giovedì 29 ottobre 2015

PAESE VECCHIO

Quanto tempo e' passato da quando Caino era considerato un comune modello. Erano gli anni 70-80, e Caino, dal nulla che aveva, per opera di amministratori capaci usciti dalla scuola di formazione delle ACLI, fece nascere una Scuola Elementare nuova, recuperando in quella vecchia una sede municipale adeguata, una palestra, un campo di calcio, un campo di bocce, un campo da tennis in terra battuta, un sistema fognario con depuratore, un Centro Sociale con ambulatori medici, tre villaggi di case popolari.
Dove sono finite le energie degli amministratori che sono seguiti?
Sono venute a mancare le disponibilità economiche, e' vero, ma soprattutto sono mancate le idee. Solo la nuova captazione sorgiva nella Val Merolta ci ha evitato di fare la figura degli incapaci. La nuova amministrazione ha concentrato la sua attività iniziale sul Centro Sportivo, forse non la piu' urgente, ed ora si sta occupando dei rifiuti, vedremo il seguito.
Da anni Abbiamo acquistato l'immobile della Fucina; abbiamo speso molti soldi per mantenerlo in piedi, ma ancora non abbiamo deciso cosa farne.
Abbiamo fatto una strada di collegamento tra la "provinciale" e la strada di piano Rasile - Tolzana che a mio parere e' uno sfregio al territorio e si continua ad ignorare la possibilità di uno svincolo fuori dal centro abitato di Novale. Voci dicono che sia stata presa finalmente la decisione di procedere alla sistemazione della nostra splendida (e disastrata) scalinata ; non sarebbe una cattiva idea se si pensasse anche di erogare un contributo per pitturare quelle case lungo la strada che sembrano essere state abbandonate  durante la guerra del '15-'18.
Forse e' anche nostra, come cittadini, la colpa di avere un paese così trasandato; forse dovremmo parlare di piu di tutte queste cose, e non solo nelle segrete stanze, desiderando un paese bello anche a vedersi e non vecchio e rassegnato a farsi dirigere dal paese vicino.
Alle discussioni aggiungerei una valutazione sull'edificio privato (ormai rudere) di Via Folletto del quale ogni amministrazione si e' disinteressata, l'unica possibilità di allargare la minuscola piazza che i visitatori chiamano "slargo". Come mai comuni piccoli come il nostro (ad esempio  Vallio o Provaglio d'Iseo) giudicati a suo tempo concordemente dai passanti  "vecchi"  ora appaiono dei gioielli se confrontati a Caino?
L'ambiente naturale dove e' adagiato Il nostro paese e' uno dei più belli della provincia, tocca a tutti noi cercare di ridargli la dignità e il bell'aspetto di un tempo.   

martedì 20 ottobre 2015

IL GRANDE ACQUITRINO DI FACE BOOK


Molti ritengono che non sia possibile un confronto aperto e costruttivo su face book e, proprio per questo, se ne guarda bene dal partecipare alle discussioni. Una prima analisi può portare in effetti a questa conclusione; dovremmo pero' ricordare che i post sono scritti da noi, siamo noi che ci offriamo per quello che siamo e mi verrebbe da dire: siamo un piccolo specchio della società.
Face book e' come un grande acquitrino dove convivono silenziosi e composti uccelli acquatici e un gran numero di anatre starnazzanti. Si sono dati appuntamento senza un preciso legame, hanno seguito la corrente ed ora cercano di parlarsi. Ma parlare di cosa? Cosa li accomuna? In verità sono molte le cose di cui parlare che ci riguardano, solo che la partecipazione e' inversamente proporzionale alla distanza che c'è tra l'argomento e noi. Più e' lontano ( l'Europa, la politica, i profughi, ecc.) più la partecipazione e' accesa; se invece e' vicino (parrocchia, amministrazione comunale, confronto su problemi etici, ecc.), ecco che ce ne stiamo buoni a cuccia per essere certi di non urtare nessuno; non importa se ne sta parlando il Papa o il Presidente della Repubblica o il nobel della scienza, noi non c'entriamo. 
Per fortuna ci sono quegli "acquatici" composti che, pur coi loro limiti, mettono a disposizione il loro pensiero e si offrono al dialogo perché quelli che vi partecipano possano crescere insieme a loro nella speranza di un mondo migliore e nella condivisione delle tante difficoltà umane che spesso sono vicino a noi. Proprio la presenza vicino a noi di un drogato, un omosessuale, un alcolizzato, un divorziato, ecc. , dovrebbe indurci a confrontarci su questi stati per capire e comportarci in modo adeguato, specialmente in questo tempo in cui le "assemblee a tema" non vanno più di moda. 
Accompagnarsi alle "anatre starnazzanti" scoraggia chi si affaccia a face book, impedisce la formazione di una comune identità e ci fa credere che tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuto dai nostri genitori siano frutto della loro ingenuità, di quello che oggi viene chiamato "retaggio culturale".
Fino a quanto la paura di comprometterci impedirà a face book di essere uno strumento di elevazione culturale non e' dato di sapere, ma nella vita viene sempre un momento che ci costringe ad uscire dal "buco" e farci riconoscere per quello che siamo.

