venerdì 1 aprile 2016

VOGLIA DI APPARTENERE


Credo capiti a tutti coloro che si avvicinano alla terza età di guardarsi indietro per constatare se le cose sono cambiate in meglio o in peggio. A me capita spesso, e non posso non constatare che rispetto alla mia infanzia il tenore di vita è migliorato; quello che non è migliorato è il tessuto sociale, il rapporto con la politica che è addirittura peggiorato e la credibilità delle Istituzioni che probabilmente ha toccato i minimi storici, compreso l’Europa. Non mi addentro nelle motivazioni perché sono convinto che non ci sia nessuno che possa dichiararsi esente da responsabilità, partendo dal presupposto che ognuno doveva fare la propria parte e a farla sono stati troppo pochi.

La mia riflessione riguarda il presente, con la situazione economico-sociale che ci troviamo davanti.

Lo vedo come un quadro desolante una persona anziana che non trova una “casa” a cui appartenere, un partito, una corrente di pensiero, un “entità” nazionale che siano in grado di alimentare la speranza nel futuro. Eppure ci sono tante persone che come me non si sentono più rappresentate e tante altre che scelgono quello che per loro è il “meno peggio”.

E’ la scelta del meno peggio ci ha portato alle condizioni attuali. La semplificazione ci ha indotto a pensare che non ci siano più italiani che vorrebbero un leader come De Gasperi, Togliatti, Nenni, Almirante, ecc. Lo strapotere di molti politici unito a uno smisurato clientelismo ci ha resi impotenti innanzi a qualsiasi Esecutivo, il quale non è minimamente disposto a sentire ragioni che possano mettere a rischio la loro permanenza nelle stanze dei bottoni; anzi è proprio questa condotta che gli fa trovare più sostenitori di quanti ne abbia effettivamente sulla carta poiché “se tu rimani, rimango anch’io”. Questa impotenza ci pesa, e ci pesa tanto di più perché vediamo che i partiti, tutti, sono occupati quotidianamente a distribuirsi le colpe o attribuirsi dei meriti che non hanno, senza indicare con coraggio la strada maestra che ci porti fuori dalla palude. E’ probabile che sappiano fin troppo bene che per prendere quella strada servono scelte ahimè dolorose per qualcuno e quindi si persegue la politica del capro espiatorio, non importa se intanto i poveri diventano più poveri e i privilegiati (loro compresi) sempre più sfrontatamente si ribellano a qualsiasi sacrificio. Per guadagnare tempo si sparge fumo attivando pseudo-semplificazioni come l’abolizione delle Provincie e del Senato con ragionevoli dubbi sui reali vantaggi economici. Inoltre l’Esecutivo ha in animo di accorpare per Legge i piccoli Comuni e non certo per favorire la loro autonomia. Per non parlare del trattato in discussione segreta tra l’Europa e l’America (TTIP) caldeggiato in modo particolare da Italia e Inghilterra. Possiamo veramente sopportare di aderire a un mercato che non è libero ma semplicemente anarchico e che metterebbe in serio pericolo la nostra salute e i nostri prodotti per qualche posto di lavoro in più?

Per fermare questo declino e ritornare a condividere alcuni ideali dobbiamo scoprire o rinnovare le forze in campo; per quanto affermato sopra possiamo star certi che nessun leader lo renderebbe possibile, quindi perché questo si possa realizzare in un futuro prossimo, è necessario crederci e che tutti gli uomini di buona volontà lo condividano, destra, sinistra, centro.

In particolar modo i cattolici dovrebbero recuperare gli spazi per la formazione sociale come in passato e mettere la parola fine alla diaspora, ritornando agli insegnamenti di don Sturzo e agli esempi di De Gasperi.

La voglia di appartenere finisce qui. Ma se fossero tanti a volere veramente un’Italia pulita con rappresentanze votate al servizio del cittadino, ancorchè senza voce, apparterremmo tutti allo stesso ideale.

giovedì 31 marzo 2016

LA BOCCIA DELLE CARAMELLE


Tutti dovrebbero avere una boccia delle caramelle, piccola magari, ma che vi entri una piccola mano, altrimenti la mano stessa non potrebbe affondare tra le caramelle, girandole e rigirandole. Sembra di percepire la gioia di un nipotino cui è permesso di prendersi la caramella: anche una sola.

Forse perché si sapeva di questa felicità che la boccia delle caramelle era lì, sul bancone dell’oratorio, e solo la Oliva, suora angelina, col suo sorriso buono, lasciava mettere le mani a quei bambini che riteneva non avessero i soldi per comprarle. Allora l’oratorio, col poco che aveva, era interamente a disposizione dei bambini e non importava se non produceva utile; era importante invece che i bambini crescessero cristianamente sani e vivessero la loro stagione serenamente coi propri compagni accompagnati dalle attività loro dedicate. Il cinema gratis bisognava guadagnarselo imparando il catechismo, mentre gli esercizi spirituali erano gratis per tutti. Quello che mancava lo metteva la cassa della parrocchia che si assumeva la responsabilità educante, prima che economica. Certo, erano tempi diversi, i bambini e i ragazzi sono cambiati, ma forse un aiutino amoroso (anche al bar dell’oratorio) non dovrebbe essere cosa improponibile, così pure per corsi veri e propri di esercizi spirituali per ragazzi. Se ci fosse poi quella boccia, offerta al bambino da un volto sorridente, dove affondare la manina e sentirsi … amati.

