mercoledì 9 dicembre 2015

NULLA CAMBIA PERCHÈ NOI POSSIAMO CAMBIARE

Se dovessimo disegnare un grafico in base all’indice di gradimento tra i Papi degli ultimi sessant’anni avremmo, alternativamente, un picco in su e uno in giù. I Papi che la nostra generazione ha conosciuto (Pio XII più per aver sentito dire) sono stati riconosciuti come pilastri della cristianità, tanto che tre di loro sono stati riconosciuti come santi: guarda caso due dal picco in su (Papa Giovanni e Giovanni Paolo II) e uno dal picco in giù (Paolo VI).
L’ultimo arrivato, si fa per dire, procede con passo spedito spiattellando al mondo i difetti del cristiano, religioso e laico, richiamando tutti a un comportamento ispirato dalla parola di Gesù, abbandonando l’attaccamento morboso a questo mondo governato dal demonio. Una profonda umiltà evangelica che professa la certezza della propria fede davanti al mondo come faro e non come pretesa di fare ombra ad altri.
Questo spirito ha fatto di Francesco un personaggio popolare, ascoltato e seguito in tutti i continenti, anche se con finalità diverse.
Ma è anche temuto da chi capisce che separando i difetti del cristiano, presenti in ogni uomo, rimane il messaggio cristiano in tutta la sua bellezza di “inno all’amore”, che nessun’altra religione possiede. Lo temono anche quei consacrati che non capiscono quanto sia importante l’esaltazione del peccato come “ERRORE” e temono che le chiese si svuotino per eccessiva rigidità o perché nel peccato sono coinvolti tanti sacerdoti.
Una cosa però pare certa: il Papa da solo non ce la può fare. Deve essere chiaro a tutto il mondo che la Chiesa è l’insieme di tutti i credenti che le danno credibilità attraverso la coerenza della propria fede, riconoscendo tutta l’autorità dottrinale al Pontefice al quale tutta la gerarchia deve obbedienza.
Se qualche cristiano ha percepito le parole del Papa come autorizzazione a gestire la propria vita come meglio crede, facendo riferimento solo alla misericordia di Dio senza passare dalla Chiesa, è caduto nel tranello di quelle forze che generano una morbosa attenzione mediatica sul Papa per strumentalizzarne il pensiero.
Per i cristiani c’è un Catechismo che non è cambiato. Non è necessario essere perfetti, perché solo Cristo è perfetto ed è morto per riscattare tutti i nostri peccati, ma è indispensabile saper riconoscere quando si sbaglia; sono questi cristiani che più di tutti devono fare un corpo solo con Francesco, perché sono gli unici che possono dimostrare di averlo capito. Verità e determinazione devono essere le qualità caratteristiche del cristiano di questi secoli: guardiamo e impariamo dagli “extracomunitari” perseguitati e ammazzati in giro per il mondo. Nessuna flessibilità è possibile sulle verità della fede dettate da tutti e dieci i Comandamenti e dalla nostra professione di fede, il Credo.
Sono certo che di cristiani veri ce ne siano ancora tanti, forse un po’ timidi, ma pronti ad essere testimoni della loro fede. Del resto la Chiesa, per espressa volontà di Gesù, non sarà mai sopraffatta da nessuno e continuerà ad esistere fino alla fine del mondo, sta agli uomini farla fiorire o farla appassire.

Non possiamo pensare che il dovere civile che porta molti di noi ad opporsi ai divieti che sistematicamente sviliscono le nostre tradizioni religiose, bastino a farci diventare cristiani: sarebbe un grande risultato civico se riuscissimo a mantenerle, ma fino a quando? Un amico mi ha fatto notare che è il cristiano che deve rappresentare il Crocifisso e se fanno togliere il simbolo sulle pareti, rimane quello vivente. Questa è la vera Chiesa dei credenti. Mi sono permesso solo di aggiungere però che la dignità di un uomo, anche se laico e non credente, si misura anche dalla cultura e dalla memoria storica che si lascia portar via da altre etnie. 

venerdì 27 novembre 2015

I TRASPORTI A CAINO


Le persone più anziane si ricordano certamente la strada impolverata che saliva da Brescia verso la Valle Sabbia, percorsa prevalentemente dai carri carichi di legna. Il transito delle persone, se il luogo da raggiungere non era abbastanza vicino da essere percorso in bicicletta, veniva assicurato dalla diligenza trainata dai cavalli. Negli anni 50 fece capolino a Caino la prima corriera a motore guidata da Pierino Azzani, precursore del servizio pubblico che per tanti anni sarà assicurato dai pullman della Sia; su quei mezzi hanno guidato gli autisti storici: Antonio De Giacomi, Mario Benini, Anni, Giuseppe De Giacomi (Frico), Silvio Lanzanova, Giorgio Giorgi.

