Potremmo definirlo così il fallito colpo,di stato in Turchia. Infatti in un colpo solo ci siamo trovati con un intruso nella NATO, una Turchia che a dispetto degli avvenimenti e' ancora difesa da alcuni Stati dell'Unione ed altri che cercano di cavalcare il caos per aggiudicarsi la guida di questa Europa sconquassata. Il tutto condito da un imbarazzante silenzio sul comportamento di un uomo che vuole assomigliare sempre più a una divinità; senza per questo voler giustificare l'atteggiamento dei "ribelli" del tentato golpe.
Chi era Erdogan lo sapevamo sin dal finto appoggio alla lotta contro l'Isis e dalle pretese economiche avanzate all'Europa in modo piuttosto ricattatorio. Non dovremmo quindi meravigliarci se in Turchia la libertà di espressione sarà sostituita dal "tacito assenso".
Quello che continua a meravigliare e' il proliferare dei trattati per la salvaguardia dei diritti della persona che vengono deliberatamente ignorati dagli affari e dal dio denaro, i quali, da sempre, vivono sulla sofferenza della povera gente, almeno quelli che non sospendono gli intrallazzi con Stati come la Turchia. Si dirà: allora non si lavora più! A parte il fatto che migliorando in coerenza otterremmo più autorevolezza e probabilmente otterremmo partner aggiuntivi, non vedo come lasciandoci trascinare dall'ipocrisia partecipiamo a rendere il mondo migliore: o magari non ci interessa? Perché crediamo che, per esempio, il nuovo premier inglese non abbia voluto un incontro con l'Italia? Perché il nostro Paese non conta nulla e non condiziona nulla in Europa, se non i discorsi sulle buone intenzioni. Ad un tratto ci siamo accorti che i veti li pone la Germania ormai leader indiscussa dell'Europa senza la Gran Bretagna. Ancora una volta sarà la Germania a decidere cosa fare con la Gran Bretagna in base agli interessi che ha con quel Paese o in funzione di esso. Cos'è questo se non un colpo di stato soft? Chi limiterà il potere tedesco? La Francia di Hollande che ha toccato i minimi storici della sua coesione?
Ci siamo ridotti a 26 nani di fronte a una macchina economica qual'e la Germania e al momento possono esserci frizioni solo tra i "sudditi". Onore al merito. Quale nano anche noi abbiamo una infinita' di compiti a casa da fare, altro che essere a posto e qui i nostri politici, tutti, non brillano per italianità. Se solo si volesse si potrebbero mettere in campo progetti a lungo termine per la risoluzione dei problemi che diventano sempre più pesanti: la sicurezza, la giustizia, la sanità, la ricerca, lo sviluppo, ecc. Invece siamo fermi alle beghette derivanti dall'invidia e dal potere perduto: "muoia Sansone con tutti i filistei".
E poi e' necessario che l'Italia ritrovi la coerenza dei comportamenti con l'Europa, specie nelle trattative con la Gran Bretagna, difendendo prima di tutto quello che di europeo e' rimasto, anche se questo può danneggiare gli interessi inglesi. Non si abbia timore ad alzare la voce contro gli Stati che non concedono i diritti civili riconosciuti sospendendo ogni aiuto o sostegno alle imprese che intendono svolgere rapporti commerciali con quegli Stati.
Mi auguro che in questo passaggio cruciale della nostra storia la nostra politica ritrovi l'unità e sappia rispondere adeguatamente alle speranze degli italiani.
giovedì 21 luglio 2016
domenica 22 maggio 2016
ALIMENTAZIONE E QUALITA' ITALIANA
Di
fronte al Trattato atlantico (TTIP), che ci toglierebbe quel poco di fiducia
che ci è rimasta, al bollino rosso degli inglesi sulle marche non autoctone (le
cosiddette etichette semaforo), al latte importato dall’est e dalla Cina delle
multinazionali, l’embargo commerciale con le nazioni ostili (leggi Russia), mi
chiedo cosa stiamo aspettando per adottare mosse strategiche che impediscano
all’Italia di essere risucchiata nel vortice degli egoismi nazionalistici
europei e cancellare la nostra eccellenza alimentare.
A
volte viene da pensare che ci sia un tornaconto commerciale anche nelle aziende
italiane, forse non sempre lige ai protocolli, ma determinate nello stesso
tempo a voler mantenere il marchio.
