mercoledì 6 settembre 2017

ATTENTI AI TRE

La parola più diffusa al mondo penso che sia “amore”. Ma questo sentimento, così ricercato, è sfuggente come un’anguilla: quando credi di possederlo ti scappa via senza che tu possa fare nulla per trattenerlo. Tutto per colpa di almeno tre organi del nostro corpo: gli occhi, la bocca e le mani. I genitori non insegneranno mai abbastanza ai loro figli l’esercizio dei muscoli che li azionano.
Gli occhi.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima. Possono essere trasparenti o impenetrabili; innocenti o colpevoli; sereni o misteriosi. L'espressione deriva dalla personalità, da come l’individuo è abituato a guardare la realtà quotidiana.
La bocca.
La bocca è l’organo che forma il sorriso, la più bella risorsa di una persona. Anche questo deriva dalla personalità ed abbonda sulla bocca di chi è stato educato alla positività della vita.
Le mani.
Le mani non sono solo il mezzo per servire il proprio corpo, sono anche un mezzo di comunicazione. Una stretta di mano calorosa non parla allo stesso modo di una stretta fugace; una mano incoraggiante sulla spalla di un amico scalda il cuore; le carezze sono segno di affetto; e comunque tutti i contatti che le mani hanno nei confronti delle persone segnalano un avvicinamento, un affinità; al contrario la resistenza al contatto segnala freddezza e distacco verso l’altro.
L’incontro con una persona dagli occhi sereni che con un grande sorriso ti stringe calorosamente la mano è senz’altro quello di un amico che ti può toccare il cuore.
L’assenza di uno dei “tre”, invece, obbliga a un maggiore approfondimento: tristezza, paura, timidezza, dolore possono essere i sintomi più comuni; ma anche cattiveria, egoismo, superbia, avarizia e discriminazione. Occhio ai tre! Impariamo ad osservarli per … capire la persona o le persone con le quali vogliamo camminare.

domenica 9 luglio 2017

IL CAMMINO DI SANTIAGO: UNA MODA?

Tornando da Santiago mi sono imbattuto in affermazioni come questa: il cammino di Santiago è diventata una moda.
Fermo restando che le impressioni, le esperienze e il beneficio ricevuto da questo camminare è mio personale e lo voglio condividere solo con chi vuole veramente sapere cosa succede a fare 800 km con uno zaino in spalla, mi sorgono spontanee alcune domande da porre a chi non sa calarsi dentro quello che senza giustificazione alcuna viene considerato una “moda”.
Innanzitutto:
1.      che moda è faticare a camminare per un mese con situazioni climatiche spesso pesanti per il cammino e spesso per il morale?
2.      che moda è quella di dormire in camerate promiscue dove tutte le notti sono disturbate da pellegrini che russano?
3.      che moda è quella di mangiare un panino a mezzogiorno per un mese di seguito?
4.      che moda è quella di lavarsi i panni tutti i giorni e attendere pazientemente che asciughino?
5.      che moda è quella di rischiare di essere vittima di animali indesiderati annidati in materassi o coperte usati da migliaia di persone prima di subire un lavaggio?
6.      che moda è quella assicurarsi poche o tante vesciche ai piedi o rischiare tendiniti che difficilmente si dimenticano di te?
7.      che moda è quella di portarsi con sè problemi propri e degli altri fino alla fine del cammino?
8.      è per moda che taluni si trascinano a piccoli passi con tendiniti, ferite e piedi gonfi fino alla Cattedrale di Santiago?
E poi:
è vero che tra i presunti pellegrini ci sono opportunisti, turisti, e persone che vogliono compiere un’”impresa” lunga 800 km cercando un record, ma sono una piccola minoranza, che non deve distogliere l’attenzione sulla maggioranza che cammina determinata a raggiungere una meta, quella dell’Apostolo martire, ognuno per capire sè stesso o implorare per altri.
Reputo una fortuna aver avuto la possibilità di fare il Cammino di Santiago”, non tutti hanno la salute per poterlo fare o non ne hanno il tempo.
Pertanto cerchiamo di non cadere nella quotidiana e goffa abitudine di vedere nero anche dove c’è bianco; le persone che popolano il Cammino sono aumentate in proporzione ai disagi di cui loro o altri sono stati vittime nel tempo in questo tipo di società e vogliono tempi e spazi per riflettere.
Si può pensarla diversamente ma con una precisa riserva: quella di provare a fare il Cammino di Santiago.   

lunedì 17 aprile 2017

SI SENTE MA NON SI VEDE ...