Ora la gestione del servizio è passato a Brescia Trasporti che ha allungato il percorso fino a Roncadelle inserendolo nella rete cittadina col n° 7.

mercoledì 25 novembre 2015

LE IDEOLOGIE ESISTONO ANCORA?

Per occupare o conservare il potere, da vent'anni a questa parte, si è continuato a dire che le ideologie non esistono più. E forse come manifestazione del pensiero in forma tradizionale è proprio così. Infatti non c’è più la DC, il PCI, il PSI, il PSDI, PRI, il PLI, il MSI, il PSIUP poi PDUP, i VERDI, le cui sigle rappresentavano ognuna una differenziazione nell’area di appartenenza, sinistra, destra o centro. Con la cosiddetta seconda Repubblica si è voluto semplificare cercando di accorpare un centro-destra e un centro-sinistra per raggiungere il massimo risultato elettorale cooptando i leader delle rispettive correnti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: gli sgambetti e i veti incrociati nonché le differenziazioni sui problemi etici e sociali sono emersi in tutta la loro dimensione, a destra come a sinistra, creando difficoltà al governo di turno e una paralisi sulla via delle riforme.
Nell’attuale situazione in cui le Camere fanno di tutto per attirarsi l’antipatia degli elettori, l’unico partito che raccoglie consensi è quello che, tra i votanti rimasti, interpreta il malessere diffuso per le ingiustizie e per le umiliazioni che sono costretti a subire comuni, provincie e cittadini a fronte di una crisi economica ancora aperta e a un’organizzazione dell’accoglienza ai profughi e della sicurezza antiterroristica che l’Europa sta conducendo in modo abbastanza confuso.
Non importa se ai proclami giacobini non corrispondano idee e proposte; le persone lo voteranno per difendere il proprio orticello, per conservare quello che oggi hanno e domani potrebbero non avere più per non avere tenuto conto a sufficienza di quello che poteva accadere. Dalla parte opposta, una eccessiva elasticità nel considerare la libertà, consente ad ogni voce “fuori dal coro” di accasarsi con loro, formando insieme un impasto radical-socialista che mescola problemi politici con questioni etiche alle quali (questioni) si attengono con scrupoloso metodo, cercando di convincere il popolo ad accettarle.

Mi chiedo: assecondando una o l’altra parte non è forse scegliere un modo di essere? E cos'altro è un modo di essere se non il mattone di un’ideologia?

martedì 3 novembre 2015

... CHIEDO PERDONO ...