martedì 6 ottobre 2015

LEGGERE PER CREDERE

"Shantaram" di Gregory David Roberts - Neri Pozza Editore (anche in Biblioteca). 1175 pagine da divorare.

"Sei il mio sole anche di notte" di Amy Harmon (anche in Biblioteca) - Uno splendido romanzo d'amore che esalta l'amicizia vissuta ogni giorno. 

"Perché il rischio è bello" di Zenta Maurina Raudive - Per chi ama riflettere sulla vita tra i personaggi più famosi della letteratura e della musica.

"La congiura dei lunghi" di Noah Hawley - Un thriller piacevole per chi voglia farsi qualche domanda sulla propria esistenza.

"L'ultima canzone" di Nicholas Sparks - L'amore paterno vince la ribellione adolescenziale. Romanzo sentimentale.

"La principessa di ghiaccio" di Camilla Lackberg (Anche in biblioteca) - Assorbe talmente nella lettura che non si vorrebbe mai essere interrotti - Thriller avvincente.

"Il libro dell'incontro" Vittime e responsabili della lotta armata a cura di Bertagna, Ceretti e Mazzuccato - Solo per chi vuol conoscere l'intimo dell'uomo, come autore e come vittima della violenza. Buona base per uno studio sulla "Giustizia".

"Giovinezza, giovinezza ..." di Luigi Preti. Per capire come vissero i giovani il ventennio fascista: entusiasmo e delusione.

"Il ricatto" di John Grisham. Un avvincente romanzo di intrighi.

"Meno dodici" di Pierdante Piccioni e P. Sapegno. Aiuta a conoscere meglio se stessi e gli altri.

"L'uomo che inseguiva i desideri" di Phaedra Patrick. Un romanzo che dalla morte nel cuore di un uomo per la perdita della moglie, riscopre la gioia di vivere, attraverso rocamboleschi passaggi che lo strappano dalla routine. 

"Disonora il padre" di Enzo Biagi. Romanzo di uno che ha vissuto il "ventennio fascista" e ne fa un plastico molto interessante dei comportamenti umani di quel periodo. 

"Un lungo cammino" di Egle Zoffoli. Non solo un diario di una pellegrina a piedi ma la constatazione di quanto Dio sia vicino a ognuno di noi.

"L'estraneo" di Ursula Poznanski. Un triller curioso e un confronto psicologico di una coppia alla ricerca della verità.

"Follia profonda" di Wulf Dorn. Romanzo triller che ti tiene in lettura col fiato sospeso fino alla fine.

"Le chiavi del Regno" di Archibald J. Cronin. Un romanzo che mette a confronto un cristianesimo bigotto e carrierista con un autentica vita evangelica.

"Silenzio" di Shusaku Endo. Per salvare la propria vita o quella altrui è lecito abiurare? Storia di un gesuita in una nazione che perseguita i cristiani.

"Il bosco di Mila" di Irma Cantoni. Un thriller tutto bresciano e una spolverata di storia.

"Non vi ho dimenticati" di Alberto Israel. Testimonianze di un sopravvissuto ai lager nazisti. Se sopravvivere non servisse a testimoniare, tanto valeva lasciarsi morire.