Da noi è rimasto un detto: “C’è un’atmosfera che si taglia col coltello”. Spiega molto efficacemente come una persona capitata per caso in un ambiente pieno di tensione ne sia a sua volta coinvolto per averne avuta la percezione. Stiamo parlando di quell’energia impalpabile che è intorno a noi e dentro di noi e che condiziona ogni nostro comportamento quotidiano. Tutti i nostri sensori, attraverso le parti del corpo, si collegano al sistema nervoso, al cervello (che noi un po’ eufemisticamente chiamiamo cuore), e quest’ultimo prende delle decisioni.
E’ questa energia che crea il “clima” e può essere favorito da persone che siano protagoniste o spettatrici. Qualche esempio: vedere un papà o una mamma giocare col proprio bambino rasserena il cuore e favorisce l’incontro; viceversa vedere un bambino maltrattato (da chiunque) rende incandescente e carico di tensione la partecipazione a questo momento. Meno pesante, ma eloquente, il fastidio prodotto dalla prepotenza di una persona che ne umilia un’altra; effetto di piacere si ha nel vedere uno che aiuta un altro, con passione e con impegno, a superare un problema. Quindi anche i vizi e i difetti influiscono sulla percezione.
Anche chi va in chiesa con fede “respira” un’atmosfera raccolta e devota oppure distratta e formale, a seconda dei casi. Perfino nei luoghi di pellegrinaggio mariano si avvertono sensazioni diverse, e i pareri raccolti dai partecipanti lo attestano. Mi son sentito chiedere spesso: se la Madonna è una sola non è uguale ricordarla in un posto solo e non in tutti i posti dove è apparsa? Ho frequentato diversi luoghi di apparizioni mariane e posso assicurare che il cuore non è sempre lo stesso. Neanche i luoghi dove la Chiesa ha negato ci sia stata veramente un’apparizione fanno eccezione. Medjugorje, per esempio, continua a vedere numerosissime conversioni. Quelli che sono andati in Terra Santa possono affermare di essere rimasti indifferenti sui luoghi calpestati da Gesù?
Nelle nostre relazioni con la società e con la natura viviamo sensazioni sempre diverse che ci fanno stare bene o male e che testimoniano la “misura” della nostra umanità. Se qualcuno ha avuto la fortuna di avere un colloquio col Vescovo o addirittura col Papa, non potrà affermare di essere rimasto indifferente. Chi si immerge nella natura incontaminata prova una pace profonda, al contrario di chi è costretto a stare nel traffico. Chi ascolta la musica è portato a sentire un rilassante benessere, al contrario dell’udire il suono sguaiato di persone che litigano. E tante situazioni ancora.

Il nostro futuro lo costruiamo anche cercando di privilegiare l’ascolto dell’atmosfera intorno a noi, sfuggendo quella che riconosciamo falsa e superficiale a favore di quella densa di relazioni autentiche.

