venerdì 3 febbraio 2017

CAINO SENZA PRETESE

Il 1968 con le lotte operaie, il Movimento Studentesco e il rifiorire di partiti e associazioni, sembra tanto lontano nel tempo da far sorridere chi fosse indotto a parlarne. Quel periodo, come tutti i periodi della Storia, non ha risparmiato errori, anche gravi, ma sicuramente un pregio l’ha avuto: quello di uscire dalla rassegnazione e puntare alla tutela della persona umana nella società. Effetto che è rimasto per diversi anni dopo quegli avvenimenti. Quello che la mia generazione non è riuscita a capire è l’ipocrisia delle “cicale” andate ad accodarsi alla “rivoluzione culturale” di quel periodo come “guru” della nuova democrazia e che dovevano trasformare quello che era stato detto sulle piazze e nelle fabbriche in leggi, che non è stato fatto. Fino agli anni 80 anche Caino dibattè sulla necessità di avere una vera giustizia sociale, basata naturalmente sulle risorse disponibili. In quell’epoca Ermanno Gorrieri scrisse un “libro bianco” sull’argomento. Istanze come quelle non vennero mai considerate dalla classe politica, non potevano seguire la coerenza degli eventi, oggi più che mai, capiamo il perché: il “potere” si regge sugli interessi e senza il sostegno delle lobby non c’è potere. Certamente ci furono dei politici avveduti e onesti e non sono certo io in grado di giudicare se la loro permanenza sugli “scranni” per manifestare la propria opinione abbia o no giovato al miglioramento della politica.
Quello che è evidente oggi è che è andato approfondendosi il fossato tra il politico e il cittadino. Vuol dire che i tentati golpe, le stragi fasciste, le BR hanno reso il “potere” intoccabile. Ci mancava la precarietà causata dalla crisi economica a mettere il bavaglio a tante singole espressioni per la paura di ritorsioni o per il timore che il proprio parere possa lasciare traccia.
Mi siamo veramente in queste condizioni? A meno che le espressioni di face-book non contino nulla, direi proprio di no. Allora perché sui temi più importanti della nostra vita attuale, la povertà, il lavoro, il territorio sempre più devastato, investimenti, l’immigrazione i partiti e le associazioni non si schierano? Tutto tace. La politica si fa con i talk schow per mostrare nuovi (o soliti) volti e poi metterli sul “mercato”. Questa non è Politica. I terremotati, appena ieri (2 febbraio 17), hanno incontrato a Roma i presidenti di Camera e Senato per invocare maggiore celerità nella ricostruzione; poche ore dopo, la discussione in senato sullo snellimento delle operazioni burocratiche, avveniva con solo 11 presenze. Questa si chiama mancanza di rispetto. E voi rappresentanti politici non vi vergognate a non prendere apertamente posizione su questi comportamenti?
Ma se vero che tutto parte dal basso (???) basta osservare quanto partiti e associazioni (culturali) sanno esprimere il proprio pensiero a Caino. Penso che dai manifesti murali della Fenotti & Comini non ci sia stato più alcun segno di espressione politica di nessun partito. Gli unici (per una sola volta) a parlare di come un cattolico deve fare politica, sono stati i Salesiani. In nome della cultura si vanno presentando libri, spettacoli ed altro, mai di un vero problema  (in questo momento quelli amministrativi, pur importanti, non sono paragonabili, per esempio, al lavoro). Cosa pensa il PD, FI, Fratelli d’Italia, 5 Stelle e gli altri concretamente, per esempio, della povertà? E non occorre portare l’ascoltatore in sala: basta portare la sala all’ascoltatore, con un sito o blog web o con un volantino; faremmo un gran servizio alla comunità che non vive solo di rifiuti o di sport.

Caino appare rassegnata, in balia a piccoli problemi resi difficili nella realizzazione a causa della mancanza di fondi, della burocrazia e spesso dalle idee. Caino sembra non campare pretesa alcuna, se anche il paese è pieno di giovani è già vecchio perché dove non si confrontano idee lì non nasce nulla. Tanti aspettano il momento migliore, ma per dire che? Le solite baggianate elettorali di candidato alle prossime amministrative che non mostreranno mai quale individuo abbiamo davanti. Noi abbiamo invece bisogno di giovani che non si nascondono, anzi li vogliamo trasparenti, perché è da loro che dipenderà il nostro futuro.

sabato 14 gennaio 2017

VOCE NEL DESERTO ...

