giovedì 26 febbraio 2015

UN MILIONE DI EURO

Alla presenza di una settantina di persone si e' tenuta la prima assemblea pubblica della nuova amministrazione guidata dal sindaco Sambrici. Una serata interessante che ha permesso di conoscere come si e' mossa e come intende operare la nuova giunta. Ha forse un po' sorpreso che la priorità sia stata data sistemazione della cucina del Centro Sportivo (anche se necessaria) dopo che e' stata da poco completata la stesura del manto sintetico sul campo sportivo: verrebbe da pensare che l'opera più importante da realizzare, la strada di collegamento tra Villa Mattina e Via Don Gino Pirlo, non meriti un giusto risparmio per poterla realizzare; stessa cosa dicasi per la sistemazione del Municipio. 

Ma l'attenzione dei presenti si e' focalizzata soprattutto sull'intenzione dell'amministrazione di mettere la calotta sui cassonetti dei rifiuti, aprendo un dibattito serrato. L'assessore Sambrici ha comunicato ai presenti che la raccolta differenziata a Caino e' del 28% e dovrebbe salire al 65%. L' assessore Benini rincarava la dose aggiungendo che necessariamente bisognava educare la gente a differenziare i rifiuti: le rispondeva l'ex sindaco Arrighini ricordando che con la sua amministrazione la raccolta differenziata aveva raggiunto il 45%. Il mio parere, espresso in quella sede, e' che necessita costruire un rapporto di collaborazione e fiducia con i cittadini incentivandoli a diversificare i rifiuti, altrimenti ogni soluzione risultera' vana. In questi ultimi dieci anni si e' proceduto ad aumentare la tassa rifiuti, facendo pagare anche l'isola ecologica che non si farà, e non e' stata fatta un'adeguata vigilanza per impedire che una grande quantità di rifiuti portati da fuori finissero nei cassonetti.

Non mi pare che il preannunciato aumento della TASI aiuti a imboccare

questa strada.
Seguiva l'intervento dell'ex sindaco Bertacchini che riconosceva che durante la sua amministrazione si era fatto poco per incentivare la differenziazione ma, avendo lasciato un avanzo di centomila euro per l'isola ecologica, questa, con l'investimento di Aprica, diventava realizzabile; si eviterebbe così  la soluzione delle calotte che da sole non bastano, come dimostrato dal comune capoluogo (BS) che ha adottato il sistema misto (calotta+porta a porta). Concludendo il suo intervento l'ex sindaco Bertacchini ha fatto una dichiarazione che ha lasciato allibiti tutti quanti: "La mia amministrazione ha lasciato i conti in ordine ed ha consegnato al sindaco Sambrici una cassa di un milione di euro che ha preso in carico firmando per accettazione".
Fermo restando che se così fosse i cainesi dovrebbero fare la "marcia sul Municipio", perché il sindaco non ha voluto chiarire all'assemblea l'eventuale inesattezza della somma? La vittoria elettorale serve a oscurare l'importanza e il ruolo di una persona che ha rappresentato Caino per cinque anni? Non c'è nessuno in grado di commentare un Bilancio?
Presto ci sarà la presentazione del nuovo, ci auguriamo tutti di vedere chiariti tutti i dubbi e le perplessità.


