Caino parrebbe un paese di montanari, avezzo a lasciare ad altri l'arte del parlare e dello scrivere, come tempo perso, un lusso che la gente semplice non si può permettere. Basta un piccolo approfondimento per scoprire invece una serie di lavori che, sebbene diversi tra loro per classe e profondità, manifestano una sorprendente vivacità letteraria. Ad aprire (si fa per dire) le ostilità tocca nel 1990 all'Amministrazione Comunale con il testo "CAINO E LA SUA STORIA", a cui seguono due testi di Flavio Emer: "IL MIO CIELO E' DIVERSO" nel 1993 e "IL CORPONAUTA" nel 1996. Ad opera del Gruppo Pensionati Caino esce nel 2005 "PER MIA DESMENTEGA'", un piccolo dizionario del dialetto di Caino e "DIARIO RODA" nel 2008. Dopo il restauro della chiesa parrocchiale, nel 2007, era uscito per iniziativa del Parroco, "CAINO E LA SUA CHIESA", un testo stupendo che e' andato ad integrare perfettamente "Caino e la sua storia". Ma non finisce qui. A fine 2011 di R. Gotti, con la collaborazione di Franco e Luigi Gatelli insieme ad altri, si affianca un altro testo storico dal titolo "CAINO", uno studio sulla produzione di lame a Caino tra il cinque e il seicento. Anche quest'ultima opera e' importante perché riporta alla memoria un passato che ci riguarda e va ad arricchire di nuove conoscenze la nostra storia. Dobbiamo augurarci che altri vogliano seguirne le orme e dare alla stampa nuovi libri. Un concorso promosso dall'Amministrazione Comunale nel 2007 ha rivelato che ci sono anche dei talenti poetici in mezzo a noi; certamente qualcuno ha delle raccolte di poesie da far conoscere. Manca un po' di interesse a coordinare ... ma chissà che presto non si senta parlare della cultura sbocciata a Caino.
martedì 1 gennaio 2013
domenica 30 dicembre 2012
IL LAGHETTO DI CAINO
Tra le bellezze paesagistiche del nostro paese c’è una magnifica località arricchita di uno specchio d’acqua che, purtroppo, i cainesi non possono frequentare e nemmeno vedere da vicino perché è proprietà privata. Questo luogo è sempre stato identificato col nome del bacino: Laghetto di Caino.
Nel laghetto entra l’acqua della valle di Pusigle che poi si scarica nel Garza attraversando a monte tutta la contrada di Rasile (lasciandone un po’ anche sotto la palestra del Centro Sportivo).
Chissà che in un prossimo futuro non si giunga a una collaborazione tra il Comune e i proprietari del fondo per una condivisione di una simile bellezza naturale.
Nel laghetto entra l’acqua della valle di Pusigle che poi si scarica nel Garza attraversando a monte tutta la contrada di Rasile (lasciandone un po’ anche sotto la palestra del Centro Sportivo).
Chissà che in un prossimo futuro non si giunga a una collaborazione tra il Comune e i proprietari del fondo per una condivisione di una simile bellezza naturale.
giovedì 27 dicembre 2012
MIRAMONTI CHIUDE
Lo storico ristorante lungo le Coste di S. Eusebio, nato dal nulla quasi 60 anni fa per mezzo dei fratelli Angelo e Giuseppe Piscini, a fine anno chiude i battenti. A dichiararlo alla stampa e' Mario Piscioli, attuale gerente, che un po' per salute, un po' per le mutate condizioni economiche, e' costretto ad interrompere un percorso che per lunghi anni si e' intrecciato con la storia del tondino della Valle del Garza. Dopo una pausa di riflessione toccherà a Mauro, figlio di Giuseppe Piscini, decidere la sorte di questa rinomata cucina conosciuta in buona parte del mondo.
domenica 4 novembre 2012
CIRCOLO COMBATTENTI E REDUCI
In Via Villa Sera, di fronte alla “Santella” posta
sulla strada che sale verso “Merolta”, era situato l’ultimo Circolo Combattenti
e Reduci. Il precedente era situato a Villa Mattina dai De Giacomi (Camili).
Per molto tempo in questi locali si sono dati
appuntamento tutte quelle persone che hanno patito sofferenze indicibili
combattendo una guerra non cercata ma subita. La sofferenza ha prodotto legami
indissolubili e forti che in questi luoghi si sono incontrati per ricordare le
esperienze personalmente vissute, che gli “altri” difficilmente potevano
capire. Infatti sono state tante le persone che hanno guardato con imbarazzo il
rientro di questi reduci vestiti di stracci, quasi fosse colpa loro aver perso
la guerra. Dopo le privazioni, i patimenti, la tristezza per i compagni d’arme
morti combattendo, anche il nascondimento del valore con il quale avevano
combattuto, lotta impari, per vincere e tornare alle proprie case per
riabbracciare finalmente i famigliari rimasti a lungo nell’angoscia per non
sapere più nulla dei propri congiunti.