Siamo al culmine di un fenomeno d’immigrazione che ci ha colti del tutto impreparati ad affrontarlo e, quindi, ad approntare le misure necessarie per renderlo digeribile alla stragrande popolazione europea.
All’interno della UE addirittura ci sono stati contrasti al “calor bianco” tra le nazioni favorevoli a gestire il fenomeno e quelle contrarie ad ogni tipo di ingresso nel proprio territorio.
All’interno dell’Unione si è creata un’anarchia che rischia di condurla al disfacimento; i governi si sentono in diritto di contestare le decisione che il parlamento europeo decide a maggioranza; vengono innalzati muri, anche vicino ai nostri confini.
Gli inglesi, non disponibili ad accogliere i profughi, sono i primi a trarne le conclusioni e con un referendum decidono di lasciare la UE. Quello che è meno comprensibile al contribuente è come mai siedano ancora in quell’istituzione godendo dei relativi privilegi. Alcuni stati dell’est hanno invece incassato il loro gruzzolo e poi si sono messi di traverso alle decisioni prese in sede esecutiva. Comunque sia, l’Italia, priva di un vero e proprio sostegno economico e politico, continua ad addossarsi con grande fatica il peso dei salvataggi nel Mediterraneo.
In questa situazione è molto difficile pensare europeo. I politici continuano a non capire quanto sia pericolosa la disattenzione che dimostrano nei confronti dei cittadini europei. La stragrande maggioranza di questi è favorevole a una federazione di stati europei, ma vuole riconosciuta la propria identità, vuole contare, e vuole soprattutto vedere istituzioni che funzionano e che sono vicine ai problemi reali di ogni stato; vede invece una moltitudine di persone sfruttare la posizione di un’unione che non funziona ma che vuole accentrare su di sé potere e privilegi ottenuti col consenso di governi nazionali forti. Continuare ad ignorare il sentimento dei cittadini rendendoli impotenti e ininfluenti nelle sedi europee porterebbe ad ingrossare le fila degli anti europeisti e a vedere l’uscita di altri stati.
Cosa può fare l’Italia in simili condizioni? Innanzitutto dimostrare che in “casa sua” sa farsi rispettare. Gli stranieri richiedenti asilo devono essere tutti identificati:
se delinquono o creano danni importanti devono essere immediatamente espulsi, a costo di accompagnarli con nave militare;
se mostrano di odiare lo Stato o rifiutano le sue regole devono essere espulsi;
nell’insieme delle persone accolte secondo le regole europee devono essere inclusi anche i cittadini italiani senza tetto;
il trattamento delle famiglie accolte o degli extracomunitari già presenti non deve essere diverso da quello usato per la famiglia italiana;
è necessario creare una banca dati degli immigrati affinchè si possa verificare se i minori non accompagnati siano stati volutamente abbandonati;
la quota attribuita ad ogni comune in rapporto ai suoi abitanti, deve comprendere la popolazione extracomunitaria preesistente;
gli immigrati maggiorenni non dediti allo studio devono svolgere un servizio obbligatorio nel comune ospitante;
i simboli, le funzioni, l’arte, i canti e soprattutto l’insegnamento religioso sono quelli della cultura italiana e possono essere cancellati solo col consenso della maggioranza dei genitori di ogni plesso scolastico;
alla prima classe elementare devono essere ammessi solo gli alunni che, riguardo alla lingua, sono in grado di seguire la lezione, fatta eccezione per i disabili per i quali dovrebbe esserci la presenza di un insegnante di sostegno: sarebbe interessante favorire l’apprendimento veloce della lingua con uno spazio apposito fuori dalle lezioni;
fissare per i minori dei momenti obbligatori di integrazione con gli altri bambini della comunità in luoghi protetti.
Si dirà: ma questo ha un costo. Si ce l’ha! Infatti il nostro futuro è legato a quanto ognuno di noi è disposto a pagare per la sua sicurezza. L’Europa vuol farci diventare un enorme campo profughi, magari pagandoci il disturbo. Spero che tutto il popolo italiano condivida: No grazie!
Ma per far cassa bisogna anche sradicare una classe politica che è molto simile (fatte salve le solite eccezioni) a quella UE sostituendola con una che però all’orizzonte non si vede, e questo purtroppo significa non vedere investire somme importanti in progetti indispensabili al nostro Paese. Significa inoltre perseverare negli sprechi e nella corruzione e non occuparsi del patrimonio, più o meno importante, che rimane nel disinteresse e nell’oblio.
Se per un po’ abbandonassimo tutti la difesa d’ufficio di un partito o di un movimento che alla conoscenza dei fatti è per tutti indifendibile, e cercassimo invece di far sentire la nostra voce e le nostre idee, forse riusciremmo a rivitalizzare qualche progetto o qualche tendenza positiva sopra cui si sono seduti i nostri politici.
Se dovesse essere l’Europa a sanare le divisioni e mettere ordine prima che noi promuoviamo una qualche iniziativa, pagheremmo ben più caro prezzo, economico e politico.
L’Europa è stata una grande intuizione, ma doveva essere subito incanalata sul binario della federazione delle nazioni, dove c’è un esecutivo che si occupa dei “pilastri portanti” dell’unione, mentre ai singoli stati, nell’ambito di una Costituzione federale, viene lasciata una propria autonomia gestionale.
L’ottusità di alcuni stati che non vogliono dimenticare la loro presunta grandezza di un tempo che fu e la ricerca di un tornaconto economico, ha impedito e continua ad impedire che si costituisca una vera Federazione Europea, con tutto quello che comporta per essere solida e coesa.
Nel mondo attuale ci sono tantissime guerre e conflitti e ancora tanta fame: impossibile quindi impedire che chi sta male cerchi di raggiungere un minimo di pace e benessere.