domenica 2 aprile 2017

AUMENTA LA TARI

La situazione finanziaria dei Comuni non accenna a migliorare, grazie anche ai giochi politici portati all'estremo pur di conservare una visibilità, a scapito degli interessi dei tartassati cittadini.
Rimane tuttavia difficile da comprendere la facilità con la quale le amministrazioni locali ricorrono all'aumento delle imposte e delle tasse. Sulla TARI (o tassa rifiuti che dir si voglia) la passata amministrazione aveva già aumentato le tariffe per far fronte alla costruzione dell'Isola Ecologica; ora l'attuale ha inglobato gli incassi di quell'aumento, passati e futuri, nel nuovo servizio ma nel frattempo ha aggiunto un altro aumento che il cittadino dovrà pagare ringraziando la lungimiranza dei suoi amministratori. Non è che per la sistemazione della "Scalinata" ci verrà richiesto di pagare l'Addizionale Comunale? E che tasse dovremo pagare per finire il cimitero? E per tutte le altre opere promesse nelle campagne elettorali, mai mantenute?
Pensiamo davvero che bastino le sagre e tutti gli incontri promossi dall'assessorato alla cultura per soddisfare le esigenze dei cainesi? Possiamo indurli a capire che le casse sono vuote, difficilmente ad accettare nuove gabelle nel momento in cui molte famiglie faticano a tirare avanti.
Scaricare le colpe sulle amministrazioni precedenti non paga: anche l'attuale ha privilegiato delle scelte anzichè altre destinando risorse ad un settore piuttosto che un altro scontentando qualcuno.
Purtroppo fatico a vedere amministrare come un "buon padre di famiglia" e forse l'amarezza e lo scontento passa da qui. Se mi sbaglio qualcuno mi "corigerà".  

mercoledì 22 febbraio 2017

COSCIENTICIDIO


Le parole appena espresse da Dario Franceschini nel suo PD in fibrillazione, “Fermiamoci”, sarebbero da gridare al mondo intero. Libero da ogni seria regolamentazione dei comportamenti sociali l’individuo si sta lanciando in esibizioni inumane e anti-sociali che ci stanno portando inesorabilmente verso il baratro. Il baratro consiste in una nuova “Babele” dove nessun popolo riesce a dialogare con l’altro rivaleggiando fino alle estreme conseguenze. Il conteggio è già iniziato, in nome di un presunto “legittimo” diritto ad avere la precedenza, che nasce da un egoismo “vero”, molti oppongono una ingiustificabile resistenza alla solidarietà verso una moltitudine di concittadini bisognosi e tanti popoli martoriati e disperati, gli stessi popoli che fuggono dai soprusi e dalle violenze perpetrati da mostri del terrore. I più indifesi muoiono in gran numero nell’indifferenza di tanta buona gente. E questo succede perché già all’interno di ogni famiglia si annida l’incomprensione, l’egoismo, l’invidia e i genitori paiono impotenti a indirizzare sul binario giusto l’educazione dei propri figli. Tutto deve essere permesso a tutti, senza che alcuno possa intervenire per limitarne la perversità: solo al povero, all’indifeso, al perseguitato, allo sfruttato non è concesso nulla.
Guadagnare in modo illegale, rubare, corrompere, evadere i tributi, imbrogliare, sfruttare è da molti considerata una forma legittima di difesa contro i soprusi della Pubblica Amministrazione; la colpa non è mai personale. Infatti è gioco facile scagliarsi contro il potere che si arricchisce a dismisura e senza pudore, ma sono le stesse persone che abbiamo eletto perché ci promettevano molti “benefici”, scartando invece coloro che ci prospettavano il cambiamento basato sulla giustizia sociale. C’è l’incapacità dell’individuo di entrare in una fase “rigeneratrice” basata sulla difesa dei più deboli (che non significa appagare i parassiti) attraverso risorse ricavate dalla solidarietà; prova ne è la strenua opposizione alla solidarietà perfino da coloro che, come rappresentanti politici e amministrativi, hanno goduto di privilegi che mal si conciliano con l’attuale condizione di tanti concittadini.
Ci serve una scuola elementare che ci istruisca e ci obblighi al rispetto e alla solidarietà verso gli altri, in famiglia e nella società, pagando il dovuto per avere servizi efficienti organizzati da “persone” efficienti (Pubblica Amministrazione e Potere politico). Ci serve una nuova coscientizzazione che ci ridia il discernimento e la voglia di essere società ben organizzata e attenta ai bisogni reali dei suoi componenti. Femminicidio, razzismo, pedofilia, bullismo, corruzione sono il segno evidente che abbiamo ucciso il “cuore”, la coscienza che troppo spesso non sa distinguere il giusto dall’ingiusto e che nei bambini e nei ragazzi già si comincia a vedere sui bus. Fermiamoci prima che sia troppo tardi! 

martedì 7 febbraio 2017

DEVE SENTIRSI SOLO?