Tra bambini che si ingozzano e bambini che guardano adoranti le forme e i colori delle caramelle nei contenitori trasparenti; tra bambini capricciosi e bambini buoni la differenza, forse, la fa l’accoglienza, quella della Oliva insegna.

domenica 20 marzo 2016

LA LIBRERIA "ANCORA" CHIUDE


Chiude un’antica libreria della città e non troppo distante apre una nuova boutique di gioielli. È il ciclo difficile del commercio bresciano negli anni nella crisi, per qualcuno congiunturale, per altri strutturale. Così in via Tosio se il negozio di libri «Ancora» si accinge a dare tristemente l’addio, sabato in corso Zanardelli la famiglia Barbieri di Pontoglio aprirà un nuovo elegante mini-shop sotto i portici vicino alla scalinata del Grande.

Da 53 anni Brescia era abituata a vedere illuminate le vetrine a piano terra del palazzo San Paolo. Luci lungo la vie Gabriele Rosa e Paolo Tosio. «Ancora» si trasferì nella sede che ora lascia con l’inaugurazione del 1957 di Palazzo San Paolo, voluto per accogliere le opere del movimento cattolico: le Società operaie di mutuo soccorso, le redazioni del settimanale «La voce del popolo», della rivista «Madre», della pagina bresciana dell’Italia. E ancora: il circolo della Gioventù Cattolica. A benedire il palazzo fu il Cardinale Giovan Battista Montini, allora arcivescovo di Milano. In precedenza la libreria - 60 anni di vita - aveva le vetrine in piazza del Duomo. Vicino alle cattedrali l’avevano voluta i «Figli di Maria», seguaci dal grande Lodovico Pavoni che papa Giovanni Paolo II fece beato dal 2002.
dal Corsera

venerdì 11 marzo 2016

DIRETTA FARMACIA

La farmacia al Follo avrà forse creato qualche disagio, ma il dott. Tomasoni la sta  facendo crescere all'insegna di servizi crescenti per la prevenzione.
Mercoledì 16 marzo dalle 09 alle 12 sarà effettuato un test gratuito dell'udito. Approfittarne è un dovere!

giovedì 3 marzo 2016

MODIFICHE NELLA PARROCCHIALE

Dopo l'applicazione dei lucernari ai lati del presbiterio e l'asportazione dell'altare rivolto verso il popolo, il parroco ha rimesso il cancellino che chiude la balaustra.

INCIDENTE IN MONTAGNA

Domenica 28 febbraio il nostro concittadino Italo F., tornando da Conche  è stato vittima di una brutta caduta. Ricoverato agli Spedali Civili gli hanno riscontrato danni ai legamenti che lo costringeranno a tenere la gamba immobile per almeno tre mesi. A lui gli auguri di una guarigione perfetta e veloce.

domenica 21 febbraio 2016

ESSERE UOMINI E' ANCORA UNA VIRTU'?


Pensare e riflettere apertamente non è un contegno che porti molti complimenti, anzi, sicuramente quelle persone vengono regolarmente fatte mira di critiche e pettegolezzi per essersi permesse di mettere in discussione il pensiero comune predominante, predominante in quanto portato dalle persone che contano. E quelle persone magari contano perché nessuno ha il coraggio di obiettare quando il loro comportamento è ritenuto sbagliato o incoerente. Contano … sul silenzio di tanti. Volesse il Cielo che invece, da noi, il pensiero corrente venisse esclusivamente da persone sagge.

Lo so, non è una novità. E’ sempre stata così! E’ vero, ma io cerco chi non ci sta; quelli che cercano una comunità che vuole migliorarsi fondando il recupero (ormai) sulle nuove generazioni che sappiano mettere l’accento su quello che non va sfidando paternalismo e incoerenza. Se osservate face book noterete che se uno parla o mostra un animale ha centinaia di condivisioni e commenti; se invece prova a dire come la pensa su un argomento viene ignorato quasi completamente; è premiato chi la spara più grossa su qualsiasi argomento, tanto non deve risponderne personalmente. Siamo conformisti. Di per sé il conformismo non è sinonimo di cattiveria o inciviltà. Essere conformisti su quanto crediamo profondamente è un pregio e una qualità che viene dalla coerenza e che merita profondo rispetto.

Spesso però deriva dalla paura di esprimere il proprio dissenso guardando negli occhi un’altra persona, giustificabile quando umanamente uno non ce la fa, ma segno di debolezza sociale quando ci si vuole nascondere nell’anonimato per non danneggiare un possibile alleato o ledere un particolare interesse.

Mettiamo sul banco degli imputati tutti i conformisti? Ci mancherebbe. Però il parlarne non guasta e permette di inquadrare il conformismo come ostacolo al miglioramento della comunità locale, senza del quale non possiamo partecipare a migliorare quella più grande.

Ricordiamoci che chiunque voglia farci fare o dire una cosa che non condividiamo è un potenziale profittatore della nostra buona fede e ci deve indurre a stare in guardia; le autorità sono tali se sono al servizio delle comunità che rappresentano e sanno interpretare i loro malesseri, non se contano sul silenzio di tanti sul loro modo di comportarsi.

Leonardo Sciascia né “Il giorno della civetta” faceva dire al “padrino”:

"........e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca  a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) piglian…. e i quaquaraqua. Pochissimi gli uomini; i mezzi uomini pochi, che mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezzi uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più in giù: i piglian…., che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, chè la loro vita non ha più senso e più espressione delle anatre".