giovedì 12 febbraio 2015

I MORTI CHE L’EUROPA DICE DI VOLER EVITARE


Poche parole per stigmatizzare la negligenza, l’inefficienza e la leggerezza di questa Europa. Dopo le 366 vittime di Lampedusa e le pressioni del Governo Italiano, “Mare Nostrum” è stato sostituito da  “Triton” con finanziamenti inadeguati e, di conseguenza, con operatività ridotta rispetto alla precedente condotta dalla Marina Italiana. Infatti le nostre navi, in assenza di un accordo con la Libia per le note vicende di instabilità politica, andavano ad intercettare ed arrestare le “carrette del mare” appena fuori dalle acque territoriali, impedendo a quei poveracci di essere abbandonati a se stessi in mare proprio nei momenti più difficili. Ora infuriano nuovamente le polemiche per la morte di altre 29 persone, peraltro già “salvate”, trasbordate dai gommoni con mare forza 7, mediante azioni eroiche degli uomini della Guardia Costiera, strappandole a un destino già segnato. Questo è il risultato dell’egoismo dei Governi dell’Unione, che si riempiono la bocca con belle parole ma, siccome sentono molto lontane queste tragedie, specialmente quelli che non sono sulle coste, si rifiutano di mettere i quattrini necessari e così continuiamo a contare i morti, quei morti che il Sindaco di Lampedusa dice che “… non interessano a nessuno”.
Un'altra dimostrazione di egoismo inconcludente la troviamo nel fronteggiare la crisi dell’Ucraina. In questa situazione così delicata dovremmo vedere seduta al tavolo dei negoziati la rappresentante europea agli esteri Mogherini e non la Merkel e Hollande. Ancora una volta, come fu per i Balcani, dovremo assistere, e speriamo che ciò avvenga senza ulteriori spargimenti di sangue, ad un accordo tra Obama e Putin  con l’assoluta ininfluenza dell’Europa.
Se questa entità deve servire solo a privilegiare la finanza rispetto agli interessi più importanti dei popoli che la compongono, allora è pienamente legittimo sospettare che chi decide per la CEE abbia interessi di parte da incassare, costi quel che costi. Non ci sarebbe quindi da meravigliarsi se la Marcegallia e altri vorrebbero che la “loro” Europa firmasse il famoso TTIP “senza discuterlo in piazza” (leggi: senza renderlo noto). Così come non ci sarebbe da meravigliarsi se la Merkel sia corsa a parlare con Putin: ha molti interessi con la Russia e potrebbe desiderare di non contrariarlo nella sua politica d’invasione dell’Ucraina.
Ci interessa veramente un’Europa degli egoismi e dei veti? Ci interessa veramente chi è disposto a lasciarci alla mercè di una finanza senza scrupoli, disposta a finanziare solo un mercato lasciato libero di sacrificare tutto e tutti per arricchire se stesso e poi riversare il ricavato nella pancia del suo “protettore” e finanziatore?
I governi dell’Unione dovrebbero interrogarsi sul perché la stragrande maggioranza dei greci difende il suo Governo che fa la voce grossa alla troica, senza misconoscere per questo i disastri prodotti nel tempo dai governi che si sono succeduti (disastri che possiamo conteggiare anche noi).
O siamo tutti europei, senza fare i furbetti, e cerchiamo di crescere insieme superando con elasticità le difficoltà di chi è più debole, oppure esploderanno i nazionalismi facendo saltare tutti gli equilibri e allora potrebbe essere dura anche per l’irriducibile Germania.

sabato 10 gennaio 2015

PARIGI RISORGERA'


Nello sgomento per aver partecipato emotivamente agli avvenimenti di Parigi, mi è capitato
di sentire dalle interviste (in Francia e in Italia) delle giustificazioni alle reazioni, pur ritenute inaccettabili, dei macellai islamici che hanno seminato la morte nel centro dell’Europa.
Costoro hanno detto che è una risposta alla provocazione dei vignettisti che hanno offeso la religione islamica. Non occorre essere moralisti per poter affermare che è stata un’occasione persa per stare zitti. Nella stessa Terra Santa,  nelle zone musulmane, non solo non è ammesso professare la propria fede,  non è ammesso nemmeno portare il crocifisso al collo; figuriamoci poi in Turchia, Arabia e altri paesi asiatici. In Europa molti sono stati i casi di rimozione di segni e tradizioni care al cristianesimo per la pressione dei movimenti islamici. Mai nessun occidentale ha preso in mano un’arma per protestare contro le limitazioni imposte nei paesi islamici; nessuna “guerra santa” è stata invocata contro le vignette sul Papa, sui Santi o addirittura sul Padreterno. Richiedere rispetto sulle Cose Sacre è legittimo, non lo è più quando le Cose Sacre sono solo le tue e pretendi di venire in Europa a imporle con la forza senza alcun rispetto per la fede altrui. Per questo i buonisti farebbero meglio a stare zitti (anche per non dare spazio ai populisti e ai razzisti): anche quando il crocifisso e le tradizioni cristiane non sono vissute per fede rappresentano sempre le nostre origini e le nostre convinzioni che sono profondamente diverse da quelle musulmane e mai si integreranno; musulmani o altri che non sono d’accordo tornino a casa loro dove, con quelle convinzioni, sono bene accetti. Svegliamoci europei, smettiamo di attaccare tutti per non attaccare nessuno. Se vogliamo che l'Europa si salvi, Parigi risorga e la penna non si spezzi, rispettiamo chi si integra nella nostra società occidentale e buttiamo fuori quelli che in nome di Allah vogliono, con la forza, che diventiamo come loro. Non esiste il Dio che giustifica gli attentatori di Parigi: esiste il Dio di giustizia che ora chiederà loro conto dei morti sacrificati al “ dio nulla”.