Se è vero che la vita continua, ricordare i luoghi
dove i nostri genitori si ritrovavano uniti, aiuta ciascuno di noi a
valorizzare ciò che veramente lega una persona con l’altra, nonostante la
differenza delle opinioni.
mercoledì 31 ottobre 2012
LA FRASCHERA (FRÖSCHERA)
LA FRASCHERA (FRÖSCHERA)

Un peso di circa 70 kg premeva sulla schiena del
portatore su tutto il percorso, diverse volte al giorno.
Serviva anche al contadino che aveva qualche bestia
in stalla a portare un carico ancora maggiore di “patöss”, erba selvatica di
bosco, necessaria per fare il “letto” al bestiame, a volte mescolato con
fogliame, trasportandolo dalla montagna.
giovedì 11 ottobre 2012
CAINO ... ROMA
Cosa hanno in comune un paesino di montagna e
la Capitale d’Italia? Un frammento di
suolo.
Il giorno di Natale dell’anno 2010 abbiamo
portato al Presepio dei netturbini di Roma una pietra raccolta nell’area del
Presepio di Caino.
Nel lontano 1972, questi personaggi, che hanno
la loro sede di lavoro a due passi da S. Pietro, decisero di costruire un
presepio su una struttura interamente composta da pietre che provenissero dalle
località più disparate del mondo, arricchendo di volta in volta questa
singolare opera con le altre pietre che continuamente vengono portate.
Nell’ultimo gruppo è arrivata quella di Caino che è andata ad incorniciare il
grande affresco di Madre Teresa di Calcutta. Se prima poteva sembrare una cosa
bizzarra, ora questa pietra ci unisce in gemellaggio con la Capitale nello
stesso atto di fede: il mistero del Presepe. Inoltre, sempre nella fede, ci
sentiamo uniti con tutte quelle persone del mondo che hanno voluto
rappresentare il loro paese o la loro nazione. Roma non è solo sperpero e
parassitismo, è il centro della cristianità dove ognuno si ritrova membro della
stessa Chiesa universale.
martedì 25 settembre 2012
LA "FUCINA" di PONTE TEGOLO
Nel 1997 il sindaco di allora Giovanni Merigo con la sua amministrazione, decise di acquistare l'immobile, ormai fatiscente, della famiglia Moretti al prezzo simbolico di 50 milioni di lire. L'immobile contiene l'antica fucina che nel 1600 aveva prodotto spade ed armi bianche di acciaio per la Repubblica Serenissima ad opera di Mathio Sassi (Ora purtroppo semidistrutta dalle piene del Garza del 1990-92).
L'idea era, da una parte quella di non disperdere la storia di quell'immobile e dall'altra quella di trasformarlo in un polo culturale che oltre alla trasformazione della "fucina" in museo, ospitasse la biblioteca e un centro servizi per le aziende della zona.
La trasformazione socio-economica e la costante diminuzione degli aiuti degli Enti sovra comunali, non ha agevolato le amministrazioni a decidere. Ma non e' bello e neppure produttivo usare quella scelta per attaccare l'avversario politico in qualche modo legato a colui che quella scelta fece. La mancanza di decisione e' da far risalire prevalentemente a chi guido' le amministrazioni successive che non hanno mai avuto il coraggio di decretarne la fine o l'utilizzo. Ora pare legittimo interpretare il rifacimento del tetto e i lavori di consolidamento operato dalle ultime due amministrazioni, come volontà di volerlo utilizzare o di venderlo. Ma dopo le belle sommette spese per tenere in piedi la storica "fucina", e' doveroso dire a tutta la popolazione di Caino che intenzioni ha l'amministrazione comunale, senza ricorrere alla solita scusa delle risorse: un piano programmatico o una chiara decisione non costa nulla e permette ai cittadini di partecipare alla sua attuazione.
L'idea era, da una parte quella di non disperdere la storia di quell'immobile e dall'altra quella di trasformarlo in un polo culturale che oltre alla trasformazione della "fucina" in museo, ospitasse la biblioteca e un centro servizi per le aziende della zona.
La trasformazione socio-economica e la costante diminuzione degli aiuti degli Enti sovra comunali, non ha agevolato le amministrazioni a decidere. Ma non e' bello e neppure produttivo usare quella scelta per attaccare l'avversario politico in qualche modo legato a colui che quella scelta fece. La mancanza di decisione e' da far risalire prevalentemente a chi guido' le amministrazioni successive che non hanno mai avuto il coraggio di decretarne la fine o l'utilizzo. Ora pare legittimo interpretare il rifacimento del tetto e i lavori di consolidamento operato dalle ultime due amministrazioni, come volontà di volerlo utilizzare o di venderlo. Ma dopo le belle sommette spese per tenere in piedi la storica "fucina", e' doveroso dire a tutta la popolazione di Caino che intenzioni ha l'amministrazione comunale, senza ricorrere alla solita scusa delle risorse: un piano programmatico o una chiara decisione non costa nulla e permette ai cittadini di partecipare alla sua attuazione.
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