Cessino quindi il pietismo, il buonismo e i discorsi di circostanza che lasciano agli altri la soluzione dei problemi. Servono progetti compatibili con le nostre risorse, minimi ma attuabili; non possiamo distribuire appartamenti a costo zero. Ci insegna l’esperienza del terremoto: quote di migranti in ogni paese e, dove non ci fossero locali da mettere a disposizione, costruire casette in legno a spese della comunità, recuperabili dal rimborso europeo. 

martedì 13 dicembre 2016

GRUPPO PENSIONATI CAINO LA RODA: TERZO LIBRO "LA US"

 Dopo il grazioso dizionario dialettale "Per mia desmentegà", il "Diario Roda 1980-2007" e due "libri raccolta" che hanno ripreso il contenuto dei notiziari fatti circolare tra i soci in periodi diversi, un altro libro è venuto ad aggiungersi alla collana del Gruppo Pensionati Caino La Roda. Si legge nell'introduzione:  
Non poteva che essere “LA US” il titolo di questo libro che in 350 pagine riassume tutto quello che abbiamo riportato nella “Röda” prima e nel rinnovato notiziario poi. Per il nostro terzo libro abbiamo ritenuto più utile e più interessante suddividere il libro nei capitoli di riferimento degli opuscoli, così che la raccolta sia subito riconoscibile.
La pubblicazione non ha la pretesa di essere esaustiva nelle sue parti: non lo è stato nei notiziari e non poteva esserlo nella sua “raccolta”.
Il notiziario infatti è stato ideato per gli aderenti del Gruppo Pensionati di Caino “La Röda” e il suo intento è stato quello di comunicare coi soci in maniera semplice, veloce e leggero nei contenuti.
Tuttavia il riassunto di tutte le notizie fatte circolare, ancorchè brevi o sintetiche, costituiscono un valido strumento di consultazione per approfondimento, ricordo o semplice interesse. 
Ne è derivato così una specie di vademecum ricco di contenuti. Particolarmente interessante parte del passato storico di Caino con attrezzi antichi ben illustrato con fotografie, come pure le piccole biografie di numerose personalità bresciane. Fanno da corona le voci autorevoli di numerosissimi personaggi e un po' di umorismo. La pubblicazione dimostra che anche un lavoro semplice può diventare veicolo di sana informazione e di un'interessante base per ulteriori approfondimenti.


mercoledì 26 ottobre 2016

HALLOWEEN

All'imperversare delle manifestazioni legate a questa festa pagana, c'è da chiedersi se effettivamente siamo informati di cosa effettivamente rappresenti. Nel tempo in cui allontaniamo i nostri figli e nipoti dal capezzale dei nostri cari defunti e non vogliamo mostrare loro i patimenti subiti da Gesù perchè potrebbero rimanere traumatizzati, a scuola e a casa lasciamo che disegnino streghe, mostri, diavoli e zucche; pare che questo ai nostri piccoli non crei nessun problema. Al riguardo il famoso esorcista Gabriele Amorth dice: "La festa di halloween è una trappola del demonio: fa schifo e mi fa schifo. E' una festa pagana, anticristiana e anticattolica proveniente da terre nordiche ed esplosa negli USA. E' stata istituita per mettere in secondo piano la solennità di tutti i Santi. Quella di mettere in discussione la santità è un'invenzione di satana per scompaginare i piani di Dio. 
Questa festa ha le radici nel paganesimo e nel satanismo. Trae origine da un'antichissima celebrazione celtica con cui i pagani adoravano una delle loro divinità chiamata Samhain - signore della morte. Era una delle feste più importanti e dava inizio al capodanno celtico. La notte del 31 ottobre, in onore del sanguinario dio della morte, su un'altura veniva acceso un grande falò sul quale venivano bruciati sacrifici costituiti da cibo, animali e persino esseri umani."
Forse è il caso di riflettere sull'innocenza di questa festa. Ci hanno già rubato una buona parte del Natale, dovremo mettere in calendario anche halloween?