Non
ci si spiega perché le aziende di produzione alimentare, di fronte a questi
attacchi al settore, non riescano ad accordarsi mettendo bene in evidenza
sull’etichetta che la “materia prima” è italiana. Ci sono impedimenti dagli
Stati che impediscono una esauriente descrizione? Ancor di più avrebbero
ragione quelli che sono contrari al TTIP che porterebbe sul mercato prodotti
sempre meno controllabili.
Nonostante
le ripetute frodi scoperte dalle forze dell’ordine, è risaputo che la nostra
legislazione in materia di alimenti è la più severa al mondo. Se vogliamo
rinunciare a questa tutela ingerendo prodotti che possono danneggiare la nostra
salute siamo liberi di farlo, ma a coloro che vogliono sapere quello che
mangiano sia consentito di poterlo leggere sulle etichette e alle autorità
preposte di verificare se quello riportato risponde al vero. Anche se sappiamo
che mantenersi in salute non dipende solo dall’alimentazione, nondimeno questa
rappresenta l’argomento più importante per la nostra sopravvivenza, il
carburante del nostro organismo.
sabato 7 maggio 2016
IL TERREMOTO DEL FRIULI
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Il sindaco di Gemona |
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Le macerie di Gemona |
Si dettero tre priorità: prima la ricostruzione delle
fabbriche per continuare a sostenersi senza essere costretti a una nuova
emigrazione; poi le case, necessarie per tornare alla normalità; infine le
chiese che, nel frattempo, potevano essere sostituite dalle case per le
celebrazioni liturgiche.
Da tutto il nord affluirono sui
luoghi più colpiti volontari di ogni tipo che con la loro opera consentirono di
velocizzare i lavori consentendo a molti di ritornare nelle loro case. Anche da
Caino partì un nutrito gruppo di lavoro che si distinse tra la popolazione
locale e mantenne anche in seguito legami di amicizia. Non si ripetè più un’esperienza
simile di solidarietà nelle calamità successive.
Nel gennaio 1977 l’Amministrazione
Comunale, a nome di tutta la popolazione di Caino, portò il suo contributo al
sindaco di Gemona, la località più devastata dal sisma.
lunedì 25 aprile 2016
ESTASI A SAN GIORGIO
Il
25 aprile è tradizionalmente la giornata che i cainesi da anni si sono
riservata per stare insieme nella località dove, in un’antica chiesetta, S.
Giorgio ha vegliato sulle loro attività montanare. Con l’occasione si continua
a fare memoria di un compaesano vittima in questi luoghi della violenza nazi-fascista,
Pirlo Giovanni. Sebbene negli ultimi anni la frequenza sia molto diminuita, ora
pare si stia recuperando la vocazione di ritrovarsi come comunità, quella che stenta
a decollare come Parrocchia.
Stamattina
all’eremo sono arrivati poco più di una cinquantina di coraggiosi che hanno
sfidato il meteo e, in linea con il proverbio che dice “la fortuna aiuta gli
audaci”, hanno goduto di uno spettacolo meraviglioso: la vista del M. Doppo
innevato al sole, coronato da tante catene di montagne a notevole distanza,
grazie a un limpido cielo azzurro. La S. Messa celebrata dal parroco ha
spiritualizzato solennemente questo incontro.
Molte
persone hanno lavorato per mantenere bello questo luogo ed altre si danno da
fare per consentirne l’accesso attraverso sentieri tenuti puliti, addirittura
riscoprendone alcuni andati in disuso per rendere sempre nuovo e piacevole il
tragitto; queste persone meritano di vedere un giorno l’area di S. Giorgio gremita
per l’avvenuta ricomposizione di una comunità civile e religiosa. Le bellezze
naturali risaltano ancora di più se sono tante le persone a goderle in
serenità.
sabato 23 aprile 2016
UOMINI ALLO SPECCHIO
Su un piccolo libro,
tanti anni fa, l’ing. Luciano Silveri, padre del teleriscaldamento a Brescia,
riportava le vicissitudini di un gruppo di giovani che lui seguiva all’Ospedale
Civile di Brescia, condannati a morte da grave malattia; uno di questi giovani,
in occasione di una gita che l’ingegnere organizzava quando le condizioni lo
consentivano, meditando sul comportamento delle persone che incontrava, ebbe a
dire: “Sono io che non ho capito nulla o quelle persone vivono con la testa nel
sacco?”.