"Dall'angoscia alla Grazia" di P. Casimiro Lorenzetti - Problemi morali dell'uomo di oggi. Parole semplici ma penetranti.

"Il signor Parroco ha dato di matto" di Jean Mercier - Per conoscere meglio la fatica di essere parroco.

"Gli ultimi giorni dei nostri padri" di Joel Dickter - Un romanzo che ti introduce nell'animo umano.

"L'arte di ascoltare i battiti del cuore" di Jan-Philipp Sendker - Romanzo che insegna ad usare tutti i sensi ed amare di più la vita.

"Affinchè nessuno muoia" di Frank G. Slaughter - Umanità e disumanità si intrecciano in questo romanzo che ti incolla alle pagine fino all'ultima riga.

"La verità sul caso Harry Quebert" di Joel Dicker - Un romanzo di 775 pagine intrigante fino alla fine.

"Il gioco del suggeritore" di Donato Carrisi - Un intricato romanzo di investigazione tra i numeri.

" Lacrime di sale" di Lidia Tilotta - Le lacrime dei soccorritori di Lampedusa e del dottor Pietro Bartolo.

"Vittoria sul buio" di Roger Bourgeon - La commiserazione dei "normali" che non è normale.

"Il barone" di Sveva Casati Modignani - Amore e intrigo in un romanzo piacevolissimo.

"L'oro del capitano Sharpe" di Bernard Cornwell - Romanzo basato su episodi storici della guerra tra Inghilterra e Francia del 1810.

"Terrore nel grattacielo di Robert Byrne - Storia avvincente in una torre di New York.

"La Forestiera" di Henry Denker - L'etica professionale che vorremmo applicata alla medicina. - Romanzo

"Una vita per l'altra" di Luigi Rainero Fassati - Un romanzo che narra il dramma e le emozioni di chi attende il trapianto di fegato.

"Affondate il Potemkin" di Mark Joseph - Storie di sommergibili ai giorni nostri che si studiano, ma da gioco può trasformarsi in tragedia.

" Rembrandt Van Rijn" di Hendrik Willem Van Loon - Un pittore incompreso visto da vicino.

"Processo a un medico" di Henry Denker - Quando il potere e l'arroganza può minare la dignità di un uomo della medicina.

"Hallo, dottore?" di Charles H. Knickerbocker - Un bel romanzo per conoscere le donne.

"La figlia della libertà" di Luca Di Fulvio - Un romanzo crudo per conoscere le schiave del marciapiede.

"Leonardo Da Vinci deve morire"  di Christian Galvez - Romanzo storico degli artisti chiamati a Firenze da Lorenzo de Medici.

"La solitudine di Francesco" di Marco Politi - Narra del clero che vuole un altro Conclave per cambiare il Papa e pochissimi lo difendono.

"Zitto e guida" di Gianfranco Panvini - Scritto dopo Zitto e nuota racconta in modo esilarante una vacanza in camper con amici. 

"La bambina di Hitler" di Matt Killeen - Un libro consigliato in modo speciale ai ragazzi per la semplicità con cui descrive l'antisemitismo e la supremazia nazista.

"Il giardino delle pesche e delle rose" di Joanne Arris - Romanzo che aiuta a studiare meglio la persona che hai di fronte, per conoscerla come veramente è. (Anche in biblioteca)

"Nel braccio della morte" di Dale Recinella - Storia vera che narra di un professionista messo con le spalle al muro dal messaggio evangelico. 

"Fateci uscire da qui" di Padre Slavko Barbaric - Tutto sulle anime del Purgatorio (Non è una favola).

"Nel segno di David" di Susan Abulhawa - Se anche una parte fosse vera dovremmo rivedere il nostro atteggiamento verso Israele.

"La ragazza di Teheran" di Marjan Kamali - Romanzo che ci interroga sul passato e sul presente della gioventù.

"Come vento cucito alla terra" di Ilaria Tuti - Romanzo - Diritti e pregiudizi in pace e in guerra.

"La portalettere" di Francesca Giannone - Romanzo - Determinazione di donna.

"Tutto il blu del cielo" di Mélissa Da Costa - Romanzo - Amare la vita quando la malattia te la sta togliendo.