mercoledì 5 ottobre 2016

PERICOLO PRESCRIZIONE RIMBORSI INPS

A seguito del blocco della perequazione automatica secondo la Legge 22 dicembre 2011 n. 214, art. 24, comma 25, i titolari di pensione superiore a 1405,05 per il 2012 e 1443,00 per il 2013, non hanno potuto usufruire degli adeguamenti legittimi. Su questa norma si è pronunciata la Corte Costituzionale che con Sentenza n. 70 del 30/4/2015 l’ha abrogata intimando al Governo di rimborsare le somme indebitamente trattenute. Ma la esiguità dei fondi disponibili ha obbligato l’Esecutivo a trovare una modalità sostenibile: di fatto ha rimborsato solo una parte del dovuto. La pressione delle rappresentanze dei pensionati costringerà la Corte a pronunciarsi sul comportamento del Governo; ma non è dato sapere quando. Quindi, dal momento che a gennaio 2017 scatterà la prescrizione del reato a favore dell’Inps per chi non si sarà opposto, è necessario che, avendone diritto, quelli che non avessero ancora mandato la richiesta degli arretrati, lo facciano entro il 31 dicembre 2016. In questo modo rimangono aperti i termini per altri cinque anni e chissà …

La lettera fac-simile è reperibile presso le associazioni del patronato o dal sottoscritto.

lunedì 8 agosto 2016

CRISTIANI PER FEDE

Per essere veri cristiani bisogna prima di tutto credere in Dio Padre, poi credere in Gesù Cristo veramente esistito e morto in croce, infine credere che quello che gli evangelisti hanno scritto è la verità. Per essere cristiani quindi bisogna avere fede!
Si sente dire che noi siamo cristiani perché nati in nazioni cristiane, altrimenti saremmo musulmani, indù, ebrei o altro. Questo è vero, ma solo per chi non ama la verità o si rifiuta di credere. Avremo molte cose da farci perdonare come cristiani, per cattiverie passate e presenti, ma abbiamo il diritto di definirci come gli unici a possedere la “verità” perché non c’è nessun’altra religione documentata come la nostra nonostante siano trascorsi 2000 anni dalla morte di Gesù. A riguardo Marco Fasol spiega:
I manoscritti neotestamentari si trovano sparsi in tutto il mondo. Raccolte di particolare importanza si trovano nel monastero del Monte Athos (900 manoscritti), nel monastero di Santa Caterina nel Sinai, (300), a Roma (367), Parigi (373) Atene (419), Londra, San Pietroburgo, Gerusalemme, Oxford, Cambridge, Mosca e in molte altre località.
Queste migliaia di manoscritti riportano tutti lo stesso testo evangelico, con una concordanza impressionante. Essi garantiscono che ci troviamo di fronte al testo di gran lunga più controllato e sicuro nella storia.
Come ha scritto il biblista card. C. M. Martini: “Lo studio dei manoscritti è una vera e propria avventura scientifica condotta col sussidio di un’immensa e puntuale documentazione. E la scoperta fondamentale è sempre quella sorprendente di un testo che, nonostante il fluire dei secoli e le molteplici trascrizioni, si è conservato fedelmente, permettendo così agli studiosi e ai traduttori di farlo risuonare, intatto nelle nostre comunità e per i singoli lettori, credenti e no” (K. e B. Aland, Il testo del Nuovo Testamento, Marietti, Genova, 1987, p. XII). L’elenco completo dei cinquemila manoscritti greci si può trovare in Nestle – Aland, Novum Testamentum graece, 27^ ed. Stuttgart, 1993. Oppure nel testo di K. e B. Aland sopra citato.
Come se non bastasse ci sono prove inconfutabili di miracoli avvenuti in presenza di incredulità umane verso la perpetuazione del corpo di Cristo nel pane consacrato (vedere i miracoli Eucaristici di Bolsena, Roma, Cascia, Bagno di Romagna, Firenze, Ferrara, Lanciano, Offida, Macerata, Morrovalle, ecc.).
Ma ancora: tutto il messaggio dettato da Gesù, la Buona Novella, si basa essenzialmente sull’amore verso Dio e verso il prossimo. C’è forse un messaggio diverso da offrire all’umanità? L’umanità si aspetta forse un messaggio diverso?
Non possiamo chiedere di più per essere in grado di decidere da che parte stare. A questo punto è puerile nascondersi dietro l’immaginario di una religione di nazione o continente. E’ solo questione di fede. Questo vale anche per i nostri fratelli maggiori, gli ebrei, che non hanno dalla loro alcuna scusante per non credere che il Messia è già venuto. Ma la fede richiede anche un cuore umile.