Mi chiedo quanto serva lo sdegno per un’azione platealmente vile, si, ma allo stesso tempo da mettere in conto, a fronte dei grandi passi con i quali ci precede Papa Francesco guidandoci verso la tolleranza e l’amore. Infatti il livore dell’anticlericalismo oggi non sarebbe comprensibile davanti all’opera di pulizia intrapresa da Francesco all’interno della Chiesa; è invece perfettamente logica se si giudica tutto questo opera del demonio. Lui crea il male e le lacerazioni all’interno dei ministri della Chiesa (e tra noi stessi) e poi si delizia a tormentare le loro e nostre miserie, ma soprattutto se la prende con chi ha capito la sua strategia e cerca in ogni modo di contrastarla. Non è una novità, i Santi ne sanno qualcosa.
Ci sarebbe piuttosto da chiedersi: ma noi, riflettiamo veramente su quello che il Papa va dicendo? O ci facciamo abbindolare dai soliti “dispensatori di verità” che sanno vedere solo i difetti del clero e mai i loro o quelli di chi li rappresenta? Costoro sono quelli che guardano l’avvicendarsi degli avvenimenti sociali e politici tifando or per un leader or per l’altro, sbagliando sempre, accumulando delusione e rabbia in continuazione. Il sistema politico e sociale italiano è rimasto fermo con i suoi gravi e conclamati difetti da decenni, mentre la Chiesa, con gli ultimi papi, ha riconosciuto i propri errori e chiesto perdono a Dio e ai fratelli; Papa Benedetto e Papa Francesco hanno iniziato a pulire “l’aia” della Chiesa cercando di ricondurre le finalità delle variegate componenti il mondo cattolico all’unità con i fratelli. Si può ritenere che ci sia molta strada da fare, ma è l’unica istituzione ad aver fatto dei “veri” progressi verso tutta la società contemporanea. Riordiamoci sempre che il Papa è ritornato a ricoprire il ruolo che Gesù ha affidato a San Pietro, e non è quello di gendarme.
Un piccolo spunto su cui riflettere (fa bene anche ricordare): gli unici in Germania a battersi contro Hitler e le sue teorie ariane sono stati pochi cristiani coraggiosi della Chiesa confessante (guidati da Bonhoeffer) che hanno pagato con la vita la loro indisponibilità a tradire il messaggio evangelico. Sono stati abbandonati da tutti in cambio della “tranquillità”.
Questa era la bandiera degli altri cristiani: cristiani tedeschi
Stiamo ripetendo gli stessi errori: in cambio di “tranquillità” ci accodiamo all’andazzo attaccando ogni messaggio di speranza, di solidarietà e di amore che persone di coraggio (numerosi parroci di paese, rappresentanti delle Congregazioni religiose, esorcisti, laici impegnati) non si stancano di ripetere in nome di una società da salvare dall’abisso; ci lascia del tutto indifferenti perfino che i cristiani siano i più perseguitati al mondo. E cosa sono, dei puri? Certo che no, sono umani e come tutti noi sono insieme bene e male, cercano di seguire coerentemente un percorso e ostinatamente rimangono sulla stessa strada perseguendo i loro ideali. Ma ad onor del vero a sacrificarsi per i bisognosi loro ci sono.

Non dobbiamo preoccuparci dunque di un manifesto (a sottolinearne l'immoralità è la sua commercializzazione in internet, e la viltà degli autori è attestata dalla difesa di numerosi quotidiani) ma quanto crediamo nell’opera di papa Francesco e quanto vogliamo che non si senta solo nel compierla.