"Vita mia" di Dacia Maraini - Memorie di una bambina in un campo di concentramento in Giappone.

"Spettri" di Monica Maggioni - A ritroso dal 7 ottobre 2023 per conoscere gli orrori prodotti dagli errori di noi occidentali.

"La levatrice" di Bibbiana Cau - Quando la storia si scontra con l'emancipazione femminile.

venerdì 18 settembre 2015

NON CREDIAMO NEPPURE A LEI ...

E’ un fatto che tutte le apparizioni della Madonna hanno portato un messaggio pressochè costante: “Convertitevi e pregate perché le offese a Dio abbiano a cessare”.
Già sul finire del 1500 (ma certamente anche prima) la Madonna, apparendo a madre Mariana a Quito – Equador, predisse i peccati e le disubbidienze che avrebbero commesso i laici e il clero stesso, sentendo di quali malvagità sarebbero stati capaci, specialmente nel XX secolo. Non bastò per impedire che il male dilagasse. Le calamità e le guerre non fanno parte delle “necessità umane” ma sono invece opera di Satana. La Madonna esortò il mondo a Lourdes: non venne ascoltata. Ci fu la prima guerra mondiale e il 13 luglio 1917 ci esortò nuovamente: “La guerra sta per finire, ma se non smetteranno di offendere Dio ne scoppierà una peggiore”. Il mondo non l’ascoltò neppure quella volta. Seguì la seconda guerra mondiale. Nel maggio del 1944 fu ancora la Madonna ad annunciare che il conflitto stava per finire apparendo a una bambina di sette anni a Ghiaie di Bonate, Adelaide Roncalli. Si presentò insieme alla Santa Famiglia e chiese preghiere e penitenze per la santificazione delle famiglie.
A guerra conclusa, nel 1947, apparve a un padre di famiglia, Bruno Cornacchiola, e ai suoi tre bambini. Questa volta, quasi a voler stabilire con che autorità Ella parlava al mondo, poiché quell’uomo predicava nella setta degli Avventisti contro il dogma dell’Immacolata Concezione, gli anticipò anche quello dell’Assunzione e gli dette un messaggio per il Papa Pio XII.
Era il segno dall’Alto atteso dal Pontefice che il 1 novembre 1950 ne proclamò il dogma.
Nel 1981, dopo Medjugorje, apparve a Kibeho (Ruanda) come Regina della Pace richiamando alla conversione, alla preghiera e alla penitenza, avvertendo che l’uomo stava costruendo un mondo senza Dio e che correva il pericolo di autodistruggersi. Le profezie erano terrificanti: quasi un milione di morti Tutsi ad opera degli Hutu; la guerra nei Balcani. Nel 1995 a Civitavecchia la statua di una Madonnina acquistata a Medjugorje lacrimò sangue. Iniziarono allora le apparizioni della Vergine, che perdurano ancora. I temi dei messaggi mettono in guardia da una ulteriore guerra mondiale.
Circa il XX secolo la Madonna profetizzò a madre Mariana che il male sarebbe dilagato fino al suo culmine, aggiungendo: “Allora sarà arrivata la mia ora, nella quale detronizzerò l’orgoglioso e maledetto Satana schiacciandolo sotto il mio piede e incatenandolo all’inferno, liberando così la Chiesa dalla sua crudele tirannia”.
Riassunto di uno scritto di Paola de Lillo 16/8/2015


Le guerre in corso, la fuga epocale dalla fame e dalla guerra, gli sconvolgimenti climatici non fanno pensare che abbiamo ancora capito la lezione. Ricordiamoci: “Se non smetteranno di offendere Dio …”.   (ndr)

