sabato 18 gennaio 2014

LA CROCE DI S. ROCCO NON INTERESSA A NESSUNO?


Ho sempre pensato che la croce posta su un monte o su una cima rappresentasse un segno ”speciale” a cui guardare, visibile da molti punti di una località specifica, protezione e speranza per tutti i suoi abitanti. I nostri antenati ci tenevano fortemente, sostenuti dai loro sacerdoti e assicuravano che non ci fossero ostacoli alla sua visibilità. All’inizio del 2002, la vecchia croce di S. Rocco venne sostituita da una nuova per volere dell’allora parroco don Leonardo, a testimoniare che c’era una ragione valida perché continuasse a stare là. Ma chi la vede? Rimane nascosta dalle cime degli alberi che nel tempo sono cresciuti e che ne impediscono la vista da ogni parte. Non credo che i proprietari del monte sarebbero sordi alla richiesta di poter intervenire (con i dovuti modi) per rendere nuovamente visibile la croce di S. Rocco. Sono altrettanto sicuro che ci sarebbe una grande schiera di volontari disposti a lavorare per questo. Se invece solo pochi di noi, camminando per le vie del centro, ambisse a vedere come un tempo la croce di S. Rocco, vorrebbe dire che molti hanno rinunciato a quel “segno speciale” ritenendolo inutile e incompatibile col paesaggio ... 
Angelo

Commento alla “Croce di San Rocco”
Quando nel 2002, su gentile richiesta di Don Leonardo, insieme ai papà dei comunicandi di allora procedemmo alla sostituzione della vecchia croce, ora deposta all'inizio del sentiero che porta in loco, scoprimmo che trattasi di un "punto trigonometrico" importantissimo da cui si identificano moltissime proprietà e che pertanto bisognava assolutamente collocare millimetricamente allo stesso punto la nuova croce. Non nascondo che, nel frattempo rimasti solo in due, fummo colti da molta preoccupazione, ma tutto andò per il meglio e la croce fu ristabilita allo precisamente allo stesso punto con numerose migliorie. In tutto questo però ci sta una morale, la croce, simbolo cristiano dell'Amore di Dio, pur se a volte dimenticata dalla fede affievolita del Suo Popolo continua ad essere punto "Trinitario" fondamentale per ognuno di noi. Condivido quindi la si possa rendere visibile a tutti quale simbolo protettivo al nostro popolo in Caino.
 Francesco