Parole dette da una
persona che sa di avere il tempo contato ma, proprio per questo, profondamente
attaccata alla vita. Mi viene in mente “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi
Pirandello dove è narrata la storia di un uomo, pure condannato a morte da una
dolorosa malattia, che si sofferma a pesare la sua esistenza, il tempo che gli
rimane e il comportamento di chi gli passa accanto.
In entrambi i casi io
sono uno che queste persone vanno incontrando. Come appaio loro? Sto bene (con
qualche piccolo disturbo dovuto al naturale logorio degli anni), non ho
pressanti problemi economici, non ho più bisogno di lavorare perché ho la mia
piccola pensione, i figli grandi hanno fatto famiglia; ho tempo per riflettere
sul tempo che mi resta da vivere e che potrebbe essere anche molto poco.
Potrebbero vedermi come “osservatore poco impegnato” quando rifletto sulle vicissitudini
socio-politiche del mio paese o dell’Italia e le faccio conoscere su face book;
un “idealista” o un “incompetente” in base al contenuto delle mie riflessioni;
un “bastian-contrario” se pensano che non sono mai d’accordo con nessuno; un
“bigotto” quando difendo i principi fondamentali del cristianesimo: Dio, vita, famiglia;
un “populista” quando mi scaglio contro l’inefficienza della “casta”;
“individualista” perché non faccio parte di nessuna organizzazione; “vanitoso” perché
mi piace comparire; “moralista” perché
avrei sempre qualcosa da insegnare agli altri; “ipocrita” perché cerco di
mostrarmi fuori quello che non sono dentro; ma anche un “romantico” se mi
vedono godere il mio giardino; un “nonno” se mi vedono giocare coi nipotini.
Come persona piena di
difetti, mi porto un po’ di tutto questo. Una valutazione superficiale spesso però
trae in inganno e induce a vedere solo ombre nella persona che si incontra; solo le persone che ci sono state vicino a lungo ci conoscono per quello che
realmente siamo. Se siamo veramente “poco impegnati”, “idealisti”, “incompetenti”,
“bastian-contrari”, “bigotti”, “populisti”, “individualisti”, “vanitosi”,
“moralisti”, “ipocriti”, o se invece facciamo del nostro meglio per dare il
nostro contributo secondo i nostri principi, senza seguire la massa che segue il
comportamento “del così fan tutti”. Se anche quelli che ci conoscono bene non
trovano in noi delle qualità e te lo fanno capire, allora è proprio il caso di farci dei grossi
interrogativi.
Guai a me e guai a
tutti quelli che non lasceranno un segno del loro passaggio su questa terra.
Non siamo nati per caso ma per volere di Dio e a Lui dovremo rendere conto dei
talenti ricevuti.
Ci sarà l’amore in
cima all’ “interrogatorio”! Spesso quanto sappiamo amare appare dai musi lunghi
che i “condannati a morte” citati sopra notano immediatamente. I nostri Pastori
ci hanno insegnato che amare vuol dire perdonare, anche quando non si capisce
perché abbiamo ricevuto un torto. Essere aperti alla riconciliazione ci
consente di essere sereni e mantenere le nostre relazioni nelle quali possiamo
esercitare l’abitudine al sorriso e alla concordia. Magari scopriremo che non
occorre andare di fretta per fare tante cose ma che è meglio valorizzare il
nostro tempo per farne alcune bene, specialmente se rivolte alla famiglia.
venerdì 22 aprile 2016
PARCO DELLA ROCCA DI MANERBA
114
ettari di territorio costiero e 84 di superficie lacuale sottoposti a una
tutela ambientale pari a quella che oggi è riservata solamente ad alcune zone
marine protette, come le Cinque Terre. Questo è il risultato, voluto fortemente
dalle amministrazioni locali, dopo che il Consiglio Regionale all’unanimità ha
istituito la riserva naturale della “Rocca, del Sasso e Parco lacuale” di
Manerba del Garda.
Pino Ragni – Voce del Popolo
giovedì 21 aprile 2016
2^ BRIXIA PARACYCLING CUP
Sabato 30 aprile 2016 in Piazza Trieste a Caino verrà posto il traguardo di questa GARA CICLISTICA INTERNAZIONALE riservata alle categorie paralimpiche. Per questo motivo il tratto della strada provinciale compreso tra Nave e Caino rimarrà chiuso dalle ore 07,45 alle ore 11,30.
La gara prenderà avvio a Nave alle ore 08,30 con intervalli di 5 minuti tra le categorie stabilite dall'organizzazione.
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