Sono vivo, quindi penso, e ragiono su quanto è accaduto nelle sacre stanze in Vaticano e in talune congregazioni religiose, tanto da indurre il Papa ha chiedere scusa per gli scandali che si sono succeduti negli ultimi tempi. So che posso apparire superficiale, ma questi primi pensieri, che non sono tratti dalle ragioni che hanno suscitato determinati fatti, oggi a noi sconosciute, sono un tentativo di capire parlando con la penna.
L’ultimo fatto accaduto ha portato addirittura all’arresto di un monsignore e della sua segretaria, accusati di aver sottratto informazioni riservate della Santa Sede consegnandole alla stampa. Pochi giorni fa un altro monsignore aveva dichiarato pubblicamente la sua omosessualità presentandosi in televisione col suo compagno, alla vigilia del Sinodo sulla famiglia.
Ancora prima, con Papa Benedetto XVI, c’era stata un’altra fuga di notizie riservate per mezzo del cameriere personale del Papa.
Come possono essere letti questi fatti?
L’arrivo provvidenziale di Papa Francesco ha portato scompiglio in tante stanze del “potere” curiale costringendo i vari prelati a confrontarsi sulla coerenza cristiana del loro ministero. Ha ricordato che il loro esempio è essenziale per tutto il modo cattolico e non può coesistere con un’aristocratica esistenza nei lussuosi e immensi appartamenti nei palazzi apostolici. A ciò aggiungasi la determinazione di Papa Francesco nel condannare una serie di comportamenti: l’abuso sui minori, la corruzione e la mafia.
Tutti i messaggi e le esortazioni inviati al mondo, ma in particolare al clero, evidentemente hanno dato fastidio e hanno generato una particolare resistenza da parte di chi si è sentito chiamare in causa. Forse, però, non hanno capito che ciò facendo andavano rafforzando nel popolo cristiano la figura profetica del Pontefice. Lo stesso tentativo di attribuirgli una malattia invalidante, platealmente smentita dagli stessi attori che sarebbero stati richiamati nella farsa, ha dimostrato una volta di più quanto sia incisiva l’azione semplice ed elementare del suo apostolato basato sull’amore verso gli “ultimi”. L’ostilità non viene solo dai “collaboratori”, viene anche da tutto quel mondo visceralmente anticlericale che vorrebbe ridurre al silenzio la voce del Papa, dei Vescovi e di tutti quei sacerdoti che gridano al mondo di convertirsi. Per quelle persone, compreso qualche giornalista che non si sforza minimamente di essere obiettivo, serve prendersela perfino con l’8 per mille, con caratteri cubitali in prima pagina o parlandone alla radio collegando l'argomento all’arresto dei “corvi”, anche se è un accordo con lo Stato italiano che non c’entra nulla.
Ogni occasione è buona per attaccare la Chiesa. Si vorrebbe che la Gerarchia Ecclesiastica fosse un ente a se stante (in parte hanno già raggiunto l’obiettivo col nostro beneplacito), scollegato dai fedeli, un tamburo da battere a piacimento senza che nessuno si opponga. Che caduta di stile! Quelle sono le stesse persone che sono “aperte” alle richieste dei musulmani che, guarda caso mantengono ben saldo il legame tra fede e politica: una contraddizione degna della loro malafede. Sono sempre loro che si oppongono al sostegno della scuola paritaria gestita dalle varie congregazioni cattoliche adducendo la scusa che la scuola pubblica ha bisogno di essere sostenuta e gli altri devono arrangiarsi. A parte il diritto di poter scegliere liberamente un metodo educativo, con un po’ di ragionevolezza potrebbero comprendere che, nelle attuali condizioni, senza la scuola paritaria il settore dell’istruzione andrebbe in fallimento.
Veniamo a noi: possiamo considerarci esenti da responsabilità dovute a questo stato di cose? Pensiamo davvero che l’ostilità che trova Papa Francesco sia tutta da addebitare alla Curia e agli anticlericali? Non ci siamo liberati troppo presto della “veste candida” del Battesimo? Per le nostre umane fragilità, non abbiamo abbandonato troppo presto la concezione di peccato inducendo il nostro “vicino” a considerare che qualsiasi comportamento è normale anche quando non lo è? Non ci stiamo dimenticando quello che stanno subendo i nostri fratelli cristiani nel mondo?
Il Papa con le parole “… certi sacerdoti quanto male hanno fatto alla Chiesa” è pienamente consapevole dell’opera di risanamento con la quale è chiamato a misurarsi, e quelli di noi che si sentono cristiani, anche se pieni di colpe e di difetti, non dovrebbero lasciarlo solo. Ciascuno dovrebbe fidarsi e trovare il coraggio per difendere il suo operato davanti a tutti. Che bell’esempio di coerenza sarebbe questa! Come fulgido esempio ci è rimasto solo lui: lasciamoci guidare alla ricostruzione morale dell’Italia e del mondo intero.