domenica 30 agosto 2015

IN CHE MANI SIAMO CAPITATI

“… La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Così recita l’art. 1 della nostra sempre attuale Costituzione. Ma in pratica che possibilità ha il popolo di esercitare la propria sovranità? Vien detto: il legislatore che “noi” abbiamo eletto fa le leggi, se ne fa di sbagliate “noi” possiamo correggerle con l’istituto del Referendum.
Ma è proprio così? Allo stato attuale tutti possiamo osservare quanto sia elevata la sicurezza dei nostri parlamentari di essere degli “eletti” non solo per mezzo dello scrutinio elettorale ma anche per Divina volontà. Non si spiega diversamente la difesa estrema delle malefatte compiute e contemporaneamente dei privilegi autoassegnatosi nel tempo alla faccia di quella povera gente che da un momento con l’altro si sono visti togliere dei diritti acquisiti (Fornero e non solo) in nome della salvezza dell’Italia alla quale essi però non vogliono partecipare. Addirittura si sono opposti in massa a una tassazione di solidarietà quei politici o ex amministratori che da anni percepiscono vitalizi spropositati alla contribuzione versata, mentre si va discutendo se non sia il caso di ricalcolare le pensioni a coloro i quali hanno lasciato il lavoro sulla base di leggi dello Stato e su quelle hanno costruito il loro futuro.
Si va dicendo che non sono tutti uguali. Sono diversi in che cosa? Dico io. C’è qualcuno che si è dimesso perché in contrasto con il proprio partito su norme etiche o di sicurezza sociale? E’ appena passata una norma che obbliga gli uffici doganali a espletare i controlli entro tre giorni su merce scaricata in banchina, merce che come ci insegnano le cronache possono essere adulterate, contaminate, pericolose, che necessitano di sofisticati esami degli enti preposti alla difesa della nostra salute: anche se alto si è alzato il grido dei doganieri, il silenzio più assoluto è regnato nelle sale della politica. L’opposizione che va crescendo nei confronti di un trattato perverso con gli USA (il TTIP) ha portato a questi subdoli comportamenti: la politica consente con leggi ad oc che gli scambi commerciali siano i più liberi possibile, non trovino ostacoli con controlli che possano dimostrare la pericolosità del prodotto (Provate a vedere l’avventura dell’olio scaricato a Livorno).
L’azione di un partito politico dovrebbe intervenire portando a conoscenza di queste norme, almeno per rendere conto ai propri elettori che non le condividono, che si sono opposti. Macchè, tutto il palazzo tace. Tutti gli interventi sono orientati a screditare le altre parti politiche con il solo fine di lederne la fiducia e guadagnare consensi. Nessuno si cura di calare sul POPOLO delle proposte concrete e fattibili per risolvere gli annosi problemi di emorragia finanziaria dovuta a una finta miopia (in questo non si salvano neppure i pentastellati). Sarebbe lungo l’elenco dei controlli assenti da parte dello Stato. Cito solo l’ultimo caso, quello del caporalato: da quanto tempo siamo a conoscenza di questo fenomeno? Potremmo dire da quando esiste. Ebbene, solo ora si va facendo un piano d’intervento per estirpare questa attività. Tutti però sono convinti che non se ne farà nulla.
Tutto questo faceva dire, due giorni fa a un amico, con il quale abbiamo idee contrastanti, che il sistema politico non si può cambiare se non con le armi. Non credo che lo farebbe mai, ma mi ha colpito lo sconforto e la delusione che quelle parole contengono. Sconforto e delusione che gli “eletti” non sanno capire e neppure li tocca perché le carte le danno loro. Non si preoccupano neppure che la percentuale dei votanti vada progressivamente diminuendo. Ma quando scenderà sotto il 50% e poi sotto il 40% potranno essere considerati ancora democraticamente eletti? I cristiani sono un po’ più avvantaggiati perché il loro dovere è quello di fare il possibile per migliorare la società ma che tutto è nelle mani di Dio ed è l’incontro con Lui la cosa più importante.
Per chi non è credente la cosa è un po’ più complicata perché diventa un’urgenza e un obbligo trovare la soluzione a tale prevaricazione; la probabile scelta sarà quella di aggregarsi a una formazione antagonista forte senza preoccuparsi del dopo, magari “turandosi  un po’ il naso”.