venerdì 3 febbraio 2017

CAINO SENZA PRETESE

Il 1968 con le lotte operaie, il Movimento Studentesco e il rifiorire di partiti e associazioni, sembra tanto lontano nel tempo da far sorridere chi fosse indotto a parlarne. Quel periodo, come tutti i periodi della Storia, non ha risparmiato errori, anche gravi, ma sicuramente un pregio l’ha avuto: quello di uscire dalla rassegnazione e puntare alla tutela della persona umana nella società. Effetto che è rimasto per diversi anni dopo quegli avvenimenti. Quello che la mia generazione non è riuscita a capire è l’ipocrisia delle “cicale” andate ad accodarsi alla “rivoluzione culturale” di quel periodo come “guru” della nuova democrazia e che dovevano trasformare quello che era stato detto sulle piazze e nelle fabbriche in leggi, che non è stato fatto. Fino agli anni 80 anche Caino dibattè sulla necessità di avere una vera giustizia sociale, basata naturalmente sulle risorse disponibili. In quell’epoca Ermanno Gorrieri scrisse un “libro bianco” sull’argomento. Istanze come quelle non vennero mai considerate dalla classe politica, non potevano seguire la coerenza degli eventi, oggi più che mai, capiamo il perché: il “potere” si regge sugli interessi e senza il sostegno delle lobby non c’è potere. Certamente ci furono dei politici avveduti e onesti e non sono certo io in grado di giudicare se la loro permanenza sugli “scranni” per manifestare la propria opinione abbia o no giovato al miglioramento della politica.
Quello che è evidente oggi è che è andato approfondendosi il fossato tra il politico e il cittadino. Vuol dire che i tentati golpe, le stragi fasciste, le BR hanno reso il “potere” intoccabile. Ci mancava la precarietà causata dalla crisi economica a mettere il bavaglio a tante singole espressioni per la paura di ritorsioni o per il timore che il proprio parere possa lasciare traccia.
Mi siamo veramente in queste condizioni? A meno che le espressioni di face-book non contino nulla, direi proprio di no. Allora perché sui temi più importanti della nostra vita attuale, la povertà, il lavoro, il territorio sempre più devastato, investimenti, l’immigrazione i partiti e le associazioni non si schierano? Tutto tace. La politica si fa con i talk schow per mostrare nuovi (o soliti) volti e poi metterli sul “mercato”. Questa non è Politica. I terremotati, appena ieri (2 febbraio 17), hanno incontrato a Roma i presidenti di Camera e Senato per invocare maggiore celerità nella ricostruzione; poche ore dopo, la discussione in senato sullo snellimento delle operazioni burocratiche, avveniva con solo 11 presenze. Questa si chiama mancanza di rispetto. E voi rappresentanti politici non vi vergognate a non prendere apertamente posizione su questi comportamenti?
Ma se vero che tutto parte dal basso (???) basta osservare quanto partiti e associazioni (culturali) sanno esprimere il proprio pensiero a Caino. Penso che dai manifesti murali della Fenotti & Comini non ci sia stato più alcun segno di espressione politica di nessun partito. Gli unici (per una sola volta) a parlare di come un cattolico deve fare politica, sono stati i Salesiani. In nome della cultura si vanno presentando libri, spettacoli ed altro, mai di un vero problema  (in questo momento quelli amministrativi, pur importanti, non sono paragonabili, per esempio, al lavoro). Cosa pensa il PD, FI, Fratelli d’Italia, 5 Stelle e gli altri concretamente, per esempio, della povertà? E non occorre portare l’ascoltatore in sala: basta portare la sala all’ascoltatore, con un sito o blog web o con un volantino; faremmo un gran servizio alla comunità che non vive solo di rifiuti o di sport.

Caino appare rassegnata, in balia a piccoli problemi resi difficili nella realizzazione a causa della mancanza di fondi, della burocrazia e spesso dalle idee. Caino sembra non campare pretesa alcuna, se anche il paese è pieno di giovani è già vecchio perché dove non si confrontano idee lì non nasce nulla. Tanti aspettano il momento migliore, ma per dire che? Le solite baggianate elettorali di candidato alle prossime amministrative che non mostreranno mai quale individuo abbiamo davanti. Noi abbiamo invece bisogno di giovani che non si nascondono, anzi li vogliamo trasparenti, perché è da loro che dipenderà il nostro futuro.