giovedì 29 ottobre 2015

PAESE VECCHIO

Quanto tempo e' passato da quando Caino era considerato un comune modello. Erano gli anni 70-80, e Caino, dal nulla che aveva, per opera di amministratori capaci usciti dalla scuola di formazione delle ACLI, fece nascere una Scuola Elementare nuova, recuperando in quella vecchia una sede municipale adeguata, una palestra, un campo di calcio, un campo di bocce, un campo da tennis in terra battuta, un sistema fognario con depuratore, un Centro Sociale con ambulatori medici, tre villaggi di case popolari.
Dove sono finite le energie degli amministratori che sono seguiti?
Sono venute a mancare le disponibilità economiche, e' vero, ma soprattutto sono mancate le idee. Solo la nuova captazione sorgiva nella Val Merolta ci ha evitato di fare la figura degli incapaci. La nuova amministrazione ha concentrato la sua attività iniziale sul Centro Sportivo, forse non la piu' urgente, ed ora si sta occupando dei rifiuti, vedremo il seguito.
Da anni Abbiamo acquistato l'immobile della Fucina; abbiamo speso molti soldi per mantenerlo in piedi, ma ancora non abbiamo deciso cosa farne.
Abbiamo fatto una strada di collegamento tra la "provinciale" e la strada di piano Rasile - Tolzana che a mio parere e' uno sfregio al territorio e si continua ad ignorare la possibilità di uno svincolo fuori dal centro abitato di Novale. Voci dicono che sia stata presa finalmente la decisione di procedere alla sistemazione della nostra splendida (e disastrata) scalinata ; non sarebbe una cattiva idea se si pensasse anche di erogare un contributo per pitturare quelle case lungo la strada che sembrano essere state abbandonate  durante la guerra del '15-'18.
Forse e' anche nostra, come cittadini, la colpa di avere un paese così trasandato; forse dovremmo parlare di piu di tutte queste cose, e non solo nelle segrete stanze, desiderando un paese bello anche a vedersi e non vecchio e rassegnato a farsi dirigere dal paese vicino.
Alle discussioni aggiungerei una valutazione sull'edificio privato (ormai rudere) di Via Folletto del quale ogni amministrazione si e' disinteressata, l'unica possibilità di allargare la minuscola piazza che i visitatori chiamano "slargo". Come mai comuni piccoli come il nostro (ad esempio  Vallio o Provaglio d'Iseo) giudicati a suo tempo concordemente dai passanti  "vecchi"  ora appaiono dei gioielli se confrontati a Caino?
L'ambiente naturale dove e' adagiato Il nostro paese e' uno dei più belli della provincia, tocca a tutti noi cercare di ridargli la dignità e il bell'aspetto di un tempo.   

martedì 20 ottobre 2015

IL GRANDE ACQUITRINO DI FACE BOOK


Molti ritengono che non sia possibile un confronto aperto e costruttivo su face book e, proprio per questo, se ne guarda bene dal partecipare alle discussioni. Una prima analisi può portare in effetti a questa conclusione; dovremmo pero' ricordare che i post sono scritti da noi, siamo noi che ci offriamo per quello che siamo e mi verrebbe da dire: siamo un piccolo specchio della società.
Face book e' come un grande acquitrino dove convivono silenziosi e composti uccelli acquatici e un gran numero di anatre starnazzanti. Si sono dati appuntamento senza un preciso legame, hanno seguito la corrente ed ora cercano di parlarsi. Ma parlare di cosa? Cosa li accomuna? In verità sono molte le cose di cui parlare che ci riguardano, solo che la partecipazione e' inversamente proporzionale alla distanza che c'è tra l'argomento e noi. Più e' lontano ( l'Europa, la politica, i profughi, ecc.) più la partecipazione e' accesa; se invece e' vicino (parrocchia, amministrazione comunale, confronto su problemi etici, ecc.), ecco che ce ne stiamo buoni a cuccia per essere certi di non urtare nessuno; non importa se ne sta parlando il Papa o il Presidente della Repubblica o il nobel della scienza, noi non c'entriamo. 
Per fortuna ci sono quegli "acquatici" composti che, pur coi loro limiti, mettono a disposizione il loro pensiero e si offrono al dialogo perché quelli che vi partecipano possano crescere insieme a loro nella speranza di un mondo migliore e nella condivisione delle tante difficoltà umane che spesso sono vicino a noi. Proprio la presenza vicino a noi di un drogato, un omosessuale, un alcolizzato, un divorziato, ecc. , dovrebbe indurci a confrontarci su questi stati per capire e comportarci in modo adeguato, specialmente in questo tempo in cui le "assemblee a tema" non vanno più di moda. 
Accompagnarsi alle "anatre starnazzanti" scoraggia chi si affaccia a face book, impedisce la formazione di una comune identità e ci fa credere che tutti gli insegnamenti che abbiamo ricevuto dai nostri genitori siano frutto della loro ingenuità, di quello che oggi viene chiamato "retaggio culturale".
Fino a quanto la paura di comprometterci impedirà a face book di essere uno strumento di elevazione culturale non e' dato di sapere, ma nella vita viene sempre un momento che ci costringe ad uscire dal "buco" e farci riconoscere per quello che siamo.