martedì 30 dicembre 2014

INTERVISTA AL FARMACISTA


Mi trovo fortuitamente a chiacchierare con il nostro dottore della Farmacia a Caino, inevitabilmente la curiosità mi spinge ad indagare sul futuro che la riguarderà. È molto disponibile e sorride quando arrivo sull’argomento, prova del fatto che non sono il primo a fargli la stessa domanda.
Inizia dal principio: “Quando sono venuto a Caino, i miei colleghi, mi dicevano –sei matto? Un paese cosi piccolo non conviene, ma chi te lo fa fare, cerca qualcos’altro!- beh sono qui.”
“Vedi io credo, come allora, che questo paese rappresenti bene il mio obbiettivo di lavoro. Inoltre credo che la Farmacia sia un servizio più che un negozio di farmaci, prova è il fatto che, da quando sono qui(2009), non è mai stata chiusa, ho sempre procurato chi mi sostituisse.”
Purtroppo i tempi che stiamo tutti attraversando sono difficili, il lavoro sfugge e inevitabilmente una farmacia è anche sostenuta dall’aspetto commerciale, non si vive di sole ricette. Di qui un buon imprenditore cerca  di ampliare il servizio, crea eventi di approfondimento ad es. il tecnico dei plantari ecc.., ma per fare questo ci vuole spazio e investimento economico, magari anche un parcheggio più comodo e sicuro per eventuali anziani o famiglie.
Se dovessi spostarmi-riprende il dr.-, lo farei esclusivamente per confermare la mia intenzione a rimanere presente a Caino, cosa che non posso garantire in queste condizioni, il fatto che io valuti un investimento in crescita deve fare riflettere sul futuro,in questa sede non sono sicuro di avere le stesse opportunità, ma per ora sto valutando il da farsi.”
Nel suo racconto ci tiene a ricordare comunque il livello ad oggi raggiunto dalla nostra farmacia; essa vanta una consegna a brevissimo termine, in massimo 2H  è possibile ricevere la consegna di un farmaco assente dal banco, le consegne sono più volte in giornata, conferma e ricorda la possibilità di prenotare PRESIDI MEDICI allo stesso prezzo che altrove, in quanto le tariffe sono fissate, si effettuano le prenotazioni delle VISITE SPECIALISTICHE, certo è consapevole che si sposta dal “centro” del paese, ma minimizza che sono poi 500 m e che si avvicina invece a una zona di paese che oggi risulta penalizzata. Conferma la disponibilità a CONSEGNARE A DOMICILIO in situazioni particolarmente disagiate. Per quanto riguarda il parcheggio, qui siamo sul ciglio della strada, per anziani e bambini la situazione è delicata.
Ringrazio il dottore della chiacchierata sincera e mi dirigo verso casa; mentre mi frullano i pensieri da riordinare non posso fare a meno di considerare ragionevole il suo punto di vista, in fondo ho sentito la passione per il suo lavoro e la volontà di continuare a credere nel nostro paese.
 Pensate che, se non avesse investito altrove, gli piacerebbe addirittura abitare nel nostro paese, il nostro Farmacista si fa un bel po’ di strada per venire qui… da Lodrino.
Infine una considerazione del tutto personale: viviamo in un paese piccolo, ormai il grado dei servizi offerti rispetto alla mia infanzia, non oso immaginare prima, si è completamente trasformato.
Ricordo botteghe e barbiere, fruttivendoli anche a domicilio ( cainesi), merceria, edicola, ristoranti…oggi la concorrenza terribile non consente gli stessi servizi; il nostro amico farmacista non ha voluto entrare in argomento, ma sono sicuro che a Caino pesa anche la questione affitti, la speranza di vedere rifiorire i servizi e il commercio locale rappresenta per tutti un miglioramento della qualità della vita, se facessimo uno sforzo un po’ tutti?
Enrico
Nota a margine
Sarebbero le persone anziane a pagare più di altri la delocalizzazione al Follo presso il distributore di carburante, con un disagio notevole per coloro che non hanno mezzo di trasporto. Meraviglia che l’Amministrazione Comunale non riesca a trovare una giusta soluzione e nemmeno sia riuscita (non solo l’attuale) a regolamentare i parcheggi vicini alle attività commerciali. A Caino abbiamo pochi parcheggi, “liberi”, ma sempre occupati. Così conserviamo … i monopolii, e le attività di servizio, le poche rimaste,  rischiano di scomparire. Crediamo davvero che al Follo la Farmacia conserverà le stesse entrate? Se così fosse, la statura dell’uomo sarebbe così grande da essere proposto immediatamente come Sindaco. Battute a parte, il dott. Tomasoni pare persona capace e convinta del suo progetto e gliene siamo grati, ma siamo un piccolo paese e, se ci teniamo al servizio, Amministrazione e cittadini devono aiutarlo a realizzarlo.
Angelo