giovedì 21 luglio 2016

GOLPE IN ... EUROPA

Potremmo definirlo così il fallito colpo,di stato in Turchia. Infatti in un colpo solo ci siamo trovati con un intruso nella NATO, una Turchia che a dispetto degli avvenimenti e' ancora difesa da alcuni Stati dell'Unione ed altri che cercano di cavalcare il caos per aggiudicarsi la guida di questa Europa sconquassata. Il tutto condito da un imbarazzante silenzio sul comportamento di un uomo che vuole assomigliare sempre più a una divinità; senza per questo voler giustificare l'atteggiamento dei "ribelli" del tentato golpe.
Chi era Erdogan lo sapevamo sin dal finto appoggio alla lotta contro l'Isis e dalle pretese economiche avanzate all'Europa in modo piuttosto ricattatorio. Non dovremmo quindi meravigliarci se in Turchia la libertà di espressione sarà sostituita dal "tacito assenso".
Quello che continua a meravigliare e' il proliferare dei trattati per la salvaguardia dei diritti della persona che vengono deliberatamente ignorati dagli affari e dal dio denaro, i quali, da sempre, vivono sulla sofferenza della povera gente, almeno quelli che non sospendono gli intrallazzi con Stati come la Turchia. Si dirà: allora non si lavora più! A parte il fatto che migliorando in coerenza otterremmo più autorevolezza e probabilmente otterremmo partner aggiuntivi, non vedo come lasciandoci trascinare dall'ipocrisia partecipiamo a rendere il mondo migliore: o magari non ci interessa? Perché crediamo che, per esempio, il nuovo premier inglese non abbia voluto un incontro con l'Italia? Perché il nostro Paese non conta nulla e non condiziona nulla in Europa, se non i discorsi sulle buone intenzioni. Ad un tratto ci siamo accorti che i veti li pone la Germania ormai leader indiscussa dell'Europa senza la Gran Bretagna. Ancora una volta sarà la Germania a decidere cosa fare con la Gran Bretagna in base agli interessi che ha con quel Paese o in funzione di esso. Cos'è questo se non un colpo di stato soft? Chi limiterà il potere tedesco? La Francia di Hollande che ha toccato i minimi storici della sua coesione?
Ci siamo ridotti a 26 nani di fronte a una macchina economica qual'e la Germania e al momento possono esserci frizioni solo tra i "sudditi". Onore al merito. Quale nano anche noi abbiamo una infinita' di compiti a casa da fare, altro che essere a posto e qui i nostri politici, tutti, non brillano per italianità. Se solo si volesse si potrebbero mettere in campo progetti a lungo termine per la risoluzione dei problemi che diventano sempre più pesanti: la sicurezza, la giustizia, la sanità, la ricerca, lo sviluppo, ecc. Invece siamo fermi alle beghette derivanti dall'invidia e dal potere perduto: "muoia Sansone con tutti i filistei".
E poi e' necessario che l'Italia ritrovi la coerenza dei comportamenti con l'Europa, specie nelle trattative con la Gran Bretagna, difendendo prima di tutto quello che di europeo e' rimasto, anche se questo può danneggiare gli interessi inglesi. Non si abbia timore ad alzare la voce contro gli Stati che non concedono i diritti civili riconosciuti sospendendo ogni aiuto o sostegno alle imprese che intendono svolgere rapporti commerciali con quegli Stati.
Mi auguro che in questo passaggio cruciale della nostra storia la nostra politica ritrovi l'unità e sappia rispondere adeguatamente alle speranze degli italiani.