martedì 6 ottobre 2015

LEGGERE PER CREDERE

"Shantaram" di Gregory David Roberts - Neri Pozza Editore (anche in Biblioteca). 1175 pagine da divorare.

"Sei il mio sole anche di notte" di Amy Harmon (anche in Biblioteca) - Uno splendido romanzo d'amore che esalta l'amicizia vissuta ogni giorno. 

"Perché il rischio è bello" di Zenta Maurina Raudive - Per chi ama riflettere sulla vita tra i personaggi più famosi della letteratura e della musica.

"La congiura dei lunghi" di Noah Hawley - Un thriller piacevole per chi voglia farsi qualche domanda sulla propria esistenza.

"L'ultima canzone" di Nicholas Sparks - L'amore paterno vince la ribellione adolescenziale. Romanzo sentimentale.

"La principessa di ghiaccio" di Camilla Lackberg (Anche in biblioteca) - Assorbe talmente nella lettura che non si vorrebbe mai essere interrotti - Thriller avvincente.

"Il libro dell'incontro" Vittime e responsabili della lotta armata a cura di Bertagna, Ceretti e Mazzuccato - Solo per chi vuol conoscere l'intimo dell'uomo, come autore e come vittima della violenza. Buona base per uno studio sulla "Giustizia".

"Giovinezza, giovinezza ..." di Luigi Preti. Per capire come vissero i giovani il ventennio fascista: entusiasmo e delusione.

"Il ricatto" di John Grisham. Un avvincente romanzo di intrighi.

"Meno dodici" di Pierdante Piccioni e P. Sapegno. Aiuta a conoscere meglio se stessi e gli altri.

"L'uomo che inseguiva i desideri" di Phaedra Patrick. Un romanzo che dalla morte nel cuore di un uomo per la perdita della moglie, riscopre la gioia di vivere, attraverso rocamboleschi passaggi che lo strappano dalla routine. 

"Disonora il padre" di Enzo Biagi. Romanzo di uno che ha vissuto il "ventennio fascista" e ne fa un plastico molto interessante dei comportamenti umani di quel periodo. 

"Un lungo cammino" di Egle Zoffoli. Non solo un diario di una pellegrina a piedi ma la constatazione di quanto Dio sia vicino a ognuno di noi.

"L'estraneo" di Ursula Poznanski. Un triller curioso e un confronto psicologico di una coppia alla ricerca della verità.

"Follia profonda" di Wulf Dorn. Romanzo triller che ti tiene in lettura col fiato sospeso fino alla fine.

"Le chiavi del Regno" di Archibald J. Cronin. Un romanzo che mette a confronto un cristianesimo bigotto e carrierista con un autentica vita evangelica.

"Silenzio" di Shusaku Endo. Per salvare la propria vita o quella altrui è lecito abiurare? Storia di un gesuita in una nazione che perseguita i cristiani.

"Il bosco di Mila" di Irma Cantoni. Un thriller tutto bresciano e una spolverata di storia.

"Non vi ho dimenticati" di Alberto Israel. Testimonianze di un sopravvissuto ai lager nazisti. Se sopravvivere non servisse a testimoniare, tanto valeva lasciarsi morire.

"Dall'angoscia alla Grazia" di P. Casimiro Lorenzetti - Problemi morali dell'uomo di oggi. Parole semplici ma penetranti.

"Il signor Parroco ha dato di matto" di Jean Mercier - Per conoscere meglio la fatica di essere parroco.

"Gli ultimi giorni dei nostri padri" di Joel Dickter - Un romanzo che ti introduce nell'animo umano.