Unico faro rimasto è il Papa che con le sue esortazioni, anche attraverso i vescovi, sprona i politici a rivedere le proprie posizioni curandosi dei propri cittadini, delle famiglie e dei più poveri. Se per ora i politici hanno fatto orecchio da mercante ritenendo che la “predica” fosse diretta agli altri, speriamo che in un futuro non troppo lontano li porti a profonde riflessioni esistenziali, tali da rimettere in gioco la forma con cui rapportarsi con la base elettiva. Se questo non dovesse succedere temo dovremmo prepararci ad un periodo ben peggiore di quello trascorso con la crisi economica, che ancora non è terminata.

venerdì 28 agosto 2015

ROMA – MONTE S. ANGELO Dal 21 maggio al 5 giugno 2013 Un cammino di 450 km tra la gente del Lazio – Campania - Puglia

Forse per rivivere i bei momenti dei miei viaggi a piedi e addolcire la sosta "forzata" di questo anno, ho sfogliato fotografie e appunti trovandone alcuni che mi piace condividere coi lettori.


A chi mi chiedeva: “Chi te lo fa fare” ho provato a rispondere, ma mi sono subito reso conto di essere poco comprensibile. Non è facile tradurre sentimenti ed emozioni personali abbinati alla fatica quotidiana di portare uno zaino lungo un cammino. E non sono nemmeno gli stessi sentimenti che si provano nei tanti pellegrinaggi giornalieri che nascono ormai un po’ dovunque. Non si tratta neppure di assegnare al “cammino” un’importanza basata sulla sua lunghezza o al numero di chiese che ci sono sul suo percorso. E’ un’esperienza che ogni pellegrino fa portando sé stesso (con quello che è) incontro agli altri, confidando di allacciare un filo col suo Creatore attraverso di loro e attraverso la natura che ogni giorno scorre davanti ai suoi occhi. Ma non è tutto bello e radioso; alla gioia di certi incontri a volte si alterna la delusione per un’accoglienza blanda, senza calore, forse data col sospetto di essere in presenza di turisti scrocconi, magari offerta proprio da coloro dai quali ti aspetti di più: sacerdoti e laici di una parrocchia; a volte, nonostante le telefonate, è proprio qualcuno di loro a dimenticarsi di te, e tu rimani fuori ad aspettare per ore. Ma qualcuno veglia su di te e supplisce a queste mancanze favorendo delle coincidenze che si manifestano al momento giusto e ti tolgono dagli impicci: è la mano della Provvidenza, il filo che volevi allacciare si è allacciato, se ci credi. Forse qualcuno ritiene di essere particolarmente fortunato e le coincidenze sono tutte per lui; io penso che quando in un tempo relativamente breve queste “fortune” si ripetono con una certa frequenza, non si tratta più di coincidenze. Quando un referente è irreperibile e tu riesci a trovare un suo collaboratore che non conoscevi, che non risiede in paese e che hai trovato per caso perché aveva un appuntamento con una persona proprio in quel momento, e un minuto dopo sarebbe stato altrove lasciandoti sconsolato all’addiaccio; quando un referente, pur esso irreperibile, viene sostituito dalla carità di una donna che  s’immedesima nelle tue difficoltà e fa surriscaldare il suo cellulare fino a quando trova una persona che ti apre il rifugio e ti consente di riposare dopo ore di attesa; quando alle cinque del mattino arrivi ad un incrocio con più strade, senza una sola indicazione, e si ferma un’automobilista a chiederti se hai bisogno e dove sei diretto; quando inutilmente vai cercando un bar dopo essere rimasto senza acqua e un passante al quale ti sei rivolto te la offre; ed altre ancora; tu chiamale come vuoi, io ringrazio la Provvidenza.
Mi piace pensare che queste “scosse” rianimino la mummia che sta dentro di me e mi facciano migliore: in fondo la meta, agognata fin dalla partenza, è un Santuario (nel nostro caso dedicato all’Arcangelo S. Michele) presso il quale chiedere una particolare intercessione, ci può ben stare, quindi, anche questa aspirazione.