domenica 8 dicembre 2013

ROMPERE IL SILENZIO

A distanza di pochi mesi dalle prossime  elezioni amministrative, nessuna organizzazione politica (o persone che intendono candidarsi) ha avanzato proposte, idee o piani per il futuro di Caino. Al di fuori delle “stanze” e delle convocazioni pubbliche per comunicazioni dell’Amministrazione Comunale (dovute), c’è stato un silenzio assordante, rotto di tanto in tanto da qualche pettegolezzo sull’andamento incerto della maggioranza. Di fatto, però, le organizzazioni politiche non hanno saputo coinvolgere i cainesi su niente. Ci vedremo recapitare il programma elettorale di ognuna, dove s’impegnano a fare un certo numero di opere con una lista di nomi che non ce la faranno a realizzarle. Mancanza di fondi diranno. Vero! Ma allora perché non dire a chiare lettere che i Comuni hanno le casse vuote e, se lo Stato lo consentirà, le opere dovranno seguire una scala di priorità. Già il tempo trascorso poteva servire per parlare di idee e di progetti, che costano poco e possano vincolare il futuro, evitando quello che è accaduto, per esempio, alla strada incompiuta che doveva collegare Villa Mattina a Villa Sera. Per il futuro di Caino non si può non pensare all’allargamento della minuscola piazza del paese rimandando sempre ogni contrattazione con le proprietà interessate; non si può continuare a rimandare il destino dell’immobile della Fucina; non si può pensare che la viabilità da Rasile a Tolzana possa dipendere dalla soluzione (molto discutibile) dell’uscita davanti al “Leone” e non tentare di ottenere i permessi necessari dalla Provincia e dal Demanio per un futuro ponte sul Garza in fondo al paese, intanto che non ci sono immobili sul possibile tracciato; non si può perseverare nel ritenere prioritario l’interesse per la Valle di Bertone quando si potrebbe trasformare in parco un bel tratto lungo il Garza; non si può non pensare a sfruttare meglio l’area che dal campetto dell’oratorio arriva fino al Centro Sportivo; non si può non dire niente sull’edilizia abitativa futura e sulle case vuote; non si può continuare a tacere sul declino degli esercizi commerciali che vanno esaurendosi; non si può non cercare di fare emergere i “talenti” culturali (e artistici) che ci sono a Caino per poterli condividere; non si può relegare l’attività svolta al Centro Sportivo come l’unica possibile, senza occuparsi dell’infanzia, che attraverso sinergie tra persone motivate (e ce ne sono), scuola e Parrocchia, possa rilanciare lo sport ( e non solo) oggi, purtroppo, delegato a realtà vicine.
Tra le cose da fare elencate ne mancheranno certo molte altre, ma le persone di buona volontà potranno ben rimediare. E se fossero già all’esame, nella testa o nel cassetto di qualcuno, io li pregherei di rompere il silenzio e di manifestare apertamente la loro opinione per avviare un confronto nel poco tempo che ancora rimane. Farlo dopo sarebbe solamente ripetere una commedia già vista: “il potere prima di tutto”; una sfida alla pazienza e al buon senso del cittadino elettore.

martedì 26 novembre 2013

LA MASA DEL FE (TAGLIAFIENO)


Per valutare l’utilità di questo attrezzo è necessario ricordare come una volta veniva stivato il fieno per il bestiame. Attraverso la fraschera (che abbiamo già conosciuto), il fieno, una volta seccato al sole, veniva portato a tetto, nel fienile. Normalmente questo “deposito” stava nella parte superiore della stalla e, quando non veniva schiacciato dai bambini coi loro salti, si compattava col tempo formando un blocco unico. Prenderlo con le braccia o con la forca per farlo passare dalla botola comunicante era assai arduo. Così i nostri antenati escogitarono un attrezzo che potesse svolgere un servizio simile a quello della vanga quando rompe il terreno; infatti ha con essa una vaga rassomiglianza: si differenzia solo per la lama che si allarga a coda di rondine ed è molto più tagliente e il poggiapiedi molto più alto per permettere il taglio in profondità.

Il risultato era quello di sezionare degli spicchi compatti tagliandoli verticalmente che venivano passati dalla botola con facilità.

sabato 3 agosto 2013

LA PALA di S. EUSEBIO



Che a Caino ci fossero artisti e letterati lo sapevamo già. Che accettassero di mettersi in gioco non era così scontato. Intendiamoci, non è tutta colpa loro; non è che la comunità civile brilli nel favorire la loro passione attraverso stimoli che li aiuti a mostrare quello che sanno fare. La frammentazione sociale e politica poi, ha finito per affossare quel poco che s’era iniziato a fare (vedi quadri murali, concorsi di poesie, ecc.). Questa volta è toccato a don Marco sollecitare un personaggio non nuovo nel settore della pittura, per sostituire il modesto quadretto esistente di S. Eusebio con una nuova pala del Santo nella chiesetta a lui dedicata. Riccardo Ciulli ha risposto lavorando con impegno e realizzando un quadro che, per ora, è piaciuto moltissimo a quelli che l’hanno potuto vedere ieri 2 agosto, giorno della sua inaugurazione e benedizione per opera del Parroco. Il gesto del pittore è molto importante, perché scavalca le tentazioni di “primogenitura” donando la sua opera a tutta la comunità di Caino, affinchè la rappresentazione del Santo aiuti i devoti a chiedere con viva fede la sua intercessione, soprattutto per i giovani che, durante la Messa, don Marco ha affidato a S. Eusebio.