"L'arte di ascoltare i battiti del cuore" di Jan-Philipp Sendker - Romanzo che insegna ad usare tutti i sensi ed amare di più la vita.

"Affinchè nessuno muoia" di Frank G. Slaughter - Umanità e disumanità si intrecciano in questo romanzo che ti incolla alle pagine fino all'ultima riga.

"La verità sul caso Harry Quebert" di Joel Dicker - Un romanzo di 775 pagine intrigante fino alla fine.

"Il gioco del suggeritore" di Donato Carrisi - Un intricato romanzo di investigazione tra i numeri.

" Lacrime di sale" di Lidia Tilotta - Le lacrime dei soccorritori di Lampedusa e del dottor Pietro Bartolo.

"Vittoria sul buio" di Roger Bourgeon - La commiserazione dei "normali" che non è normale.

"Il barone" di Sveva Casati Modignani - Amore e intrigo in un romanzo piacevolissimo.

"L'oro del capitano Sharpe" di Bernard Cornwell - Romanzo basato su episodi storici della guerra tra Inghilterra e Francia del 1810.

"Terrore nel grattacielo di Robert Byrne - Storia avvincente in una torre di New York.

"La Forestiera" di Henry Denker - L'etica professionale che vorremmo applicata alla medicina. - Romanzo

"Una vita per l'altra" di Luigi Rainero Fassati - Un romanzo che narra il dramma e le emozioni di chi attende il trapianto di fegato.

"Affondate il Potemkin" di Mark Joseph - Storie di sommergibili ai giorni nostri che si studiano, ma da gioco può trasformarsi in tragedia.

" Rembrandt Van Rijn" di Hendrik Willem Van Loon - Un pittore incompreso visto da vicino.

"Processo a un medico" di Henry Denker - Quando il potere e l'arroganza può minare la dignità di un uomo della medicina.

"Hallo, dottore?" di Charles H. Knickerbocker - Un bel romanzo per conoscere le donne.

"La figlia della libertà" di Luca Di Fulvio - Un romanzo crudo per conoscere le schiave del marciapiede.

"Leonardo Da Vinci deve morire"  di Christian Galvez - Romanzo storico degli artisti chiamati a Firenze da Lorenzo de Medici.

"La solitudine di Francesco" di Marco Politi - Narra del clero che vuole un altro Conclave per cambiare il Papa e pochissimi lo difendono.

"Zitto e guida" di Gianfranco Panvini - Scritto dopo Zitto e nuota racconta in modo esilarante una vacanza in camper con amici. 

"La bambina di Hitler" di Matt Killeen - Un libro consigliato in modo speciale ai ragazzi per la semplicità con cui descrive l'antisemitismo e la supremazia nazista.

"Il giardino delle pesche e delle rose" di Joanne Arris - Romanzo che aiuta a studiare meglio la persona che hai di fronte, per conoscerla come veramente è. (Anche in biblioteca)

"Nel braccio della morte" di Dale Recinella - Storia vera che narra di un professionista messo con le spalle al muro dal messaggio evangelico. 

"Fateci uscire da qui" di Padre Slavko Barbaric - Tutto sulle anime del Purgatorio (Non è una favola).

"Nel segno di David" di Susan Abulhawa - Se anche una parte fosse vera dovremmo rivedere il nostro atteggiamento verso Israele.

"La ragazza di Teheran" di Marjan Kamali - Romanzo che ci interroga sul passato e sul presente della gioventù.

"Come vento cucito alla terra" di Ilaria Tuti - Romanzo - Diritti e pregiudizi in pace e in guerra.

"La portalettere" di Francesca Giannone - Romanzo - Determinazione di donna.

"Tutto il blu del cielo" di Mélissa Da Costa - Romanzo - Amare la vita quando la malattia te la sta togliendo.

"Vita mia" di Dacia Maraini - Memorie di una bambina in un campo di concentramento in Giappone.

"Spettri" di Monica Maggioni - A ritroso dal 7 ottobre 2023 per conoscere gli orrori prodotti dagli errori di noi occidentali.

"La levatrice" di Bibbiana Cau - Quando la storia si scontra con l'emancipazione femminile.