giovedì 16 ottobre 2014

PERICOLO! COSA CI ASPETTA CON IL TTIP?


La cosa più scorretta che un politico può fare al cittadino che rappresenta è quella di far passare leggi e trattati nel più assoluto silenzio per timore di una giustificata reazione.
E’ quello che i governi europei, in particolare quello italiano, stanno facendo avviandosi alla firma del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnerschip), ossia il trattato di libero scambio tra l’Europa e gli Stati Uniti.
Si fa passare questo accordo come la panacea di tutti i mali europei, mentre esso introdurrà guai molto peggiori sia per il mercato produttivo europeo che per la qualità scadente dei prodotti che liberamente entreranno nelle nostre case senza che nessuna autorità statale lo possa impedire. Nella televisione unico programma ad occuparsi di questo pericoloso inganno è “REPORT” su Rai 3 che andrà in onda Domenica 19 ottobre 2014, nei partiti politici nessuno, nemmeno Lega e 5Stelle. Renzi e Squinzi pronti per la firma che dovrebbe essere apposta entro la fine dell'anno 2014.
Vediamo in breve cosa consentirà questo trattato:
1)    I governi partecipanti non potranno con le loro leggi limitare quelle di altri paesi; ( per esempio: se l’Italia si oppone ai cibi transgenici dovrà modificarle perché possano essere introdotte nel territorio nazionale, così come per la carne imbottita di ormoni, ecc.)
2)    Se i governi europei con le loro leggi ostacolassero la diffusione di prodotti degli Stati Uniti (come gli OGM) o tutelassero l’ambiente dove i prodotti sono fatti crescere o costruiti, oppure garantissero pari diritti sociali,  al partner americano è concesso di intentare causa ai governi europei per “perdite di profitto”;
3)    Le cause per le anomalie riscontrate sui prodotti devono essere proposte in America e in Europa non c’è alcuna tutela per il consumatore;
4)    Nessuno potrebbe impedire l’arrivo sul mercato di  medicinali, sangue, derivati, organi ed altro considerati pericolosi o non sicuri dalle leggi nazionali;
5)    Se un’azienda americana volesse avviare un’attività ad alto rischio (ad esempio una centrale nucleare), nessun governo e nessun tribunale locale lo potrebbe impedire;
6)    Le multinazionali agroalimentari potrebbero fare incetta di terreni acquistati dagli agricoltori locali a poco prezzo per impiantarvi prodotti OGM anziché quelli tradizionali;
7)    Altro pericolo riguarda il ribasso dei salari, dal momento che, per la libertà di circolazione, le imprese di un paese potranno applicare in un altro paese i salari vigenti nel proprio: questo sarà un vantaggio solo per le imprese statunitensi, perché, notoriamente, i salari dei lavoratori europei sono molto più alti di quelli americani;
8)    Anche i diritti sindacali europei non avranno valore se contrari alle norme sul libero scambio e libera circolazione contenuti nel TTIP, senza possibilità, per i lavoratori, di rivolgersi al giudice del lavoro locale. Anche in questo caso, il lavoratore europeo dovrà  rivolgersi a una corte arbitrale statunitense.
E questi sono solo alcuni aspetti di questo trattato.
E’ fin troppo chiaro che i cittadini dei popoli europei, le piccole imprese locali, gli agricoltori, si troverebbero schiacciati dallo strapotere delle grandi corporation americane. Addio prodotti  Made in Italy. Addio tutela della nostra qualità. Addio alle leggi che siamo riusciti a conquistarci per la difesa della nostra salute. Saremmo in balìa degli interessi dei grandi mercati senza che nessuno alzi un dito per difenderci. Questo proprio non possiamo permettercelo.