Si torna “nuovi”? No! Ma un pochino diversi si! Si ha più coscienza delle proprie debolezze ma anche la consapevolezza che il “pellegrinaggio a piedi” costituisce un mezzo per conoscere meglio se stessi e domarle. Forse per questo si dice che si è pellegrini per sempre. Il cammino lento ti entra dentro perché ti obbliga a riflettere e ti costringe a continui esami di coscienza. Le tappe sono la tua preghiera e la tua penitenza: non rinunceresti mai a una tappa prima di aver raggiunto la meta: temi solo il tuo stato fisico, nessuna intemperie ti può fermare. Sei ben consapevole di non compiere alcuna impresa importante; tutti possono fare un “pellegrinaggio a piedi” (salute permettendo), quelli che vanno più spediti e quelli più lenti; il risultato sarebbe sempre lo stesso: ne rimarresti conquistato.

domenica 16 agosto 2015

LATRATI ALLA LUNA

Come in ogni parte d’Italia, se non del mondo, ci si va sempre più confrontando con i nuovi sistemi di comunicazione informatica. Face book in particolare ha interessato molti utenti internet, portando allo scoperto il loro pensiero o condividendo quello di altri. Quello che mi meraviglia di più sono certe reazioni a pensieri espressi. Posso immaginare che uno non condivida certi concetti un po’ radicali e non sappia trattenersi dal rispondere a tono; mi sorprende di più la radicalizzazione della risposta che a mio parere non corregge ma la eguaglia nel difetto e distrugge il confronto.
Non si possono cancellare i radicalismi con risposte scomposte: meglio poche parole pacate o nessuna parola. Per quanto mi riguarda temo di più però chi non si esprime da coloro che parlano liberamente. Spesso la distinzione tra i primi e i secondi è uguale a quella che differenzia quelli che si accodano sempre al carro del più forte e per questo non vogliono scontentare nessuno e quelli che non si vogliono far intruppare nei giochi di convenienza. Le convenienze del dire o del fare sono il condizionamento quotidiano di ogni persona umana; ma siamo sicuri che sia il modo migliore per vivere? La manifestazione del pensiero, così come ogni azione (se non contrari al vivere civile) è possibile che siano ostacolo al miglioramento delle proprie relazioni sociali? Purtroppo si, lo dobbiamo ammettere! Ma questo succede anche per colpa di ognuno di noi quando temiamo il giudizio altrui, quando pretendiamo che il giudizio su di noi sia sempre favorevole. In questo modo abbiamo creato un modus vivendi falso, che stronca sul nascere ogni confronto serio rendendo ipocrite le relazioni sociali.
Anche per questi motivi, al momento, le relazioni in face book sono considerate da molti vane e inconsistenti, che non aiutano alcun confronto. Quale errore!
Ormai ogni politico e pure il Papa si servono di internet per comunicare. Certo, nell’intricata ragnatela bisogna saper discernere il buono dalle bufale, ma è il sistema moderno per comunicare e confrontarsi: non lo si può evitare. Nel suo piccolo, Caino, ha sviluppato enormemente questo strumento e sta attirando l’attenzione di un numero sempre maggiore di persone desiderose di dire la propria, anche se a volte in modo un po’ spavaldo.
Evitare battibecchi o provocazioni è più che legittimo; rispondere, anche se misuratamente alle richieste, anche in face book, lo ritengo doveroso.
Può succedere a volte che i commenti che seguono i post si scostino dal pensiero iniziale scandalizzando qualcuno che li legge. Ma la nostra intelligenza dovrebbe essere sufficiente per distinguere un desiderio di chiarezza da una provocazione politica e rispondere al primo senza fare guerra al secondo.
Sembra che una persona che pensa in “bianco” non possa essere “condivisa” da una che pensa in “rosso”, perché altrimenti diventa “rossa”; che uno se è presidente di qualcosa deve rinunciare al suo pensiero perché altrimenti rischia che tutti quelli che rappresenta siano considerati suoi cloni. Poveri noi. Abbiamo paura della nostra ombra. Internet offre una gamma di servizi che fino a pochi anni fa erano impensabili e tanti utenti si rifiutano di utilizzarlo in modo solidale perdendosi in sterili latrati alla Luna.

Usciamo da questo deserto di parole: uniamoci a quelli che in face book e con gli altri mezzi informatici si sforzano di parlare desiderosi di aiutare, col pensiero e coi suggerimenti, i propri simili. E’ questo il riscatto che ci attende. Lasciamo al palo tutte le “cassandre” e quelli che hanno paura di perdere qualcosa esprimendosi liberamente.