperati, gli stessi popoli che fuggono dai soprusi e dalle violenze perpetrati da mostri del terrore. I più indifesi muoiono in gran numero nell’indifferenza di tanta buona gente. E questo succede perché già all’interno di ogni famiglia si annida l’incomprensione, l’egoismo, l’invidia e i genitori paiono impotenti a indirizzare sul binario giusto l’educazione dei propri figli. Tutto deve essere permesso a tutti, senza che alcuno possa intervenire per limitarne la perversità: solo al povero, all’indifeso, al perseguitato, allo sfruttato non è concesso nulla.
Guadagnare in modo illegale, rubare, corrompere, evadere i tributi, imbrogliare, sfruttare è da molti considerata una forma legittima di difesa contro i soprusi della Pubblica Amministrazione; la colpa non è mai personale. Infatti è gioco facile scagliarsi contro il potere che si arricchisce a dismisura e senza pudore, ma sono le stesse persone che abbiamo eletto perché ci promettevano molti “benefici”, scartando invece coloro che ci prospettavano il cambiamento basato sulla giustizia sociale. C’è l’incapacità dell’individuo di entrare in una fase “rigeneratrice” basata sulla difesa dei più deboli (che non significa appagare i parassiti) attraverso risorse ricavate dalla solidarietà; prova ne è la strenua opposizione alla solidarietà perfino da coloro che, come rappresentanti politici e amministrativi, hanno goduto di privilegi che mal si conciliano con l’attuale condizione di tanti concittadini.
Ci serve una scuola elementare che ci istruisca e ci obblighi al rispetto e alla solidarietà verso gli altri, in famiglia e nella società, pagando il dovuto per avere servizi efficienti organizzati da “persone” efficienti (Pubblica Amministrazione e Potere politico). Ci serve una nuova coscientizzazione che ci ridia il discernimento e la voglia di essere società ben organizzata e attenta ai bisogni reali dei suoi componenti. Femminicidio, razzismo, pedofilia, bullismo, corruzione sono il segno evidente che abbiamo ucciso il “cuore”, la coscienza che troppo spesso non sa distinguere il giusto dall’ingiusto e che nei bambini e nei ragazzi già si comincia a vedere sui bus. Fermiamoci prima che sia troppo tardi! 

martedì 7 febbraio 2017

DEVE SENTIRSI SOLO?

Mi chiedo quanto serva lo sdegno per un’azione platealmente vile, si, ma allo stesso tempo da mettere in conto, a fronte dei grandi passi con i quali ci precede Papa Francesco guidandoci verso la tolleranza e l’amore. Infatti il livore dell’anticlericalismo oggi non sarebbe comprensibile davanti all’opera di pulizia intrapresa da Francesco all’interno della Chiesa; è invece perfettamente logica se si giudica tutto questo opera del demonio. Lui crea il male e le lacerazioni all’interno dei ministri della Chiesa (e tra noi stessi) e poi si delizia a tormentare le loro e nostre miserie, ma soprattutto se la prende con chi ha capito la sua strategia e cerca in ogni modo di contrastarla. Non è una novità, i Santi ne sanno qualcosa.
Ci sarebbe piuttosto da chiedersi: ma noi, riflettiamo veramente su quello che il Papa va dicendo? O ci facciamo abbindolare dai soliti “dispensatori di verità” che sanno vedere solo i difetti del clero e mai i loro o quelli di chi li rappresenta? Costoro sono quelli che guardano l’avvicendarsi degli avvenimenti sociali e politici tifando or per un leader or per l’altro, sbagliando sempre, accumulando delusione e rabbia in continuazione. Il sistema politico e sociale italiano è rimasto fermo con i suoi gravi e conclamati difetti da decenni, mentre la Chiesa, con gli ultimi papi, ha riconosciuto i propri errori e chiesto perdono a Dio e ai fratelli; Papa Benedetto e Papa Francesco hanno iniziato a pulire “l’aia” della Chiesa cercando di ricondurre le finalità delle variegate componenti il mondo cattolico all’unità con i fratelli. Si può ritenere che ci sia molta strada da fare, ma è l’unica istituzione ad aver fatto dei “veri” progressi verso tutta la società contemporanea. Riordiamoci sempre che il Papa è ritornato a ricoprire il ruolo che Gesù ha affidato a San Pietro, e non è quello di gendarme.
Un piccolo spunto su cui riflettere (fa bene anche ricordare): gli unici in Germania a battersi contro Hitler e le sue teorie ariane sono stati pochi cristiani coraggiosi della Chiesa confessante (guidati da Bonhoeffer) che hanno pagato con la vita la loro indisponibilità a tradire il messaggio evangelico. Sono stati abbandonati da tutti in cambio della “tranquillità”.
Questa era la bandiera degli altri cristiani: cristiani tedeschi
Stiamo ripetendo gli stessi errori: in cambio di “tranquillità” ci accodiamo all’andazzo attaccando ogni messaggio di speranza, di solidarietà e di amore che persone di coraggio (numerosi parroci di paese, rappresentanti delle Congregazioni religiose, esorcisti, laici impegnati) non si stancano di ripetere in nome di una società da salvare dall’abisso; ci lascia del tutto indifferenti perfino che i cristiani siano i più perseguitati al mondo. E cosa sono, dei puri? Certo che no, sono umani e come tutti noi sono insieme bene e male, cercano di seguire coerentemente un percorso e ostinatamente rimangono sulla stessa strada perseguendo i loro ideali. Ma ad onor del vero a sacrificarsi per i bisognosi loro ci sono.

Non dobbiamo preoccuparci dunque di un manifesto (a sottolinearne l'immoralità è la sua commercializzazione in internet, e la viltà degli autori è attestata dalla difesa di numerosi quotidiani) ma quanto crediamo nell’opera di papa Francesco e quanto vogliamo che non si senta solo nel compierla.