Anche l’Avvento è stato immolato sull’altare del commercio. L’ho pensato quando la commessa della farmacia mi ha proposto “la bellezza dell’avvento”, una scatola rosa sotto le
cui finestrelle si trovano creme per combattere le rughe e i radicali liberi.
Le quattro settimane che la liturgia cristiana dedica alla preparazione spirituale per la nascita del Bambinello sono state omogenizzate nel frullatore del black Friday e nel centro, le luminarie rischiarano anche una realtà sgualcita composta da tanti disperati che rendono quasi palpabile il loro disagio.
Mentre ci si concentra sull’ultimo libro, su mutande di pizzo o sul portafogli da regalare, viene distolto il pensiero dalla coscienza. Si chiudono gli occhi sulle tragedie lontane e le povertà che ci passano accanto, convinti che vengano risolte con un pasto caldo o un letto improvvisato.
Come in un film visto mille volte i drammi camminano sottobraccio all’indifferenza. Temo saranno i bambini che patiscono il freddo e la disumanità a farne memoria. Un giorno non troppo lontano ci chiederanno: “Tu cosa hai fatto mentre succedeva tutto questo? Hai un alibi?”. Saremo costretti a uscire dalla nostra confort zone e ammettere di aver agito poco, sicuramente non abbastanza, poiché non ci dovremmo sentire estranei quando si è chiamati a dare una mano per questioni umanitarie. Troppi si nascondono dietro un “alibi”, parola latina che significa altrove, poiché essere da un’altra parte consente di assumere la posizione più comoda. Questo vale soprattutto per coloro che dicono di non sopportare la guerra, l’esclusione e la crudeltà e, per tale ragione, finiscono per occuparsi solo del proprio orticello, scaricando sugli altri il dovere morale di aiutare a migliorare le cose.
Non ci si può chiamare fuori prendendo in considerazione solo i pezzi di mondo ritenuti sicuri dalla Farnesina, poiché la mappa dei luoghi pacifici è variabile come il tempo. Gli scampoli di pretesto non ci alleggeriscono dalle responsabilità verso i più fragili, siamo immischiati non solo quando la perdita del posto di lavoro ci riguarda direttamente o coinvolge persone che conosciamo da vicino.
La Natività quest’anno assomiglia alla piccola Yasmine, raccolta in mare intirizzita al largo di Lampedusa. Con il grande dono della vita trascorrerà il Natale con il cuore altrove, nella sua casa in Africa, dove se per restare serve un alibi, per partire bisogna avere la sorte a favore e il coraggio di andare contro vento.
Augusta
Amolini
Giornale di Bs 18/12/2024